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Come diventare giornalista in Italia

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Intraprendere la carriera giornalistica in Italia richiede passione, dedizione e un solido percorso formativo e professionale. Lungi dall’essere un’attività improvvisata, il giornalismo nel nostro Paese è regolamentato e prevede specifici requisiti per l’iscrizione all’Albo Professionale, gestito dall’Ordine dei Giornalisti.

Ma diventare giornalista in Italia comporta anche esperienza pratica e ovviamente il superamento di un esame di idoneità. L’iscrizione all’Albo dei Giornalisti, sia come professionista che come pubblicista, rappresenta il riconoscimento formale della qualifica e abilita all’esercizio della professione.

L’iter per diventare giornalisti in Italia

Tuttavia, l’ingresso nel mondo del giornalismo è solo l’inizio di un iter di apprendimento continuo e di impegno costante verso l’etica professionale e la responsabilità informativa, soprattutto nell’epoca in cui viviamo, caratterizzata da una crescente disinformazione e da rapida evoluzione dei media, elementi che comportano una grande preparazione, scrupolosità e deontologia, così da garantire ai cittadini un’informazione libera e di qualità.

I requisiti di accesso e la formazione

Il primo passo per diventare giornalista in Italia è possedere i requisiti di base stabiliti dalla legge. Secondo la normativa vigente (Legge 3 febbraio 1963, n. 69 e successive modifiche), per accedere all’Albo dei Giornalisti è necessario essere cittadini italiani o di uno Stato membro dell’Unione Europea (o equiparati), godere dei diritti civili e non aver riportato condanne penali per delitti dolosi che comportino l’interdizione dalla professione.

Parallelamente ai requisiti formali, un solido background formativo è fondamentale. Sebbene non esista un unico percorso di studi obbligatorio, le lauree in discipline umanistiche come Scienze della Comunicazione, Lettere, Filosofia, Storia, Scienze Politiche e Giurisprudenza sono spesso considerate propedeutiche per acquisire le competenze di analisi, scrittura e comprensione del contesto socio-politico richieste dalla professione.

Negli ultimi anni, si sono affermati anche corsi di laurea specifici in Giornalismo e Comunicazione, offerti da diverse università italiane, che forniscono una preparazione più mirata sulle tecniche di scrittura giornalistica, il diritto dell’informazione, l’etica professionale e il funzionamento dei media.

Il tirocinio professionale

Una volta acquisita una formazione di base, il passaggio successivo e determinante per diventare giornalista professionista è lo svolgimento di un periodo di praticantato, o tirocinio professionale, presso una testata giornalistica regolarmente registrata al Tribunale di competenza. La durata e le modalità del tirocinio sono stabilite dal Consiglio Nazionale dell’Ordine dei Giornalisti (CNOG) e dai contratti collettivi di lavoro del settore. Attualmente, il praticantato ha una durata di 18 mesi e deve essere svolto sotto la guida di un tutor, un giornalista professionista con almeno cinque anni di anzianità.

Durante il tirocinio, il praticante ha l’opportunità di apprendere sul campo le diverse mansioni del giornalista: dalla ricerca delle notizie alla verifica delle fonti, dalla scrittura di articoli e inchieste al lavoro di redazione, fino all’utilizzo degli strumenti multimediali. È un periodo di formazione intensiva in cui si acquisiscono le competenze pratiche necessarie per esercitare la professione con autonomia e responsabilità. Al termine del praticantato, il giornalista in formazione deve redigere un quaderno di tirocinio che documenta le attività svolte e le competenze acquisite.

L’esame professionale

Il culmine del percorso formativo e professionale è rappresentato dall’esame di idoneità professionale, organizzato annualmente dal CNOG. L’esame è suddiviso in prove scritte e orali e mira ad accertare la preparazione teorica e pratica del candidato. Le prove scritte generalmente comprendono la redazione di un articolo su un tema di attualità, la soluzione di un caso pratico di deontologia professionale e la risposta a quesiti di diritto dell’informazione e tecnica giornalistica.

La prova orale consiste in un colloquio con una commissione esaminatrice composta da giornalisti professionisti e esperti del settore, durante il quale il candidato deve dimostrare la propria preparazione culturale, la conoscenza delle norme deontologiche e la capacità di affrontare questioni professionali.

Il superamento dell’esame professionale è il requisito indispensabile per l’iscrizione all’Albo dei Giornalisti Professionisti, che conferisce al giornalista il riconoscimento legale della propria qualifica professionale e lo abilita all’esercizio pieno della professione presso qualsiasi testata giornalistica italiana.

Il ruolo del giornalista pubblicista

Oltre alla figura del giornalista professionista, in Italia esiste anche l’Albo dei Giornalisti Pubblicisti. Questa categoria accoglie coloro che svolgono attività giornalistica in modo non esclusivo e retribuito, collaborando con testate registrate ma non esercitando la professione come impiego principale.

Per iscriversi all’Albo dei Pubblicisti è necessario dimostrare di aver svolto attività giornalistica retribuita e continuativa per almeno due anni e presentare la documentazione richiesta all’Ordine Regionale dei Giornalisti competente per territorio, senza essere previsto il superamento di un esame di idoneità professionale.

Come detto all’inizio, una volta entrati a far parte dell’Albo, sia come professionisti che come pubblicisti, il percorso di un giornalista non si conclude. La professione è in continua evoluzione, con l’avvento di nuove tecnologie e piattaforme digitali che impongono un costante aggiornamento delle competenze. L’Ordine dei Giornalisti promuove attività di formazione continua per i propri iscritti, al fine di garantire un elevato standard professionale e la conoscenza delle nuove tendenze del settore.

Un aspetto fondamentale è rappresentato dall’etica professionale e dal rispetto delle norme deontologiche. La Carta dei doveri del giornalista stabilisce i principi fondamentali che devono guidare l’attività informativa.

La Carta dei doveri del giornalista

La Carta dei doveri del giornalista, emanata dal CNOG e costantemente aggiornata per riflettere le evoluzioni della professione e della società, rappresenta il fondamento etico e deontologico imprescindibile per l’esercizio del giornalismo in Italia. Questo documento, che integra e specifica i principi sanciti dalla Legge professionale e dalla Costituzione italiana, definisce con chiarezza i doveri e le responsabilità del giornalista nei confronti del pubblico, delle fonti, dei colleghi e della professione stessa.

Tra i principi cardine spiccano l’obbligo inderogabile della verità sostanziale dei fatti, che impone una rigorosa verifica delle fonti e la massima accuratezza nell’esposizione delle notizie, evitando qualsiasi forma di manipolazione, omissione o distorsione informativa. Altrettanto fondamentale è il rispetto della dignità della persona, che si traduce nel divieto di diffondere notizie o immagini lesive, discriminatorie o che possano arrecare sofferenza ingiustificata.

La Carta sottolinea l’importanza della tutela della privacy, con particolare attenzione ai soggetti deboli e ai minori, e ribadisce la necessità di operare una netta distinzione tra fatti e opinioni, garantendo che il lettore possa discernere chiaramente tra l’informazione oggettiva e l’interpretazione soggettiva.

Il documento pone infine l’accento sulla responsabilità sociale del giornalista, chiamato a contribuire alla formazione di un’opinione pubblica consapevole e informata, nel pieno rispetto dei valori democratici e dei principi di pluralismo e libertà di espressione.

Pierfrancesco Palattella

Giornalista, Web Writer, Seo copy, fondatore di La Vera Cronaca

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