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Detrazioni fiscali spese funerarie? Una legge all’italiana

In tempi di denuncia dei redditi ci si deve districare tra le tante possibili detrazioni che uno Stato falsamente generoso mette a disposizione dei contribuenti. Il duo Stato e Agenzia delle Entrate, una sorta di suo “truce braccio armato”, assomiglia incredibilmente a quello meglio famoso del Gatto e la Volpe. Anche quello prodigo di promesse che alla fine si rivelavano essere il nulla. E i contribuenti a far la parte del Pinocchio un po’ ingenuo e un po’ fesso.
I bonzi della commissione UE hanno ben poco capito di questo meccanismo messo in piedi con l’abilità che Totò venditore della fontana di Trevi neanche si immaginava e, dunque, con la solita aria truce ne chiedono la riforma.

Detrazioni per funerali: come funzionano

Che se fosse una riforma di chiarezza sarebbe la ben venuta, ma se riforma sarà, sarà impapocchiata, confusa, velleitaria e, nella migliore delle ipotesi, ininfluente se non dannosa. Nel gioco del metti-e-togli nessuno è più abile dei nostri.
Tra le tante detrazioni ne spicca una particolarmente toccante: quella delle spese funerarie. Non parrà vero eppure è così: il caro estinto può dare una mano ad alleviare il dolore anche stando nell’aldilà. Ma c’è un ma. Come ti sbagli.
Alla voce detrazioni per spese funerarie sono attaccati, al solito, dei codicilli che hanno la simpatica caratteristica di ingrossare il fegato e bile del contribuente. Non per le restrizioni che pongono, ma per il metodo contorto e levantino di complicare una questione assolutamente semplice. E l’idea di essere presi in giro monta con il progredire del ragionamento.

Tetto detrazione per spese funerali

Ammesso e non concesso che una simile spesa debba essere messa in detrazione è ovvio che un tetto vada posto, è semplice buon senso perché bisogna tener conto di quelli che vedono nel funerale il momento giusto per dare sfogo alla loro creatività repressa e allora ecco drappeggi, casse d’ebano, makeup da sballo e bande e petali di rosa. Questi sarebbero costantemente in credito d’imposta. E questo, oggettivamente, non sarebbe bello.
Al dunque: alle spese funerarie c’è un tetto che ammonta a 1.550,00€. Piccolo dettaglio, è piuttosto complicato, anche nel caso di funerali a basso costo, avere una cerimonia che abbia un prezzo simile o inferiore. Come minimo, con ben specifiche limitazioni, si parla di qualche centinaio di euro oltre la soglia.

Per spese funebri si possono detrarre solo le briciole

Evvabbé. Alla Agenzia delle Entrate mica si può chiedere di essere aggiornati su tutto che è come chiedergli di essere efficiente nella caccia agli evasori. Quelli grandi ché i poveracci spesso vengono stritolati in un fiato. Il contribuente allora si appresta a scrivere nella apposita casellina l’importo di cui sopra. Eh no, troppo semplice.
Quel tetto, 1550,00€ non è il detraibile ma solo la misura sulla quale va calcolata la percentuale da detrarre che, al solito, è del 19%. Quindi per arrivare alla vera detrazione va seguito il metodo: 1550,00€ per 19 diviso 100. Il risultato è di: 294,50€, il vero importo da mettere in detrazione. Regalo dell’aldilà.
E qui la bile scoppia, non per l’importo, ma per il metodo. Sarebbe molto più semplice per l’Agenzia delle Entrate scrivere semplicemente che per ogni funerale, a presentazione di regolare fattura, si possono mettere in detrazione 294,50€. Sempre ammesso e non concesso che questa spesa debba essere posta in detrazione. Purtroppo la sindrome del Gatto e la Volpe è dura da estirpare da chi governa questo povero ed infelice Paese. Ad maiora.

Pubblicato in Inchieste

Scritto da

Blogger satirico, polemico, dadaista, ghibellino, laico, uomo d'arme e di lettere - Il Vicario Imperiale

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