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Leggende metropolitane e dicerie: definizione e differenze
Quale è la differenza, se esiste, tra leggenda contemporanea e metropolitana e quali le caratteristiche salienti?
“È meglio parlare di leggenda contemporanea. Il termine metropolitana viene dall’inglese urban (nel termine urban legend) e nella traduzione appunto il riferimento è unicamente rivolto alla città. In realtà si tratta di storie legate alla campagna, al mondo rurale e anche ai piccoli centri, dunque la definizione migliore è contemporanee, anche soprattutto perché si tratta di storie che appartengono al nostro tempo, i protagonisti sono reali ma sfuggevoli. Persone concrete del nostro tempo ma, per la loro natura, astratti nei tratti salienti, dunque difficili da identificare.
Come nasce la leggenda metrpolitana?
“Nascono da discussioni collettive di noi tutti e raggiungono la forma di storie strutturate. Sono racconti intrisi di folklore, dai connotati che riprendono vecchie inquietudini e angosce. Nascono appunto dalle nostre paure, dal timore del diverso, dall’altro, da ciò che nuoce. Narrazioni che ci rendono più certi e sicuri, perché offrono una spiegazione a ciò che non conosciamo.”
Possiamo fare un esempio di leggende metropolitane di questo tipo?
“Dopo l’11 settembre in tutto il mondo circola la storia di un uomo dai tratti mediorientali che alla cassa di un supermercato si accorge di non avere i soldi sufficienti per pagare. Trattandosi di pochi spiccioli la signora subito dopo lui in fila si offre di pagare la differenza. Una volta usciti al parcheggio l’uomo si avvicina a lei chiedendo come potesse sdebitarsi. La signora risponde che va bene così, anzi, per così poco non serve nulla. L’uomo allora l’avvisa di non recarsi in quel negozio il giorno di Natale (si tratta di una delle varianti, potrebbe essere il giorno di Pasqua o la settimana successiva). Il messaggio salvifico trasmesso alla donna permette di sentirsi sicuri e non correre più il pericolo. La leggenda in questo senso esorcizza la paura sublimandola.”
Come nasce una leggenda metropolitana
Come raccogliete le leggende?
“All’inizio molti collaboratori hanno raccolto ritagli di giornale riportanti queste storie. Anche se può sembrare strano a prima vista queste storie come vere arrivano proprio dai quotidiani e dalle redazioni, come ad esempio la storia del bambino rapito al supermercato. Apparire sui giornali rende vera la notizia e dunque socialmente condivisa. Chiedendo al giornalista la sua fonte, questi risponde di aver sentito la storia da parte di tre persone e dunque diventa attendibile. Sono storie importanti per sopravvivere proprio perché esorcizzano le paure.”
Come avviene la verifica delle leggende metropolitane contemporanee?
“Il primo passo consiste nell’individuare dove e quando nasce una storia. Riporto l’esempio della storia sulle vipere volanti – trattate in La famosa invasione delle vipere volanti, e altre leggende metropolitane dell’Italia d’oggi, 1994, ed. Sonzogno – generatasi in Francia e giunta in Italia attraverso la Svizzera. Quando è nata negli anni ’80 in Francia la motivazione offerta era attribuita alla volontà delle case farmaceutiche di avere nuovamente a disposizione il siero antivipera; creare dunque il danno per vendere il siero. Le persone si sarebbero allora premunite di siero prima di fare una scampagnata gonfiando così le tasche delle case farmaceutiche. Spostandosi in Italia invece si adduce il motivo del ripopolamento del rettile, l’alimentazione dei rapaci in via di estinzione o il conflitto tra i cacciatori e gli ambientalisti.”
E’ quindi importante una forte presenza dell’elemento fantastico?
“Esattamente: per essere riconosciute hanno bisogno di un elemento che fa stupire. In questo caso lo stupore deriva dal fatto che i serpenti arrivano dal cielo. Da notare è che quando si parla di politiche di ripopolamento si usa il termine “lancio” che qui è stato tradotto letteralmente nella costruzione della storia.”
L’aspetto folkloristico delle dicerie
Quali sono i passi successivi da compiere per verificare una leggenda metropolitana?
“Circa la domanda da cui siamo partiti ossia la verifica delle storie la procedura consiste nella ricerca delle fonti, proprio come fa il giornalista che nel nostro caso spesso è proprio lui la nostra fonte. Persone precise possono essere protagoniste delle storie e tra le numerose varianti della ‘bionda rubarene’[1] ricordo il caso di un ragazzo emiliano che era stato indicato dai giornali come vittima dell’espianto. Il giovane era però andato in vacanza e al suo rientro dovette smentire la notizia ai media.”
È possibile che le storie vengano replicate nella realtà?
“Certo. È quello che i sociologi del folklore definiscono ostensione. Le storie sono appunto contraddistinte da elementi fantastici, reali e verosimili e ciò li rende possibili nella realtà quotidiana. La replica nella realtà dunque avvalora ancora di più la leggenda contemporanea proprio perché offre una possibilità di realizzarsi in fatti. Ricordo per esempio la storia di una donna dimenticata in autostrada dal marito che una volta giunto a casa si accorge dell’assenza della consorte. Una leggenda nata negli Stati Uniti e giunta fin qui.”
Cosa successe con quella storia?
“Contattando però l’agenzia stampa che aveva lanciato la notizia ho avuto dai giornalisti i recapiti dell’autogrill dove si trovava la donna. Lì mi è stato detto che la storia era stata raccontata dagli agenti della Polstrada che trovata la donna hanno fatto la colletta per l’acquisto di un biglietto ferroviario per la signora. Contattando gli agenti ho avuto la conferma di quanto accaduto. La storia è vera, sono riuscito a parlare con una parente stretta della signora.”
L’importanza di leggende contemporanee e dicerie
Qual è l’importanza delle leggende contemporanee?
“Da un punto di vista sociologico è importante conservare questo materiale perché appartiene al patrimonio culturale e al folklore che oggi vive e si trasforma prendendo vita dal folklore antico. Per questo esistono tematiche universali come l’autostoppista fantasma e continue contaminazioni dal mondo cinematografico, dei fumetti e della narrazione oltre alle varie differenze regionali. Profezie lanciate presenti anche nell’antichità che servono a comprendere la società.
Quanto è importante il lavoro che porta avanti il vostro centro?
“La nostra è un’associazione privata senza riconoscimenti accademici e istituzionali. Abbiamo ricercatori universitari che collaborano con noi. Nel 2004 abbiamo organizzato un convegno a Torino che ha riscosso grande successo ed è un’esperienza da ripetere. Il centro vive di volontariato, non abbiamo appoggi politici o di altro tipo e non abbiamo una sede. Si tratta di una rete di collaboratori e appassionati che si impegnano nella raccolta, nella conservazione e diffusione di quello che consideriamo un patrimonio culturale da non perdere; sul nostro sito è possibile consultare un’ampia carrellata di storie che abbiamo raccolto nel corso degli anni. Chiunque vuole può scriverci per segnalarci qualche leggenda contemporanea.”
[1] Si tratta della leggenda contemporanea che racconta, nelle sue varianti, la storia di una ragazza avvenente che seduce uomini per scopi criminosi quali in questo caso l’espianto d’organi.