Botteghe storiche sparite: ora solo bar e aperitivi
Anche Fiorenzo, ex giornalista e artista con un piccolo studio poco più avanti, ricorda l’anima popolare di San Lorenzo. “Qui c’era la Roma operaia dei ferrovieri e degli artigiani, di cui ora resta poco o niente. Ma non si può parlare del quartiere come se fosse una cosa sola”.
Dall’altra parte, nella via parallela, c’è un altro mondo. Un’altra San Lorenzo. Quella dei locali, degli aperitivi e della vita notturna. Tuttavia la crisi è arrivata pure qui. Via degli Aurunci, ai piedi della piazzetta, è praticamente divisa in due. A sinistra i locali, a destra di nuovo una fila di negozi sfitti. “L’ultimo falegname ha chiuso bottega poco tempo fa” – spiegano dalla Libreria Caffè, da 8 anni presente nel quartiere –aprono soprattutto bar e birrerie, gestiti da italiani, ma che appartengono sempre più spesso a stranieri”.
Ai giovani non dispiace. Come racconta Ilaria, studentessa di Psicologia da 2 anni residente a Roma: “di sera mi piace questo quartiere, che in fondo non è così pericoloso come dicono i giornali. Io non ho mai paura, nemmeno di notte”. Le risse scoppiano fra i maschi, dopo un drink di troppo e per futili motivi. La gran parte delle vie del quartiere dove ora si affacciano ristoranti, pizzerie e pub, durante i bombardamenti americani aveva le sembianze di trincea, con macerie e crateri sparsi un po’ dappertutto. Le stesse strade (ricoperte di buche) in cui oggi i residenti sono esasperati a causa del degrado.
Un’anima popolare e operaia che non esiste più:
In via degli Ausoni, i cittadini vorrebbero più iniziative culturali per incentivare il commercio di qualità. Servirebbe un intervento del Comune: il municipio, da solo, non può farcela. Un successo istituzionale è l’asilo Pinocchio in via dei Sabelli, figlio dell’occupazione. “Attualmente la struttura –ci spiega la vicedirettrice- conta circa 92 bambini, quasi tutti italiani”. Una particolarità rispetto ad altri asili comunali di Roma.
L’istituto è attrezzato e molto attento alla sicurezza: un tema che percorre la zona in forme diverse. Le forze dell’ordine in piazza per beccare i pusher, la porta chiusa dall’interno nella scuola d’infanzia, il muro della memoria in via dei Sardi: opera realizzata da un gruppo di donne contro la violenza di genere e il femminicidio.
Il giro a San Lorenzo termina sotto le antiche Mura Aureliane, che all’altezza di via degli Anamri fanno da sfondo a graffiti, cassonetti stracolmi e tanti rifiuti sparsi per terra. Un quartiere che andrebbe salvaguardato, per non dimenticare la storia della città, travagliata e sofferta, e per vivere appieno quanto di meglio sa offrire questo spettacolo che è Roma.