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Misteri di Cronaca Nera

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Bartolomeo Gagliano: il Serial Killer esperto di fughe ed evasioni

Un serial killer italiano con alle spalle una serie di delitti efferati e di clamorose fughe ed evasioni; l’ultima in ordine di tempo è arrivata proprio in queste ora, a pochi giorni dal natale 2013. Nel carcere di Marassi di Genova non ha più fatto ritorno come avrebbe dovuto a seguito di un permesso premio trascorso nella sua città di origine, Savona. La sua fuga è terminata in Francia, a Mentone, dove in data 20 dicembre è stato catturato.
L’uomo è Bartolomeo Gagliano, serial killer alquanto noto agli esperti di cronaca nera italiana; viene dipinto  come un personaggio estremamente pericoloso ed il suo passato ne è la più chiara certificazione. Nel suo curriculum da omicida può ‘vantare’ tre omicidi ed un tentato omicidio tutti compiuti tra il 1981 ed il 1989.
Nella sua fedina penale non mancano altri reati minori, quali estorsione e rapina, per i quali stava scontando adesso una pena; e, incredibilmente, in molti, anche all’interno del carcere, conoscevano soltanto questo suo lato di criminale ‘minore’ e non il suo passato da pluriomicida.

Primi omicidi di Bartolomeo Gagliano:

Chi è Bartolomeo Gagliano e quali delitti ha compiuto in passato? Gagliano ha commesso tre delitti, il primo nel 1981; uccise una prostituta, tale Paolina Fedi, in maniera estremamente cruenta, ovvero spaccandole la testa a sassate. Il movente era passionale; Gagliano aveva una relazione extra coniugale con quella prostituta la quale, a pochi giorni dalle nozze dell’uomo, aveva minacciato di raccontare alla fidanzata della loro relazione segreta mandando così a monte il matrimonio. La reazione di Bartolomeo Gagliano era stata molto violenta e portò al delitto di cui sopra; delitto per il quale fu riconosciuto incapace di intendere e di volere e condannato a 10 anni di carcere da trascorrere presso il manicomio giudiziario di Aversa.
Ma quello fu soltanto il suo primo delitto: dopo due anni di detenzione, sfruttando una licenza premio, tentò di fuggire mettendo in atto una serie folle di sequestri di persona. I suoi problemi mentali erano quindi tutt’altro che risolti. La vicenda si concluse con un altro arresto ed un’altra detenzione presso un ospedale psichiatrico; questa volta si tratta della struttura di Montelupo, in provincia di Firenze. E poiché il diavolo si nasconde nei dettagli, quella detenzione sarà paradossalmente l’origine di altri efferati delitti.

Francesco Sedda e i compagni di sangue:

Nell’ospedale psichiatrico di Montelupo, Gagliano fa la conoscenza di un altro criminale detenuto per diversi furti e rapine ed anch’esso infermo mentale; si tratta di Francesco Sedda, nato a Nuoro nel 1958 ma cresciuto a Genova. Sedda è un tossicodipendente sieropositivo e ‘vive’ di furti e rapine. Oltre a questo, come detto, è anche infermo mentale, ragione per la quale è internato nel manicomio giudiziario di Montelupo. L’arrivo nella struttura di Bartolomeo Gagliano è un detonatore che genera un’esplosione fragorosa.
I due, venuti a contatto, stringono subito un sodalizio criminale, una sorta di patto omicida che affonda le radici nella follia. Nel gennaio del 1989 riescono ad evadere dalla struttura e pochi giorni dopo mettono a segno il loro primo delitto; anche questo efferato. Uccidono un transessuale sudamericano di 32 anni sparandogli in faccia ed abbandonano il corpo sull’autostrada Milano-Genova.

L’omicidio di San Valentino:

Pochi giorni dopo un altro delitto simile: è il 14 febbraio, giorno di San Valentino e festa degli innamorati. I due serial killer squilibrati uccidono, sempre a colpi di pistola sparati alla faccia, un travestito tossicodipendente italiano di 34 anni.
L’omicidio avviene mentre il travestito era appartato con un cliente; le due vittime, il travestito ed il suo cliente, quando vedono sopraggiungere i due aggressori non reagiscono perché pensano a una semplice rapina. Ma il delitto è di tutt’altro stampo che non una semplice rapina. Il giorno dopo i due squilibrati ci riprovano: vittima sempre una prostituta ma il delitto questa volta non va a buon fine. Fortunatamente. La donna avrà il collo trapassato da un proiettile e la mascella frantumata. Ma miracolosamente riesce a sopravvivere.

Il vendicatore misterioso:

Intanto proprio a cavallo di quei giorni alcuni giornali ricevono strane telefonate nelle quali l’interlocutore sostiene di essere un fantomatico vendicatore che ha contratto il virus dell’Aids a seguito di un rapporto con una prostituta e che è intenzionato ad eliminare fisicamente prostitute e transessuali per avere la sua rivincita. Alcuni fanno combaciare i due eventi, la serie di delitti che sta avendo luogo in quei giorni potrebbe avere una matrice simile. Tra l’altro, come detto, Francesco Sedda è sieropositivo e malato di Aids e questo potrebbe essere un indizio.
Ma tornando all’ultimo delitto non andato a buon fine, pochi giorni dopo l’accaduto Gagliano viene bloccato durante in controllo di routine, riconosciuto ed arrestato. Nella sua macchina vengono rinvenuti due bossoli 7,65 combacianti con quelli esplosi dalla pistola che aveva seminato terrore nell’ambiente della prostituzione genovese.
Pochi giorni dopo, braccato dalle forze dell’ordine in quanto riconosciuto complice di Gagliano ed esecutore materiale dei delitti, anche Sedda viene catturato e torna nuovamente dietro le sbarre. E qui il destino torna a palesarsi in tutta la sua stranezza. I due vengono riconosciuti nuovamente infermi di mente, rinchiusi ancora in un ospedale psichiatrico (in Emilia Romagna) e, altra fatalità, nella stessa cella. Il folle sodalizio criminale dei ‘compagni di sangue’può riprendere.

Le ultime evasioni di Bartolomeo Gagliano:

Francesco Sedda riesce nuovamente ad evadere nel 1991; partecipa ad una rapina, viene nuovamente catturato e ricondotto nella struttura. Dove resterà fino alla morte sopraggiunta nel 1994. Bartolomeo Gagliano evade più di una volta e tra una fuga e l’altra (ben cinque) continua a compiere reati minori comparendo spesso nelle pagine di cronaca. Il resto è storia recente.
In data martedì 17 dicembre 2013 Gagliano, detenuto nel carcere di Marassi di Genova (nel frattempo era fuoriuscito dal sistema degli ospedali psichiatrici giudiziari per miglioramento delle sue condizioni mentali) per estorsione e rapina, esce a seguito di un permesso premio per recarsi a Savona a trovare la madre; avrebbe dovuto far ritorno il giorno successivo, mercoledì 18 entro le 9 di mattina. Di lui nessuna traccia.
Facile giungere a conclusioni per un criminale con il suo passato condito da molteplici evasioni: casomai viene da chiedersi come sia possibile che un serial killer con il suo curriculum possa godere di un permesso premio.

* in data 22 gennaio 2014 Bartolomeo Gagliano viene trovato morto nella sua cella del carcere di Sanremo; Gagliano si è suicidato impiccandosi alle sbarre con un lenzuolo.

Pubblicato in Misteri di Cronaca Nera

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