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Dott. Naccari Calizzi: “prevenire è meglio”
Carmine Naccari Carlizzi è Medico Chirurgo specialista in Ortopedia e Medicina dello Sport. Se da un lato, ci suggerisce, è possibile oggi risolvere molti problemi con interventi chirurgici personalizzati mini-invasivi, dall’altra si cerca sempre di evitare anche questi, quando possibile, optando per una buona terapia conservativa.
Mantenere la propria struttura ossea originaria, infatti, è sempre meglio. È proprio per questo motivo che, anche un professionista come questo con tanti interventi chirurgici di successo alle spalle, spesso e volentieri preferisce mettere in atto terapie rigenerative di ultima generazione con l’uso di cellule staminali o autologhe.
Tali tecniche diventano importanti anche in associazione all’intervento chirurgico quando queste terapie vengono messe in pratica per la conservazione e il rinforzo delle strutture. È chiaro, tuttavia, che la rigenerazione ha il compito fondamentale di consentire al paziente di svolgere un tenore di vita uguale, o migliore, rispetto all’epoca precedente al presentarsi del problema e, se così non è, si preferisce intervenire in maniera risolutiva con la chirurgia.
Osteoporosi, prima si riconosce, prima si evita
La progressiva perdita di massa ossea con il passare dell’età, cioè l’osteoporosi, specialmente nelle donne (ma non solo loro), è oggi un problema diffuso. Le statistiche dicono che (solo in Italia) il 23% delle donne e il 14% degli uomini sopra ai 50 anni sono affetti da questa malattia. Anche se è un problema prevalentemente femminile, come si vede, non bisogna sottovalutare che nel mondo maschile i problemi che insorgono sono statisticamente più gravi e debilitanti.
Le manifestazioni di questo problema sono talvolta anche piuttosto precoci negli ultimi anni. Si inizia con una piccola frattura e poi, magari poco dopo, se ne presenta un’altra e così via a cascata. Nella maggior parte dei casi, purtroppo, ci si mette un po’ a capire che si tratta proprio di una condizione patologica e non solo di fratture isolate frutto della sfortuna.
Ecco perché è di importanza fondamentale che le persone siano ben informate, come suggerisce Carmine Naccari, e che, magari, dopo a una certa età si facciano esami di controllo. I segnali, comunque, anche senza esami diagnostici precisi, ci sono e sarebbe sufficiente che le persone li sapessero riconoscere.
La schiena che s’inarca, la diminuzione della statura, dolori leggeri ma persistenti sono i campanelli d’allarme più comuni. In presenza di determinati fattori di rischio (familiarità, stile di vita disordinato, magrezza significativa, menopausa precoce) questi segnali vanno tenuti ancora più in considerazione.
Proteggere la salute e il benessere delle proprie ossa
L’osteoporosi, come ci dice il Dott. Naccari, non è come molte persone ritengono una condizione naturale dovuta all’invecchiamento (anche se indubbiamente può essere un maggiore fattore di rischio), ma piuttosto una vera e propria malattia sistemica. Essa determina una demineralizzazione delle ossa con conseguente elevato rischio di fratture che compromettono la qualità della vita e il benessere della persona affetta e, di conseguenza, anche dei suoi familiari. Prevenire la malattia è possibile muoversi in diverse direzioni, in particolare:
- seguendo una dieta alimentare appropriata,
- facendo attività fisica,
- esponendosi ai raggi solari,
- seguendo una terapia adeguata per la rigenerazione dei tessuti.
Una buona dieta
Il calcio è un micronutriente fondamentale per la salute delle ossa e quindi non dovrebbe mai mancare, seppur in una dieta equilibrata di tutti i nutrienti per il benessere di tutto l’organismo. Una dieta variata dovrebbe portare anche il giusto apporto di vitamina D, proteine, sali minerali che sono importanti per il metabolismo osseo. Da ridurre invece gli alimenti che favoriscono l’eliminazione di questi nutrienti e del calcio in particolare, come: il sale (e tutto quello che ne contiene molto) e gli ossalati (in spinaci, rape, legumi, pomodori, uva, caffè, tè etc.). Da limitare, perché ne limitano l’assunzione: troppe proteine, fibre integrali, alcolici.
Attività fisica e movimento
La sedentarietà è nemica di uno scheletro in salute a tutte le età ed è proprio per questo che va evitata in tutti i casi, anche in presenza di qualche dolorino. Si consiglia, per questo, di fare un po’ di attività e movimento: anche poco può essere importante. Il movimento stimola le cellule delle ossa e le rende più forti. Nelle persone anziane, oltretutto, il movimento garantisce un buon livello di forza muscolare, indispensabile per evitare cadute e quindi fratture.
Terapia al sole: vitamina D
L’esposizione ai raggi solari, si sa, è importante per soddisfare il fabbisogno di vitamina D. Questa, infatti, viene sintetizzata anche in autonomia nella pelle sotto lo stimolo dei raggi UVB. Basta un’ora al giorno esponendo viso, mani e braccia per garantire una buona produzione di questo importante elemento. Esso, tuttavia, può essere assunto anche dagli alimenti (c’è nel pesce, nel rosso d’uovo, nell’olio di fegato di merluzzo) o per mezzo di appositi integratori (ovviamente sempre prescritti dal medico).
Osteoporosi, prevenzione e cura: terapia
In presenza della malattia, oltre a cercare di seguire lo stile di vita appena descritto, è importante anche fare qualcosa di più consistente. La guarigione da una frattura non fa guarire dall’osteoporosi (che non è in tutti i casi possibile), ma ci vogliono misure specifiche per poter convivere con essa senza problemi, conducendo una vita normale. Una terapia farmacologica idonea, prescritta da un Ortopedico esperto, garantirà il rallentamento o anche l’arresto della progressione della malattia. L’osteoporosi è un problema grave se viene sottovalutato, ma una condizione con cui si può tranquillamente convivere se ci si prende cura delle proprie ossa nel modo giusto ogni giorno