In questo articolo parliamo di:
Un partito vero composto da disabili:
Questa sono le ragioni per le quali il Mid, circa cinque anni fa in fase di nascita, decide di costituirsi come partito; più che un’associazione, nei loro piani per tentare di cambiare la situazione dei disabili può essere efficace un partito politico-
“L’ unica maniera per cambiare la situazione disabili è quella di fare un partito – continua il coordinatore nazionale – creare un’altra associazione non sarebbe servito a nulla, si sarebbe solo andata a sommare alle molte che già esistono ma non avrebbe affrontato il problema. Noi siamo un partito vero e proprio, vogliamo crescere e continuare su questa direzione cercando di portare i nostri rappresentanti in parlamento; lo vogliamo fare realmente, vogliamo persone lì che battano i pugni sugli scranni e combattano per i diritti dei disabili. In questo campo credo che siamo l’unico movimento che vuole affermarsi in politica, le altre sono per lo più associazioni.”
Chiediamo al coordinatore se in passato hanno già presentato le loro liste all’interno di qualche competizione elettorale, ci risponde orgoglioso e con un pizzico di rammarico.
“Ci siamo presentati alle comunali in Puglia e per poco riuscivamo a spuntarla, ci è andata male solo per qualche voto ma diciamo che era un po’ un esperimento. Abbiamo molte adesioni ci stiamo facendo conoscere e penso che diamo anche fastidio sia a destra che a sinistra in quanto noi siamo apolitici; a noi interessa solo risolvere i problemi della disabilità. Stiamo crescendo e ci stiamo facendo conoscere, ma d’altra parte non è facile anche perché noi non abbiamo soldi; il tesseramento per il nostro movimento è gratuito, non come quello per i grandi partiti. Ci sentiremmo molto a disagio a chiedere soldi ad un disabile, quindi ci autofinanziamo e viviamo con le donazioni che ci arrivano.”
Il programma del Mid:
La corte da parte di partiti più noti, ci confida il coordinatore Gianfranco Malato, non manca e non è mai mancata ma non si è mai tradotta in qualcosa di concreto: “Molti partiti sotto elezioni ci hanno fatto la corte, ma nessuno ha voluto accogliere le nostre richieste; dovevamo ridurci soltanto ad essere un serbatoio di voti e così abbiamo preferito lasciar stare; per ora non vogliamo apparentarci con alcun partito poi in futuro non si sa mai.”
Come ogni partito che si rispetti, anche il Mid ha un suo programma ben incorniciato in alcuni punti sui quali batte con insistenza: “i nostri punti da portare avanti sono: assegno sociale; pensioni minime per disabili che purtroppo hanno dovuto smettere di lavorare; assegno di accompagno per chi si ritrova disabile ed ha inevitabilmente bisogno di assistenza anche perché i servizi sociali sappiamo bene come funzionano. Ora con la nuova manovra andranno anche ad assottigliarsi ulteriormente. L’ ultimo punto del nostro programma, ma forse il più importante, prevede la nascita di un Dipartimento a se stante, come fosse un ministero; in questo modo si andrebbe a creare un sistema diretto, con meno passaggi burocratici e risparmiando così diversi soldi che potrebbero poi esser reinvestiti per i disabili.”
Controllo sui fondi destinati al sostegno:
Un altro passaggio importante, infatti, che preme molto al Mid come partito è quello della chiarezza dei fondi destinati al sostegno; tra i potenziali compiti che si propone di svolgere vi sarebbe anche quello di controllo.
“Perché, per fare un esempio, se viene stanziata una cifra per determinati insegnanti di sostegno quando poi questa cifra arriva a destinazione è sempre minore di quella preventivata inizialmente? I soldi si perdono per strada nei numerosi passaggi burocratici: se si facesse tutto in modo diretto sarebbe anche più facile controllare.
Quante volte leggiamo di corsi di computer per i disabili, ma poi chi controlla? Vengono stanziati tot soldi da una regione ma poi chi sa dove vanno a finire? Il disabile poi trova realmente un posto di lavoro? Perché anche sulla legge che riguarda la disabilità sul lavoro siamo in alto mare; forse non tutti sanno che le aziende preferiscono magari pagare una multa alla comunità europea piuttosto che non assumere un disabile.”