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Storie di truffe del trading
Tanti i casi di investitori che si sono lasciati attirare dalla possibilità, non reale, di guadagni elevati, e che hanno finito con il perdere i propri soldi. L’ultimo episodio in ordine di tempo arriva dalla Toscana, precisamente dalla zona di Arezzo, riportato dal giornale Arezzo Notizie: qui un uomo di 70 anni ha investito molti dei suoi risparmi su piattaforme di trading online sperando di vederli moltiplicare. Dopo qualche tempo si è reso conto che, purtroppo, il sito al quale si stava appoggiando era letteralmente sparito.
In questo caso i soldi non sono più recuperabili, in quanto si tratta di società con sede all’estero, spesso in paesi improponibili, e transitano quindi su conti in paradisi fiscali che vengono immediatamente prelevati dai malintenzionati.
Il trading online è tutto una truffa?
Si parla in questi casi di realtà criminali che frodano gli investitori. In linea generale il trading online non è tutto una truffa, semmai è un qualcosa di complesso, molto simile al gioco d’azzardo visto che il più delle volte a vincere è il banco. Certo c’è molta differenza tra ‘giocare’ in modo pulito, sapendo comunque che le possibilità di vittoria sono poche, e ritrovarsi invece in un meccanismo sporco, con alla base una frode studiata appositamente per truffare gli investitori.
Quando si cerca di fare trading è importante identificare broker affidabili: per distinguere i broker forti dai deboli e quelli rispettabili da quelli con rapporti loschi, è bene seguire una serie di passaggi e controllare la licenza, prima di depositare una grande quantità di capitale con un broker.
I rischi del trading online
Venendo al mondo dei broker non truffaldini, quelli onesti, vale quanto detto: il gioco è comunque duro e guadagnare non è facile. Sono tanti i rischi, legati alla scarsa conoscenza dello strumento ad esempio. Ci sono poi tante sfaccettature che rendono il tutto più complesso.
È il caso ad esempio di chi si lascia ingolosire dal trading automatico: un modo di investire totalmente automatizzato nel quale si lascia mano libera ad un software per investire per conto proprio. Si parla di uno strumento che viene ampiamente pubblicizzato ma che è molto a rischio.
Quando si inizia a fare trading si dovrebbe imparare a separare i fatti dalla finzione. È il caso dei tanti messaggi promozionali dai quali siamo bombardati, telefonate comprese, tutti tesi a tessere le lodi del trading facendolo passare come una gallina dalle uova d’oro.
Come operano i broker
Spesso le perdite sono dovute proprio alla natura dello strumento, altre volte è colpa dei broker: ciò può accadere quando una piattaforma tenta di accumulare commissioni di trading a spese del cliente. Ci sono state ad esempio molte segnalazioni di broker che spostano arbitrariamente i tassi quotati per attivare ordini di stop quando i tassi di altri broker non si sono spostati da quel prezzo.
Bisogna ricordare che il trading di solito non è un gioco a somma zero e che i broker fanno principalmente commissioni con maggiori volumi di trading. Nel complesso, è nel migliore interesse dei broker avere clienti a lungo termine che negoziano regolarmente e quindi sostenere il capitale o realizzare un profitto.
La differenza la fa quindi la capacità di valutare e discernere ciò che è buono da ciò che non lo è; oltre che, proprio come ad un tavolo da gioco, la capacità di fermarsi quando è il momento giusto, senza investire troppi soldi.