Il caso dell’Italia
Venendo meno di due settimane prima delle elezioni del 25 settembre, il sospetto di un’influenza russa potrebbe danneggiare le possibilità dei partiti di destra o populisti che storicamente hanno avuto stretti legami con la Russia, o di quei politici che hanno ripetuto la propaganda favorevole a Putin.
Matteo Salvini, leader della Lega di destra, che ha un accordo di cooperazione con il partito Putin, Russia Unita, ha affermato di non aver mai preso soldi da Mosca. Giovedì ha detto: “Sto lavorando sull’Italia. I partiti che stanno lavorando sulla Russia a 10 giorni dalle elezioni che parlano di scuola, salute, pensioni e lavoro non hanno idea dell’Italia”. Giuseppe Conte, leader del Movimento 5 Stelle, che si è opposto all’invio di più armi in Ucraina, ha affermato che la presunta interferenza rischiava di “inquinare la campagna elettorale con insinuazioni e inferenze” (fonte).
Le reazioni della sinistra e il ruolo degli Usa
I politici di sinistra hanno chiesto che tutte le persone e le parti coinvolte siano nominate prima del voto. Si richiede che qualsiasi finanziamento da parte di Mosca venga alla luce del sole in quanto sere chiarezza prima delle elezioni.
Alla domanda sul cablogramma in un briefing del Dipartimento di Stato degli Stati Uniti martedì, il portavoce Ned Price ha descritto una “ingerenza elettorale” della Russia come “un assalto alla sovranità” aggiungendo poi che gli Usa vogliono denunciare “pubblicamente le strategie e le tattiche” di Vladimir Putin, a partire dal tentativo di intaccare la capacità delle persone in tutto il mondo di scegliere il proprio governo” (fonte). L’intenzione degli Stati Uniti sarebbe quella di far emergere eventuali tattiche della Russia mettendo un riflettore su di esse e condividendo le informazioni con gli alleati.