Comune di Roma e cultura:
A tal proposito, risultano particolarmente interessanti le parole di Umberto Croppi, appunto Assessore alle Politiche Culturali, visibilmente orgoglioso mentre giorni fa affermava: “mai come in questi anni il Comune di Roma ha investito sulla cultura, in particolare per l’Estate Romana. Già dall’anno scorso erano stati aumentati gli importi di finanziamenti, allargate le possibilità di accesso ai bandi e mai c’è stato un numero così alto di manifestazioni di qualità”.
Molte associazioni “storiche”, cioè presenti da anni nel panorama culturale di Roma, ci hanno però rivelato di poter contare solo sulle proprie forze per mantenere in vita le loro iniziative. È il caso della memorabile libreria capitolina Rinascita, da tempo impegnata nel promuovere incontri e confronti letterari anche all’interno della Manifestazione estiva, per rivendicare la centralità della scrittura come principale strumento di espressione del pensiero.
Anche l’Associazione culturale “il Tempietto”, che organizza eventi teatrali presso il Teatro Marcello non percepisce alcun tipo di finanziamento poiché, come ci spiega il Direttore artistico, non condivide i meccanismi dei finanziamenti, preferendo appellarsi al sostegno esclusivo e sincero del suo pubblico.
Finanziamenti e tagli alle associazioni culturali:
L’Associazione culturale IncontraRoma, presente da 31 anni sulla scena culturale romana con spettacoli teatrali e musicali, allestiti anche nel Giardino Degli Aranci, ugualmente non ha mai percepito alcun tipo di finanziamento. Con amarezza il maestro Paolo Gatti, direttore artistico, ci spiega che “i finanziamenti li prendono i soliti amici, i bandi fanno ridere, contano le conoscenze. Io ho invitato molte volte ai nostri spettacoli tutti i politici, ma non sono mai venuti”.
La conferma ultima del poco rispetto dell’attuale politica nei confronti del mondo della cultura proviene, infine, dall’Associazione InfoRoma, che gentilmente ci ha segnalato una vera e propria “lista di scomparsi”, cioè di manifestazioni ed eventi cessati negli ultimi tempi a Roma, dopo anni di presenza culturale sulla scena capitolina.
Ne citiamo solamente alcuni nomi: “Festa per la Cultura, Festival del Cinema Libero, Festival della Filosofia, Festival di Arte nel Sociale, Associazione La Palma, Premio De Andrè, Teatro Ambra Joinelli, Settimana della Storia, Associazione Bella Ciao, Panafricana, Orchestra di Roma e del Lazio”, ma l’elenco è ancora lungo.
Perché quindi scompare la cultura? Perché non sussiste un reale interesse per la sua salvaguardia da parte di questa classe politica. Lo confermano i tagli previsti dall’attuale manovra economica nei settori su cui poggiano le risorse più preziose per il futuro di tutti.
Il nostro Paese festeggia il suo anniversario per i 150 anni dell’Unità d’Italia e i 140 di Roma Capitale con un governo che dimentica la storia ed un sindaco che, per fare gli sconti alle discoteche, gira le spalle all’arte.