Zucconi, il giornalismo e la radio:
Direttore di Radio Capital.it e La Repubblica.it. Quali le maggiori soddisfazioni?
“Quelle che verranno domani. Questo è un lavoro che si costruisce giorno dopo giorno, che cambia e ti sorprende. La soddisfazione più grande è quella di avere un dialogo con chi ti ascolta, cosa che nella stampa tradizionale non succede. E’ un po’ come sapere che sei su un aereo meraviglioso che vola bene ma non sai dove andrà e nemmeno chi è il pilota.”
Vivendo in America, quali differenze ha riscontrato tra il nostro modo di fare informazione e quello statunitense?
“Per cominciare l’aspetto tecnico. In America, ho il Wi-fi che va almeno dieci volte più veloce di quello che ho qui, senza spendere di più di quello che pago in Italia. Quando devo mandare un video dall’America all’Italia impiego quaranta secondi, quando lo faccio dalla redazione romana verso l’America ci vogliono cinque minuti. Naturalmente il mezzo cambia il messaggio. Tutto diventa più complicato, difficile, farraginoso e questo limita il più possibile l’uso di questi mezzi.”
La radio, come mezzo di diffusione delle informazioni ha una marcia in più rispetto alla televisione o al web?
“Come gli altri mezzi di informazione è stata superata dalla rete, le persone si informano su internet grazie all’istantaneità delle notizie, ai link animati e ai social network . La radio possiede un elemento indispensabile, a differenza degli altri mezzi di comunicazione, l’intimità: cioè il rapporto cha ha con il suono, con la voce, la musica che esce dallo stereo dell’auto di casa. Crea un rapporto personale; ciascuno di noi ascolta la radio, la gode o la odia da solo. Mentre con la televisione manca questo rapporto. C’è sempre la sensazione di essere parte di qualcosa che non ti appartiene, che in un certo senso ti è estraneo.”