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Ospedale Gemelli: si parcheggia solo a pagamento

Un ospedale tra i più noti del nostro paese, centinaia di visitatori giornalieri e l’unica possibilità di parcheggiare l’auto sarebbe quella di farlo pagando e, per di più, una cifra piuttosto esosa; sembra un controsenso ma è quanto accade al Gemelli, il Policlinico della Facoltà di Medicina e Chirurgia dell’Università Cattolica del Sacro Cuore inaugurato nel luglio del 1964 ed inserito nel Servizio Sanitario come ospedale di rilievo nazionale di alta specializzazione.
In seguito ad alcune segnalazioni e lettere giunteci dai lettori, finalizzate proprio a segnalare questa situazione, ci siamo recati sul posto per riscontratare l’effettiva veridicità della notizia. Appena arrivati, superiamo con la macchina il cancello dell’ingresso da via Trionfale e chiediamo informazioni alla portineria su dove si trovi il parcheggio principale; ce lo indicano, dopodiché domandiamo se sia a pagamento o meno ricevendo in cambio una risposta affermativa.

Parcheggiare dentro l’Ospedale Gemelli:

“Si. Per lasciare la macchina qui è tutto a pagamento. Pensi che anche quello che vede qui di fronte, che è il parcheggio dove posteggiamo noi dipendenti, è a pagamento.” Proseguiamo giù per il viale seguendo le indicazioni che ci sono state fornite ed arriviamo al piazzale principale dove sorge il Policlinico.
Di fronte ai nostri occhi, dove un tempo c’era un parcheggio libero all’aperto, ora sorge un multipiano al coperto con la sbarra automatica che regola il flusso di entrata ed uscita delle vetture e sorveglianza. Entriamo dentro con la macchina, ritiriamo il ticket ed arriva la seconda sorpresa, cioè il livello dei prezzi; per i primi 30 minuti non si paga alcuna tariffa, dal trentunesimo minuto si parte da 3 euro.
Quidìndi è prevista una breve sosta senza pagare, ma se ci si ferma, ad esempio, solamente 35 minuti, la nostra tariffa da pagare sarà di ben 3 euro; vogliamo restare di più? Superata l’ora la tariffa raddoppia, arrivando a 6 euro, e così via.
Parcheggiamo l’auto ed iniziamo a camminare per il multipiano parlando con quanti ci si parano innanzi; incrociamo subito un signore piuttosto elegante e dal passo spedito, gli chiediamo cosa ne pensa della situazione: “Sinceramente non mi dispiace la cosa, ora tutti i parcheggi qui dentro sono al coperto, in questo modo almeno ho la certezza che la macchina è custodita. Certo, se parliamo di prezzo, devo dire che è un po’ troppo alto. Poniamo il caso che uno debba fermarsi per parecchio tempo; gli viene a costare una fortuna.” C’è anche chi apprezza quindi il nuovo parcheggio custodito e coperto.

Quanto costa il parcheggio:

La seconda testimonianza che raccogliamo è di un ragazzo molto cordiale che sembra conoscere bene la situazione del parcheggio: “Si è vero, è una cosa scandalosa. Io vengo qui spesso nell’ultimo periodo, perché passo a trovare una persona ricoverata, ed ogni volta è una spesa folle. Fino ad un po’ di tempo fa c’era anche un parcheggio libero, ora invece è tutto a pagamento. Mi chiedo, come mai questa cosa? Pensi che ho parlato con alcuni dottori all’interno e mi hanno detto che addirittura anche alcuni di loro sono costretti a pagare per lasciare l’auto perché non hanno il ticket di accesso libero.”
Lo seguiamo alla macchinetta dove, una volta inserito il biglietto, si paga per la sosta. “Guardi qui” ci dice con un sorriso piuttosto ironico “, sono stato 35 minuti e devo pagare 3 euro. Non si può fare così, mi sembra veramente eccessivo.”
Proseguiamo nella nostra camminata ed andiamo incontro ad una ragazza. Anche lei sembra orami essere rassegnata alla situazione: “La conosco bene questa storia, faccio la rappresentante di prodotti ospedalieri quindi per lavoro capito qui piuttosto spesso. Ogni volta mi costa una fortuna, ma d’altronde che altro posso fare? E’ l’unico parcheggio che c’è,  non posso mica lasciare la macchina fuori dal’ospedale e farmi due chilometri a piedi!”
La congediamo e ci avviciniamo ad una signora, piuttosto anziana, che ultimamente viene tutti i giorno per far visita al marito ricoverato: ”mi chiedo come sia possibile una cosa del genere. Se una persona, come nel mio caso, viene tutti i giorni e si ferma per diverse ore, alla fine si trova a pagare un conto a dir poco sproporzionato. Ho mio marito ricoverato qui, sono costretta a prendere la macchina perché non posso camminare troppo: cosa altro dovrei fare?”

Un problema che riguarda i parcheggi di tutti gli ospedali:

Ci incamminiamo verso la nostra auto non prima di aver raccolto l’ultimo parere; è quello di un uomo che conosce bene il problema, ci dice di venire spesso e le sue parole sembrano confermarlo: “si anche io capito spesso qui. Lo conosco bene questo ospedale, prima c’era anche un parcheggio libero ora non più, solo questo a pagamento. Dicono dipenda dal fatto che stanno realizzando alcuni lavori. Comunque qui le cifre sono troppo alte. Il problema non sarebbe neanche quello di dover pagare per lasciare la macchina, ma di quanto ti viene a costare!”
Difficile dargli torto, le tariffe sembrano realmente eccessive; è quindi vero quanto diversi cittadini hanno lamentato e quanto abbiamo avuto modo di riscontrare nella nostra visita? Un ospedale di questa importanza può realmente avere solo parcheggi a pagamento (cosa che, ad onor del vero, si riscontra anche in molte altre strutture di altre grandi città; si è qui preso come esempio il Gemelli in quanto una delle maggiori eccellenze ospedaliere italiane nonchè uno degli ospedali più frequentati) ed a prezzi piuttosto alti?
Interrogativi che occupano la nostra testa mentre ci accingiamo ad andare via; tiriamo fuori il nostro ticket e ci avviciniamo alla macchinetta dei pagamenti. Abbiamo raccolto diverse testimonianze ed è il momento di andar via; è quasi l’ora di pranzo, il cielo minaccia pioggia da un momento all’ altro e la nostra auto è parcheggiata da più di un’ora. Non vorremmo andare incontro anche noi ad un vero e proprio salasso…

Pubblicato in Inchieste

Scritto da

Giornalista indipendente, web writer, fondatore e direttore del giornale online La Vera Cronaca e del progetto Professione Scrittura

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