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Il taglio dei finanziamenti ai parchi nazionali:
“La situazione è abbastanza strana perché non riguarda solo i tagli, se fosse così si potrebbe cercare il confronto e mediare. Ma qui c’è una nota che afferma che da una parte si tagliano del 10% i finanziamenti a tutti i ministeri, quindi anche a quello dell’ambiente, e questo può far parte della manovra; dal’altra vi è poi una norma che, per come è scritta adesso, taglierebbe in più il 50% dei finanziamenti ai parchi nazionali. Noi ci auguriamo sia una errore, tagliare del 50 % i finanziamenti vorrebbe dire chiudere la metà dei parchi nazionali.”
La Federazione Italiana dei Parchi e delle Riserve Naturali (Federparchi) è un’associazione di promozione sociale che riunisce e rappresenta gli Enti gestori delle aree protette naturali italiane; riunisce attualmente oltre 160 organismi di gestione di parchi nazionali e regionali, aree marine protette, riserve naturali regionali e statali, oltre ad alcune Province, Regioni e diverse associazioni ambientaliste.
“Siamo per i parchi quello che l’Anci è per i comuni” – ci dice il Presidente Sammuri – “ossia l’unione degli enti gestori dei parchi italiani nazionali e regionali; abbiamo 23 parchi nazionali su 24 associati, 130 su 160 regionali. In sostanza rappresentiamo tutto il modo dei parchi e lo facciamo in vario modo, interloquendo con le istituzioni per quanto riguarda le leggi che vengono approvate; siamo in contatto con ministero, regioni ecc….”
Come sono finanziati i parchi nazionali?
Avendo sotto controllo gran parte dei parchi naturali italiani, non è difficile per Federparchi azzardare un’ ipotesi di cosa potrebbe accadere se quella nota all’interno della manovra trovasse riscontro pratico: “Sarebbe un suicidio; al momento i parchi nazionali si finanziano per la maggiore con le risorse del ministero dell’ambiente; già non è una cifra sostanziale quella che arriva, figuriamoci se si decidesse questo ulteriore taglio di ben il 50 %; poi ci tengo a sottolineare che un taglio vero e proprio non sarebbe perché questa cifra, pur non essendo più girata ai parchi, resterebbe comunque a disposizione del ministero dell’ambiente ed impiegata per altre situazioni. Comunque, ribadisco, tagliando del 50% i finanziamenti ai parchi si rischierebbe di vederne chiudere circa la metà.”
La nota presente all’interno della manovra è in effetti alquanto strana e troppo restrittiva per i parchi naturali, tanto da aver spinto il ministro dell’ambiente, Stefania Prestigiacomo, a prendere posizione apertamente, in un’intervista rilasciata ad un noto quotidiano, contro questi tagli.
“È una norma prevista nella manovra – continua il presidente di Federparchi, Sammuri – lo stesso ministro si è espresso in modo molto critico rispetto a questa norma etichettandola come ‘assurda’, perché è anche lei consapevole dei danni che causerebbe. Se fosse approvata, non ci sarebbero nemmeno le risorse per pagare il personale, l’elettricità. Ripeto, il 50% è molto di più di un semplice taglio.”
Situazione economica dei parchi naturali:
Sarebbe un vero e proprio colpo di scure che andrebbe ad abbattersi sui parchi naturali, la cui situazione a livello economico è già di per sé abbastanza instabile: “Attualmente i parchi nazionali vengono da un periodo di finanziamenti abbastanza scarni; ciò nonostante stanno svolgendo un lavoro egregio di conservazione della natura e contribuiscono anche allo sviluppo economico locale.”
Ma ad oggi, appreso di questa nota all’interno della manovra, quali riscontri ci sono stati da parte del mondo politico? “Abbiamo fatto incontri – conclude Sammuri – con quattro dei cinque gruppi parlamentari presenti al senato; Pdl, Pd, Udc, Idv. Mi sento di dire che tutti hanno compreso il problema e l’importanza della questione; si tratta ora di capire se c’è la possibilità e la volontà di trovare le giuste correzioni in sede di conversione del decreto stesso in legge.”