A Roma tagliato il pasto agli assistenti di alunni disabili:
A Roma, è bene ricordarlo, gli assistenti educativi e culturali per gli alunni disabili dall’anno scorso sono stati lasciati senza pranzo dal Comune, nonostante le 8 ore lavorative giornaliere. Fabio de Mattia, coordinatore di Nidil-Cgil Lazio, a tal proposito spiega come “da giugno chiediamo con insistenza un incontro al Comune, ma non abbiamo ricevuto risposta. Alcuni municipi si sono dissociati dalla disposizione comunale, altri invece sono più realisti”.
In pratica, a seconda di ciò che verrà disposto dai singoli municipi, a partire da ora gli assistenti educativi dovranno rinunciare anche alla diaria prevista durante i campi scuola. Non tutti. La gestione di questa risorsa, indispensabile per gli alunni disabili e le loro famiglie, è infatti “discrezionale”: i municipi ricevono dal comune la massima libertà decidendo in autonomia come comportarsi in merito.
A lanciare l’allarme è proprio la Nidil-Cgil, che in una nota denuncia “l’assurda scelta, da parte di molti municipi, di non finanziare la presenza di assistenti educativi nei campi scuola, costringendo molte famiglie a rinunciare a un’esperienza pedagogica ed educativa di notevole importanza e mettendo lavoratrici e lavoratori, per lo più precari, nella condizione di partire per diversi giorni senza paga o rimborsi”.
Il V municipio, ad esempio, ha annullato il finanziamento della diaria per gli Aec (gli assistenti educativi dei disabili) già dall’anno scorso, influenzando in tal senso le scelte di molti altri municipi. Un assistente educativo, per ogni giorno di campo scuola, dovrebbe ricevere in media 50 euro al giorno.
Una spesa minima ma un grosso disagio per famiglie e operatori:
Azzerando il finanziamento il corrispettivo beneficio economico per il municipio è pressoché irrilevante, vista l’entità della diaria, mentre enorme diventa il disagio per le famiglie e per gli operatori. Considerando poi che è proprio in questo periodo dell’anno che le scuole iniziano a programmare i campi estivi non è difficile immaginare cosa accadrà.
“Teoricamente, dovrebbero rimanere a casa tanto l’assistente quanto il ragazzo, che nella maggior parte dei casi ha una disabilità tale da richiedere necessariamente assistenza. Di fatto, molti assistenti educativi partiranno lo stesso, a proprie spese o, in alcuni casi, a spese della famiglia dell’assistito, per non far mancare questa opportunità al ragazzo. In altri casi, però, come è successo in passato, partiranno sotto ‘ricatto’ del preside: un ricatto di natura morale o professionale”.
Sono parole di un assistente educativo del V Municipio, Stefano Sabato, rappresentative della realtà vissuta dall’intera categoria. E’ proprio a fronte di tutto questo che la Nidil-Cgil continua a chiedere a sindaco e assessori un incontro urgente, per rivendicare i diritti di questi lavoratori, precari da anni e in balia di continue vessazioni, ma anche e soprattutto per risvegliare la dovuta sensibilità istituzionale nei confronti dei disabili, sempre meno considerati dai nostri politici. Staremo a vedere come andrà a finire.
Serena Vinciguerra