Proteste e occupazioni:
E’ stato indicato tra i possibili enti destinati a scomparire e da allora i lavoratori stanno vivendo un’altalena estenuante di notizie contrastanti; dopo la notizia della chiusura decisa nella manovra era iniziata a circolare la voce che l’Isfol sarebbe stato tolto dal provvedimento, salvo poi le dichiarazioni del Ministro Tremonti di oggi sabato 29 Maggio tese a sottolineare come tutte le note uscite nei giorni scorsi vadano considerate sostanzialmente carta straccia. Compresa quindi quella che aveva dato nuovamente speranza ai lavoratori dell’ ente di non essere più destinati a scomparire.
Nei giorni passati era stata decisa dai lavoratori stessi l’occupazione dell’ edificio ospitante l’ente in segno di protesta; sul social network Facebook è nata una pagina all’interno della quale si da voce a questa occupazione. L’ ideatore del progetto, Franco Cesari, ci spiega che la protesta è stata momentaneamente sospesa:
“L’assemblea di ieri venerdì 28 ha deciso a maggioranza di sospendere l’occupazione della sede dell’istituto, aspettando notizie certe su quello che ci avevano detto; era arrivata una nota da parte del Ministero del Lavoro nella quale sembrava che l’ Isfol era stata tolta dalla lista dei tagli. L’ uscita di Tremonti di oggi afferma che tutte le note uscite in questi giorni non contano; questo ci lascia un po’ di amaro in bocca e ci mette molta agitazione. Abbiamo deciso di abbandonare la protesta ma facciamo presto a ricominciare.”
Il ruolo dell’Isfol:
L’ incertezza come detto prosegue e l’altalena di notizie non provoca alcun giovamento ai lavoratori dell’ Isfol; ricordiamo che sono all’incirca 600 dipendenti dei quali 279 con contratto a tempo determinato che, in caso di soppressione dell’ente, resterebbero senza un lavoro mentre gli altri verrebbero ricollocati presso altri enti. Causando notevoli disagi.
“Da un punto di vista di proporzione – prosegue Cesari – se chiudessero il nostro ente verrebbe a mancare tutto ciò che riguarda la materia di ricerche sul lavoro, mercato del lavoro, informazione, assistenza per lo sviluppo di formazione professionale ed altro. Tra l’altro ci sono indicazioni specifiche da parte della Commissione Europea le quali affermano espressamente che determinate funzioni non possono esser svolte dalle amministrazioni centrali dello stato proprio perché non godrebbero della necessaria autonomia per esercitare.”
Una data certa per sapere cosa ne sarà del loro futuro, i lavoratori ancora non la hanno: “dobbiamo aspettare il momento dell’approvazione del decreto, prima non riusciremo a sapere molto. Non abbiamo avuto alcun riscontro, abbiamo soltanto parlato con il nostro presidente il quale ci ha tranquillizzati in qualche modo.”
A parte le tranquillizzazioni di rito, per molti, il futuro potrebbe essere grigio: “Sono diversi ad essere in bilico; io stesso sono uno di quelli che rischia di più poiché,- conclude Cesari – all’età di 45 anni, mi ritrovo con poche certezze. Sono in Isfol da molti anni ma in passato ne ero uscito per un breve periodo e sono rientrato nel 2008, chiaramente con un contratto a tempo determinato. Se la soppressione dell’ente venisse confermata mi ritroverei, con molti altri, senza un lavoro.”