In questo articolo parliamo di:
Chi era Davide Cervia:
Il sequestro genera da subito sospetti (soprattutto nei familiari del rapito) legati al lavoro svolto da Davide Cervia; egli è infatti un addetto tecnico specializzato nella cosiddetta ‘guerra elettronica’, esperto nella manutenzione ed utilizzo di sofisticate apparecchiature radar e sistemi di intercettazione, inganno e disturbo delle emissioni radio nemiche.
In sostanza è un esperto nell’utilizzo di sistemi d’arma che impediscono al nemico l’uso dello spettro elettromagnetico e delle onde radio all’interno della cosiddetta guerra elettronica.
Altro particolare non da poco, Davide Cervia è abilitato ad accedere a materiale considerato riservatissimo: egli è infatti in possesso del nulla osta di sicurezza (Nos) della Nato, che garantisce l’accesso a documenti riservati nella progettazione di apparecchiature per scopi militari. Dettaglio che suscita più di diversi interrogativi in fase di vaglio delle ipotesi.
Fuori dal lavoro la vita di Davide Cervia è descritta come estremamente tranquilla: è un uomo di 30 anni che vive in una villetta a pochi minuti da Roma con la moglie e due figli. Nessun passaggio oscuro sembra essere presente nel suo mondo.
La sparizione di Davide Cervia:
Torniamo a quel 12 settembre 1990; non vedendo tornare Davide a casa, la moglie Marisa avvisa la polizia. Passano diversi giorni senza alcun risultato e le prime ipotesi degli inquirenti sono relative ad un allontanamento volontario (si pensa anche ad una fuga d’amore). Ipotesi che vengono subito smontate tanto basandosi su quella che era la personalità del Cervia, quanto (più concretamente) prendendo spunto dalle dichiarazioni del vicino che decide di uscire allo scoperto e racconta di aver visto tutta la scena.
Le indagini tuttavia procedono a rilento; determinante sarà il ritrovamento, alcuni mesi dopo la sparizione e grazie alla trasmissione ‘Chi l’ha visto’, dell’auto posseduta dal Cervia e con la quale si era allontanato. E’ la allora conduttrice Donatella Raffai ad avvertire la famiglia Cervia del ritrovamento dell’auto (una Volkswagen golf bianca) grazie ad una lettera anonima arrivata alla redazione.
L’auto si trova a Roma a pochi metri dalla stazione Termini ed ancora in buone condizioni; al sopraggiungere della Polizia Scientifica tuttavia, la macchina è già stata pulita dagli Artificieri prima e dai Vigili del Fuoco poi rendendo quindi impossibile il rilevamento di tracce ed il reperimento di prove. Le indagini subiscono un’ennesima battuta d’arresto.
Davide Cervia: sequestro di Stato – La7
Ipotesi sulla sparizione:
Di Davide Cervia non vi è traccia: la Marina non sembra collaborare tanto che dal ruolino del Cervia vengono omessi tutti i riferimenti alla sua specializzazione. Un ammiraglio finirà sul banco degli imputati con l’accusa di falso ideologico per aver fornito informazioni incomplete in 4 differenti versioni del foglio di immatricolazione di Cervia. La specializzazione in guerra elettronica è sempre omessa e per qualcuno si tratterebbe di un chiaro tentativo di depistaggio.
Tra le ipotesi che iniziano a girare vi sarebbe anche quella relativa ad un possibile rapimento di Davide da parte di agenti segreti di una qualche potenza straniera quale Arabia Saudita o Libia; arrivano anche segnalazioni da quest’ultimo paese da parte di chi sostiene di aver avvistato il Cervia a bordo di un tir e con una mimetica, altre parlano della sua presenza in una base sotterranea segreta in Iraq vicino Baghdad.
La Guerra del Golfo e il ruolo di Cervia:
D’altra parte un mese prima del rapimento di Davide è scoppiata la guerra del Golfo con annessi traffici internazionali di armamenti e apparecchiature elettroniche per la difesa; molte società italiane fanno scambi commerciali e le cronache di allora raccontano di esperti italiani noleggiati dalla Libia di Gheddafi all’Iraq di Saddam e all’Iran di Khomeyni, come addestratori dei militari nell’uso di apparecchiature elettroniche di guerra.
Il buio si infittisce e diventa ormai evidente che non si tratti di una normale sparizione volontaria (come inizialmente prefigurato) ma che ci sia sotto qualcos’altro. Probabilmente di molto grosso.
La battaglia dei familiari di Davide Cervia:
La famiglia tenterà diverse volte con disperati appelli di ottenere qualcosa; scrive anche al Presidente della Repubblica ma non otterrà molto più di alcune interrogazioni parlamentari senza esiti. Il giudice nel frattempo (siamo nel 1999) conferma la tesi del sequestro di persona ad opera di ignoti ed archivia il fatto data l’impossibilità di rintracciare i responsabili.
La famiglia non si arrende; continua ad indagare privatamente ed a battere tutte le strade al punto che, come detto, cita in giudizio i ministeri della Difesa e della Giustizia chiedendo i danni “per la violazione di ciò che può definirsi il diritto alla verità”, processo che si aprirà il 7 dicembre 2012. La speranza legittima dei familiari è quella di riuscire a sapere, prima o poi, che fine abbia fatto Davide Cervia, il tecnico specializzato in ‘guerra elettronica’ e risucchiato in una sorta di buco nero da 22 anni.