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L’incuria di Villa Borghese:
La manutenzione del parco, infatti, sembra praticamente assente o comunque talmente minima da non essere incisiva: i rifiuti sono ovunque tranne che nei cestini, accumulati ai bordi delle fontane monumetali, nel laghetto divenuto uno stagno a causa di un’acqua melmosa e sporca e campeggiano perfino all’interno dei tronchi e delle fessure degli alberi, molti dei quali sono platani secolari e antichi, ma sfregiati e utilizzati spesso come latrine.
Le chiome di questi alberi non sono più fitte e il loro colore richiama quello dell’erba, un tempo anch’essa rigogliosa e verde e divenuta oggi una distesa monocolore, secca, arida e gialla. L’impianto di irrigazione, evidentemente, non funziona come dovrebbe e i lavori della sua installazione sono stati fatti talmente male da aver danneggiato le radici di svariati alberi, molti dei quali sono stati infatti abbattuti senza che tuttavia venissero rimpiazzati.
Il degrado delle altre ville:
Villa Borghese non è la sola a dover fare i conti con la trascuratezza e l’indifferenza delle autorità preposte: Villa Ada, Villa Pamphilj, Villa Celimontana o Villa Chigi, un tempo dimore di antiche famiglie nobili, invece di testimoniare il passato glorioso della città, si avviano a diventare la manifestazione di un vergognoso presente.
Lo scorso Marzo, infatti, l’Assessorato capitolino all’Ambiente aveva informato di aver ottenuto 4 milioni di finanziamenti da Arcus, la società governativa per la promozione culturale, che sarebbero stati messi a disposizione per la riqualificazione del verde pubblico della Capitale, compresi parchi, giardini e ville storiche. Il programma d’interventi era stato presentato in Campidoglio dall’assessore Fabio De Lillo e dal sovrintendente ai Beni Culturali del Comune, Umberto Broccoli.
Il primo progetto da attuare doveva essere quello di Villa Carpegna, dove i lavori di riqualificazione sarebbero dovuti partire prima dell’estate con uno stanziamento di 800.000 euro. Ad oggi, tuttavia, la villa è esattamente nello stesso degrado di sempre. I rifiuti e la sporcizia sono ovunque e le fontane sono talmente colme di bottiglie di plastica, cartacce e schifezze varie da sembrare piccole discariche. La poca acqua rimasta al loro interno, inoltre, ristagna al punto tale da attirare diversi insetti. I muri che costeggiano la villa e le stesse fontane sono poi ricoperti di scritte e visibilmente deteriorati. I bambini non possono usufruire dei giochi poichè, non essendo ubicati come dovrebbero, si infuocano sotto il sole e diventano roventi. Anche qui l’erba è completamente secca sempre per assenza di manutenzione.
Un patrimonio che sta scomparendo:
Il verde storico copre il 67% del territorio comunale romano, come affermato dallo stesso De Lillo. Si tratta di un patrimonio storico ed ecologico che sta lentamente scomparendo. Ci sembrano allora particolarmente significative le parole di Franco Miraglia, memoria storica e membro dell’associazione Amici di Villa Borghese:
“questa è incuria e cialtronaggine. A Roma l’amministratore non può essere semplicemente <un amministratore>,un passacarte: ci vuole un amministratore colto, ci vuole gente che legge, gente che sa quello che fa. Roma è una città meravigliosa, è una città d’arte, non è una cittadina qualsiasi d’Italia: è Roma”.