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Dagli Stati Uniti all’Occidente: tutti i casi
Questo aspetto apparve subito chiaro e, addirittura, negli USA della Grande Depressione degli anni ’30 furono molti gli economisti a chiedere una legge che imponesse l’obsolescenza programmata a tutte le aziende.
La richiesta non ebbe seguito e, tuttavia, lo stesso non può dirsi di questa pratica. Infatti, se si ripercorre la storia industriale occidentale si trovano altri casi in cui all’interno di un settore economico un gruppo di imprese o una singola impresa hanno messo in atto strategie di produzione volte a limitare la durata nel tempo di beni di consumo.
Oggi che la tecnologia è diventata una parte vitale della nostra esistenza la questione dell’obsolescenza programmata è sempre più attuale e si è dimostrata un punto critico della tutela del consumatore. Quest’ultimo, infatti, è posto costantemente di fronte a dubbi circa la durata effettiva di un bene di consumo acquistato e la capacità delle attuali leggi di protezione dei consumatori di tutelare contro tale fenomeno.
Perché gli elettrodomestici si rompono a fine garanzia
Vi siete mai chiesti perché i vostri elettrodomestici si rompono appena scade la garanzia? Sono molti i laboratori tecnici e scientifici secondo i quali non ci sono dubbi: l’industria dell’elettrodomestico fa volutamente in modo che il prodotto, che sia smartphone, pc, una lampadina o una lavatrice, ci abbandoni non appena terminata la garanzia.
Esistono trucchi specifici che le case produttrici possono attuare per far si che dopo un tot di mesi il prodotto di rompa: ad esempio assemblare gli elettrodomestici in modo non corretto così che dopo un periodo prestabilito, un monitor di un pc ad esempio si rompa, smetta di funzionare.
Per alcuni sarà una teoria complottista, ma non sono pochi gli studi che vanno a dimostrare la presenza effettiva di un programma di obsolescenza programmata negli elettrodomestici.
Componenti di qualità scarsa
Ma nel concreto come è possibile mettere un atto un comportamento simile? Come si va ad esplicare l’obsolescenza programmata?
Su tutti si va a indicare la fase strettamente di progettazione e produzione del bene di consumo. Solitamente in questo caso può registrarsi utilizzo di componenti e materiali di qualità scarsa o, comunque, inferiore a quella maggiore disponibile sul mercato all’uso di elementi facilmente deteriorabili.
La fase successiva dell’obsolescenza programmata si esplica su un livello completamente diverso, quello della pubblicità e delle strategie di marketing condotte in modo da creare una pressione sociale che invogli il consumatore a sostituire un prodotto vecchio con uno di ultima generazione.
Se ci si sofferma a pensare, questa è una strategia che spesso si nota nel settore degli smartphone. Samsung, Apple, Nokia e Windows Phone sembrano essere in costante competizione su quanti più modelli si è in grado di lanciare in soli 12 mesi.
Il caso degli Smartphone e la questione ambiente
Il dubbio è sempre lo stesso, è veramente possibile che effettivamente l’evoluzione tecnologica di ogni modello sia questa oppure si tratta di una strategia messa in atto di proposito, al fine di dilazionare l’uscita delle novità più avanzate in proprio possesso e produrre prodotti che abbiano una durata che copre a malapena il periodo legale di garanzia?
Tale politica di produzione, chiaramente, non ha alcun vantaggio se non per le imprese che producono questi beni di consumo. Lo svantaggio si ripercuote, invece, su due livelli: il primo è quello individuale del consumatore che acquista un prodotto di durata prestabilita e differente da quella consentita dalla massima usura; il secondo è sociale e collettivo dato dal fatto che l’ambiente si trova invaso inevitabilmente di rifiuti elettronici difficilmente gestibili e potenzialmente estremamente dannosi.
Proposte di legge sul tema
A fronte di questo potenziale comportamento abusivo delle imprese appare sempre più necessario l’intervento del legislatore. In effetti, attualmente, sono al vaglio dell’organo legislativo alcune proposte di legge che cercano di incrementare la tutela in tre modi:
1. aumentando il periodo di garanzia fino a 5 anni;
2. imponendo che siano resi disponibili i pezzi di ricambio per ogni bene di consumo da parte del produttore;
3. facendo in modo che il costo di riparazione sia proporzionato.
Un intervento di questo tipo potrebbe essere la risposta ai consumatori in tema di obsolescenza programmata. Un problema reale, effettivamente presente e non frutto della sola immaginazione.
Il cellulare non viene cambiato spesso solo perché siamo consumatori incalliti, maniacali, per certi versi anche stupidi che si mettono in fila ore ed ore davanti ad un centro commerciale per usufruire delle offerte: non è sempre colpa nostra e della nostra ingordigia, come tentano di farci credere.
Così come ci sarà un motivo per il quale, facendo i discorsi dei nostri nonni, un tempo gli elettrodomestici duravano 20 o 30 anni, oggi muoiono subito. Chi fa ragionamenti del genere viene additato come desueto, nel senso di antico. Ma forse, nel concreto, non è poi così lontano dalla realtà della problematica.