Agenzia delle Entrate ed errori nella Dichiarazione
Con l’impiegato, molto gentile, si parlano, scartabellano, spulciano, controllano e alla fine tutto è a posto. Non c’è errore. Arriva anche la conferma via mail. Il sistema non ha letto correttamente la dichiarazione: può capitare. Già può capitare. C’è però un effetto collaterale: il commercialista va pagato e così danno e beffa se ne vanno a braccetto. Era solo per vedere di nascosto l’effetto che fa.
Un altro contribuente invece, dopo il primo iniziale turbamento, l’intestazione che si vede nella busta Agenzia delle Entrate lascia sempre un po’ preoccupati, legge con sollievo che, testuale, “emergono uno o più crediti a Suo favore il cui importo è evidenziato nella pagina che segue”.
Il contribuente tira un sospiro di sollievo e accenna un sorriso pensando che alla fine non tutto va poi così male nel mai rattoppato stivale. Il suo sorriso diventa riso irrefrenabile e sfocia nello scompiscio con tanto di lacrime agli occhi quando legge le due righe successive, testuale, “La invitiamo, pertanto, a contattare l’Agenzia per verificare che questi crediti le spettino effettivamente e (virgola) eventualmente (virgola) chiederne il rimborso o l’utilizzo nelle successive dichiarazioni” (punto).
Contribuente a credito….forse
In altre parole l’Agenzia dichiara che il contribuente è a credito , ma deve chiamare l’Agenzia per sapere se effettivamente è a credito. Nel senso che, si intuisce, l’Agenzia non si fida di sé stessa. Da scompisciarsi. Come se, detto meglio, un debitore dicesse al creditore: “ti devo dei soldi, però per esserne certo di doverteli chiedimi se te li devo”.
La gag di Totò e Peppino con il vigile di Milano: “per andare dove dobbiamo andare dove dobbiamo andare?” raffrontata con lo scritto della lettera impallidisce e non fa ridere per nulla. La domanda è: ma all’Agenzia delle Entrate non ce l’hanno uno che si occupi di comunicazione o magari di semplice logica? No, non ce l’hanno.