In questo articolo parliamo di:
Gli alunni pedalano producendo energia:
Come è nato questo progetto Scuole a pedali?
“Scuole a pedali è un progetto di natura didattica nato all’interno della scuola, il tema scelto è quello dell’energia ed in modo particolare le quantità energetiche correlate ai comportamenti umani; il tutto nasce per promuovere una consapevolezza degli studenti su tale problema energetico, in riferimento anche alla questione ambientale.”
Come funzionerà materialmente il progetto?
“Il tutto ruota intorno ad una ‘sala dell’energia’, in termini fisici si tratta di una sala con 18 postazioni, di cui 8 spin bikes, 8 dinamo a manovella e 2 rulli di allenamento per le bici, tutte collegate con dinamo in modo da produrre energia elettrica: tutta l’energia prodotta viene convogliata su un accumulatore e questa energia accumulata verrà utilizzata poi dalla scuola, per uso collettivo. A produrre energia saranno gli stessi alunni dell’istituto: ogni ragazzo avrà una tessera personale, servirà per attribuirgli le quantità energetiche che ha prodotto e che gli verranno riconosciute come crediti energetici. Per cui il ragazzo sarà titolare di un credito energetico che cresce man mano che pedala.”
A cosa serviranno questi crediti?
“Sono crediti che ciascuno studente accumulerà e che serviranno per riconoscere, allo studente stesso, premi e benefit in base a quanto hanno prodotto, quali ingressi al cinema, buoni libro, acquisto dvd, ricariche telefoniche ed altri beni o servizi ad alta appetibilità ma scolasticamente e socialmente compatibili. Nel momento in cui un professore deve fare una lezione ed ha bisogno di energia (videoproiezioni, dvd, computer, etc.) la si utilizza, i ragazzi tirano fuori le loro schede ed il prof scala i crediti di cui ha bisogno.”
Istituto Tecnico Industriale Vallauri: prima scuola a pedali
Il tutto, oltre all’utilità pratica, ha anche una funzione didattica?
“Certamente: mentre pedalano su un video vedranno quanti watt stanno producendo, quindi avranno una conoscenza diretta ed una dimensione esperienziale. Impareranno materialmente quanti watt si consumano per una determinata operazione e quindi servirà anche a migliorare la loro consapevolezza e, di conseguenza, i loro comportamenti: perche, quando una persona sa, si comporta in maniera diversa rispetto a quando non sa.”
Voi siete la prima scuola a proporre un’ idea simile: quando partirà il progetto?
“Si siamo la prima ‘scuola a pedali’: il progetto parlando di applicazione effettiva partirà ad ottobre con l’inizio dell’ anno scolastico: ad oggi abbiamo già lanciato la sala energia con le torrette per le contabilizzazioni, i display, gli allacci: è stato un progetto realizzato anche grazie alla Provincia di Roma che lo ha sostenuto.”
I ragazzi come hanno accolto questo progetto?
“I ragazzi hanno mostrato curiosità, sono venuti a vedere di cosa si trattava e sono interessati; la tessera ricaricabile, le spin bike professionali dove possono pedalare ecc.. è un gioco che intriga le loro menti. Ma in realtà alla fine è anche un processo di apprendimento vero e proprio. Come dicevo prima è un modo per conoscere determinate realtà e, magari, per riuscire a rimodulare i propri comportamenti in base a queste conoscenze. Ma c’è un’ altra cosa importante all’interno del progetto.”
Accumulare watt da donare:
Di cosa si tratta?
“Una novità assoluta, ossia quella del donatore di watt: abbiamo concepito questa figura che non è uno studente: può essere un professore, uno del personale didattico, un genitore..ecc. In sostanza adulti che avranno un’ altra tessera diversa da quella degli studenti, ma che potranno utilizzare la stessa sala per produrre energia ed accumulare watt che verranno riutilizzati in momenti di natura collettiva o sociale, come ad esempio un concerto ecc… “
Quindi dei veri e propri donatori di watt
“Esattamente: è già stata sperimentata qualcosa di simile, ma sempre per produrre energia in tempo reale con il donatore che doveva quindi pedalare ad una velocità molto alta. Nel nostro caso invece, con il centro di donazione i watt si possono accumulare e donarli poi per eventi di finalità collettiva e sociale, come ad esempio l’accensione di un albero di Natale a pedali, l’energia per un concerto ecc…; questa è la parte sociale del progetto e spero che abbia molto successo. È un po’ come quando una persona si reca a donare il sangue, attività virtuose prodotte in favore della collettività. E’ un modo interessante per aprire la scuola al contributo sociale e, contemporaneamente, esercitare l’azione formativa anche su coloro che non sono studenti.”