In questo articolo parliamo di:
La spettacolarizzazione dei sentimenti:
L’avvento del digitale terrestre non ha modificato più di tanto un quadro desolante, in cui politici si insultano selvaggiamente in un talk-show dedicato a giovani bonazze alla ricerca di teneri primi della classe, quattrocchi e malvestiti. Coppie in crisi raccontano ai quattro venti – e a milioni di spettatori – il proprio malessere domestico.
Figli disperati cercano di recuperare un rapporto perduto con il padre chiedendo aiuto ad una donna dalla voce maschile, che simile ad un imperatore decide le sorti del nucleo familare in pena: ai gladiatori si mostrava il pollice verso, da lei si chiude una busta a grandezza umana.
Cambiano i tempi, sì che cambiano. Perchè ciò che Pirandello avrebbe trovato comico, poichè inopportuno, all’opinione comune appare tuttavia ordinario. Niente di strano a piangere o a rendersi ridicoli in tv, l’importante è spettacolarizzare tutto, anche la morte, se serve.
Mi hanno appena ucciso barbaramente un figlio? Quale posto migliore per sfogare la mia rabbia se non in un salotto tv? D’altronde, libertà d’informazione è anche questo: vivere in un villaggio globale in cui nulla è precluso all’informazione. Che poi il contenuto di tale “informazione” si riduca al becero gossip, questa è un’altra storia.
L’importante è il gossip:
Tutti, volenti o nolenti, sappiamo che Elisabetta Canalis ha trovato l’amore a Hollywood, dove invece sembrano averlo perso Brad Pitt e Angelina Jolie (soprannominati “Brangelina”, un brand, un marchio di fabbrica del pettegolezzo da mercato, per cui sul viso di Pirandello nascerebbe più d’una risata). Meno sappiamo di processi celebri, di sex gate ambientati alle porte di Roma, semiperiferia nord, per cui ci è stato detto che un politico sessualmente confuso trascorreva tempo in compagnia di uomini sessualmente modificati, ma non ci è stato detto niente più. Poco importa, l’importante è il gossip.
Nel suo saggio “L’umorismo”, Pirandello spiegava poi cosa distinguesse il concetto di comico da quello di umorismo. Più diretto il primo, più amaro e mediato il secondo. Riflettendo sulla vecchia di cui sopra, ad un’analisi più profonda emergeva il disagio che l’aveva portata a mascherarsi per sembrare giovane e diversa. Ed ecco subentrare la compassione, che genera l’umorismo, frutto di una riflessione più ponderata. Fermiamoci a riflettere su ciò che passa in tv.
D’accordo spogliarsi, regalare denaro, intervistare derelitti ed omicidi, sottoporre i vip a macchine della verità. Vietato bestemmiare, pena l’eliminazione dal grande fratello, palcoscenico “democraticamente” aperto a tutti. Vedrete che in un attimo, d’incanto, la comicità immediata si tramuterà in compassione. Per donne che mostrano le proprie grazie in cambio di 15 minuti di celebrità, per mamme che portano ad esibirsi in prima serata i propri bambini, destinati ad essere fagocitati dal demone della popolarità. E proprio come sosteneva Pirandello, la risata si tramuterà al massimo in sorriso.
Internet e libertà di informazione:
A nulla valga quindi sostenere la teoria della democraticità del mezzo televisivo, che a tutti offre chance di comunicazione, poichè in realtà la necessità di ottenere audience si tramuta immancabilmente per la tv in un ostacolo alla democrazia, supportando le argute teorie di Karl Popper.
La televisione al giorno d’oggi rappresenta alla perfezione l’impoverimento della democrazia e dei suoi valori, lasciando inchiodati alle proprie poltrone i vecchi volponi a governare, ed offrendo risicati spazi a personaggi usa e getta che sia dalla televisione che dalla vita politica e democratica del paese saranno divorati non appena la loro utilità sarà giunta al capolinea.
Per fortuna che internet, il dono più grande che il progresso del millennio ci ha portato, ci rende liberi nell’informazione. Almeno finchè durerà.