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La nascita del Televoto:
La novità degli ultimi anni è peraltro la possibilità di partecipare non solo a concorsi tv a premi, ma di selezionare il proprio concorrente preferito dei numerosi reality che ingombrano ormai il panorama televisivo e condurlo fino alla vittoria a suon di sms.
Nella categoria dei reality è lecito oramai ricomprendere anche Sanremo, il cui televoto ha generato un flusso d’affari milionario e sollevato aspre polemiche per la poca trasparenza che avrebbe contraddistinto le votazioni, peraltro “secretate”, come nel caso di elezione di un capo di Stato in paesi poco noti al grande pubblico.
L’esito finale dei tanti format che dilagano in tv è stato “influenzato” non poco dalle pressioni esercitate a suon di voti “comprati” da chi aveva interesse a spingere un concorrente piuttosto che un altro. Celebri i casi di Walter Nudo, disperso su un’isola caraibica e accompagnato al trionfo dall’agente dei VIP, seduto nel proprio salotto in un’altra isola più confortevole.
Un sistema a pagamento per fare soldi:
Non vi è dubbio che ognuno possa dilapidare il proprio patrimonio come meglio crede, e non debba giustificarsi se ritiene di spendere migliaia di euro per “tifare” per un concorrente. D’altronde se gli stessi programmi televisivi sono creati ad arte per promuovere determinati personaggi, non vi è dubbio che godere dell’appoggio di una “lobby” del televoto non può e non deve scandalizzare nessuno.
Da sempre chi ha maggiori mezzi influenza i settori più disparati della società e la riflessione secondo cui il singolo utente nonostante l’espressione di una preferenza non sia in grado di influenzare il voto non può che ridursi ad un’ingiustizia “morale”.
L’utente medio che ha – giustamente – apprezzato la performance canora di Enrico Ruggeri potrà tranquillamente risparmiare sul televoto e premiare il proprio artista comprando il suo album, supportando così anche l’industria discografica. Chi invece ritiene di votare un concorrente del grande fratello o dell’isola dei famosi (rigorosamente in minuscolo), forse dovrebbe destinare diversamente le proprie risorse in eccedenza (ricordare la beneficenza potrebbe confondere il mio sermone per ostentata demagogia?).
Meccanismo del Televoto nelle trasmissioni a premi:
Ciò su cui sarebbe opportuno indagare è invece il meccanismo del televoto applicato a determinate trasmissioni a premi. Molte di esse si finanziano interamente con i proventi del televoto, e fino a qui nulla di male. Finché c’è mercato (e qui il mercato è fatto da un popolo che vive di tv) è giusto che qualcuno ne tragga – giusto – profitto.
Vero è però che esistono quiz la cui partecipazione attraverso il televoto richiede la risposta a domande semplicissime (“Qual è la capitale della Francia” è solo uno dei tanti aberranti esempi), previa telefonata ad utenze dal costo proibitivo e dalle linee intasate.
Chiunque si sentirà invogliato a prendere la linea per rispondere ad un quesito così elementare per riceverne in cambio un premio da, diciamo, mille euro. E proprio per non lasciarsi sfuggire l’occasione i candidati in pectore si attaccheranno al telefono, dilapidando una piccola fortuna.
Qualcuno il premio a casa se lo porterà pure, ma migliaia di utenti resteranno con un palmo di naso e le loro tasche si saranno alleggerite di molti euro. La delusione passerà presto perché solerti presentatori proseguiranno nella loro opera di persuasione ricordando ai telespettatori che vincere è facilissimo e che potranno riprovare il giorno seguente. Allegria!