Seguici su:

Inchieste

Letto 409 Volte
Condividi

Legge 180 che rivoluzionò cura salute mentale. Cosa sta cambiando

La Legge 13 maggio 1978, n. 180, comunemente nota come “Legge Basaglia“, ha rappresentato una vera e propria rivoluzione nel modo di intendere e curare la salute mentale in Italia. Questa normativa, che ha portato alla chiusura dei manicomi, ha segnato un punto di svolta nella storia della psichiatria e dei diritti umani.

Cosa prevede la Legge 180?

La Legge 180 introduce una serie di principi fondamentali:

  • Abolizione dei manicomi: la chiusura dei manicomi e la deistituzionalizzazione sono i pilastri della legge. L’obiettivo è quello di superare il modello ospedaliero, spesso umiliante e alienante, e di promuovere un’assistenza psichiatrica basata sulla comunità.
  • Trattamenti sanitari volontari e obbligatori: la legge regolamenta le modalità di accertamento e trattamento sanitario, sia volontario che obbligatorio (il TSO), garantendo sempre il rispetto dei diritti della persona.
  • Servizi territoriali: viene introdotto il concetto di servizi territoriali, ovvero strutture e servizi presenti sul territorio che offrono assistenza psichiatrica e sociale alle persone con disturbi mentali.
  • Centralità della persona: la legge pone al centro della sua attenzione la persona con disturbo mentale, i suoi diritti e la sua dignità.

Perché la Legge 180 è stata così importante?

La Legge 180 ha rappresentato un passo avanti fondamentale per diversi motivi: ha affermato il diritto alla salute mentale come diritto fondamentale di ogni individuo, sradicando pratiche discriminatorie e stigmatizzanti; ha promosso la decentralizzazione dell’assistenza psichiatrica, avvicinando i servizi alle persone e favorendo l’integrazione nella comunità; ha introdotto un nuovo modello di cura, basato sulla relazione terapeutica, sulla personalizzazione dei trattamenti e sulla riabilitazione.

Quali sono state le criticità

Nonostante i suoi indiscussi meriti, la Legge 180 ha dovuto affrontare diverse criticità e sfide a partire dal fatto che la chiusura dei manicomi non è stata accompagnata da un adeguato potenziamento dei servizi territoriali, creando spesso situazioni di difficoltà per gli utenti e gli operatori. La riforma ha poi incontrato resistenze da parte di alcuni operatori e della società civile, legati a pregiudizi e paure; a ciò si aggiunga il fatto che l‘aumento della complessità dei disturbi mentali e l’evoluzione della società hanno posto nuove sfide all’applicazione della legge.

La Legge 180 oggi

Oggi, a distanza di oltre quarant’anni dalla sua approvazione, la Legge 180 rimane un punto di riferimento fondamentale per la tutela della salute mentale e si sta discutendo in Parlamento di una sua modifica. Il 27 giugno 2024 è stato presentato il disegno di legge 1179/2024 “Disposizioni in materia di tutela della salute mentale”, redatto dal senatore Zaffini e da altri ventidue senatori di Fratelli d’Italia e due di Noi Moderati. Il che ha dato il via a polemiche.
L’obiettivo dichiarato è quello di “valorizzare l’attività di prevenzione, cura e riabilitazione nell’ambito della tutela della salute mentale, nonché di assicurare alle persone affette da disagio e disturbo mentale l’accesso a un’assistenza sanitaria e sociosanitaria che tenga conto delle loro specifiche esigenze, garantendo al contempo la sicurezza, l’incolumità e l’aggiornamento dei professionisti operanti presso i servizi per la salute mentale”.

Il nuovo disegno di Legge (1179 /2024)

Un provvedimento che ha portato a diverse polemiche: ad esemio Sospsiche.it attraverso la FISAMderazione Italiana per la Salute Mentale) sta preparando un documento, che sarà pubblicato sul loro sito, da sottoporre al relatore per segnalare le proposte di modifica e sostenere le parti del disegno che possono venire incontro alle esigenze, ma anche criticare pesantemente quanto non risponde alle necessità di malati e famiglie nell’ottica di una azione indipendente degli associati.
Sempre secondo Sospsiche, la libertà come terapia si è tradotta in molti casi in libertà di non curare deresponsabilizzando gli operatori e i malati gravi sono andati incontro alla cronicizzazione; di tutto questo tutt’oggi, sostengono ancora da sempre secondo Sospsiche, i sostenitori della legge 180 non ne tengono minimamente conto.

Pubblicato in Inchieste

Scritto da

Giornalista indipendente, web writer, fondatore e direttore del giornale online La Vera Cronaca e del progetto Professione Scrittura

Potrebbe interessarti

Lascia un commento

Seguici su: