In questo articolo parliamo di:
L’occupazione femminile a Bolzano:
A fornirci una risposta è Franca Toffol, vice presidente della Commissione provinciale per le pari opportunità di Bolzano e redattrice delle pagine italiane di Donne e Lavoro Bolzano, una rete di servizi e associazioni presenti sul territorio provinciale mirate al raggiungimento delle pari opportunità fra uomini e donne.
“Siamo in una provincia la cui situazione è abbastanza anomala rispetto al resto di Italia, abbiamo un tasso di occupazione femminile che raggiunge il 67,8%; dati altissimi rispetto al resto del paese. Detto questo, rimangono tutti gli aspetti critici legati all’occupazione femminile che ci sono nel resto di Italia.”
A quali aspetti fa riferimento in particolare?
“C’è anche qui un divario retributivo del 17% con gli uomini, le carriere femminili sono di bassa qualità rispetto a quelle maschili, nel senso che pochissime donne arrivano a coprire incarichi dirigenziali di rilievo, e c’è un uso eccessivo del part-time. Che da un lato è un bene, perchè la nostra provincia tutela la maternità in modo eccellente e c’è un grande numero di dipendenti provinciali e comunali donne che utilizzano il part-time; da un lato è un problema da un punto di vista pensionistico perchè non si può riconvertire.”
A proposito di pensioni, anche sotto questo aspetto c’è una netta differenza uomini – donne: conferma?
“Gli ultimi studi ci dicono che, a livello italiano, le pensioni di vecchiaia femminile sono come cifra la metà di quelle maschile, arrivano a circa 500 euro. Queste le criticità più evidenti che sono comuni al resto di Italia.”
Le tagesmutter: babysitter di giorno
Tornando al dato su Bolzano, il 67,8% di occupazione femminile è pur sempre un record. Come può essere spiegato questo dato?
“Certo, mi rendo conto che siamo in una situazione favorevole rispetto al resto del paese. Da noi c’è un’ occupazione molto forte nei settori commercio, turismo e pubblico; abbiamo dei servizi all’infanzia che rispetto alle percentuali del sud Italia sono nettamente favorevoli. Mi riferisco ad esempio servizio di Tagersmutter.”
Tagesmutter? Di cosa si tratta?
“Letteralmente, mamme di giorno: donne che, dopo corsi di formazione riconosciuti dalla provincia con tanto di certificazione, possono prendere in casa, di giorno, una quantità di bambini piccoli. Non un asilo nido, ma un servizio domiciliare per cui una donna prende 4 o 5 bambini a casa sua e li tiene mentre i genitori sono a lavoro (Lavoro e nuove professioni: Tagesmutter, mamme di giorno).”
Una sorta di baby sitter con più bambini a cui badare?
“Si, ma è un lavoro controllato, regolato previo corso di formazione e certificazione; non c’è lavoro nero perché le Tagesmutter vengono in parte pagate dalla provincia ed in parte dalla famiglia. Sono piccole strategie che aiutano le donne. Tra l’altro va detto che il dato favorevole sull’occupazione femminile si incardina in un altro dato, quello generico sul lavoro, che è comunque positivo a 360 gradi: se le donne sono al 67,8%, la percentuale di uomini che lavorano da noi è dell’84%.”
Mancano ancora le donne nei ruoli di rilievo:
A Bolzano in sostanza lavorano tutti; una vera e propria isola felice?
“Si il tasso di disoccupazione è basso qui, l’Alto Adige è obiettivamente una provincia ricca. Va anche detto che mancano studi sul livello di povertà che qui si sta alzando; anche i nostri dati cominciano a mostrare i primi cedimenti. Negli ultimi anni sono aumentate del 10% le persone iscritte al collocamento.”
Tornando a monte, perchè le donne, anche da voi, non riescano ad accedere a ruoli lavorativi di rilievo?
“È una fotografia della mentalità italiana che qui è la medesima. Il sistema lavorativo è arcaico, legato a tempi maschili. Tutti i paletti che ci sono nel resto del paese li abbiamo anche qui. A livello di carriera una donna in età riproduttiva viene vista come un rischio. Tutti i limiti del mercato nazionale ci sono anche qui.”
Tutto il mondo è paese. Cosa pensate quando leggete i dati sull’occupazione femminile nel resto di Italia? In particolare al sud?
“È una cosa terribile, ed il fatto che riguardi solo il meridione non è per noi un sollievo. La disoccupazione femminile porta con sè una serie di problematiche che non riguardano solo il lavoro; si rischia una regressione cultuale e sociale per tutti, anche per il nord. Quindi quello che succede al sud ci riguarda un po’ tutti. C’è un peggioramento dei dati sull’ occupazione femminile a livello nazionale e dobbiamo lavorarci insieme; il modello casalingo non esiste più, non ci sono più le risorse.”
Per migliorare a livello nazionale, potrebbe essere utileprendere ad esempio il modello dalla vostra Provincia?
“Noi abbiamo misure per favorire l’ imprenditoria femminile, la cooperazione femminile, misure conciliative per la famiglia ecc…. ci sono iniziative pratiche finalizzate all’inserimento della donna nel mondo del lavoro. E sono iniziative che potrebbero essere tranquillamente assunte anche altrove nel resto di Italia; non sono una nostra esclusiva.”