Ormai è sulla bocca di tutti, già da diverse settimane, con il suo carico di dubbi ed incertezze su quello che potrebbe essere: funzionerà davvero o, come alcuni paventano, rischia di diventare un flop, se non un qualcosa di impossibile da ottenere? Si parla del bonus 110% o Super Bonus, quello che dovrebbe consentire di farsi i lavori in casa gratis.
Abbiamo provato a chiedere informazioni ai soggetti deputati al rilascio del bonus, quindi all’acquisto del credito, da banche a ditte di ristrutturazioni: quello che stiamo per raccontare è un qualcosa di abbastanza esplicativo sull’essenza di questo provvedimento, per certi versi anche divertente ed in grado di suscitare un sorriso.
Il Super Bonus del 110% è stato trattato in ogni salsa: nasce per rilanciare il settore edilizio e per consentire ai proprietari di immobili di effettuare lavori di adeguamento, riferiti soprattutto all’efficientamento energetico, a costo sostanzialmente zero.
In questo articolo parliamo di:
Come funziona il Bonus 110%?
Come sempre i provvedimenti vanno in una direzione, poi la loro concreta attuazione segue tutt’altre strade, molto più complesse; come se non bastasse sono state diffuse molte interpretazioni e versioni non del tutto corrispondenti alla realtà dei fatti. Come funziona realmente il Super Bonus 110% per ristrutturazioni? Partiamo da un presupposto: si parla esclusivamente di lavori finalizzati a migliorare il rendimento di un edificio in ottica consumi energetici.
È possibile accedere a questa maxi detrazione solo per alcuni lavori, più nello specifico per installazione dei pannelli, realizzazione del cappotto termico o la sostituzione dell’impianto di riscaldamento. Le parole da tenere a mente sono ‘lavori trainanti’ e ‘lavori trainati’: i primi sono quelli sopra elencati, considerati i più importanti; in aggiunta a questi possono poi essere accodati altri lavori a corollario, come ad esempio il cambio degli infissi o la coibentazione dei cassoni.
Lavori trainanti e lavori trainati
Lo specifico delle fattispecie è stato indicato dal sito della Agenzia delle Entrate, in una serie di chiarimenti che sono stati diramati nel corso delle settimane: accanto alla percentuale delle spese detraibili, che rispetto ad altri provvedimenti precedenti è stata innalzata al 110%, la vera novità è data dal fatto che il credito può essere ceduto.
Direttamente alla ditta che esegue i lavori (che a sua volta si rifarà poi con un credito di imposta o ricedendo il credito) o ad una banca, che eroga quindi il credito al proprietario in cambio della cessione. Sulla carta è tutto scorrevole, ma nella realtà le cose vanno in tutt’altra ottica: le banche sono tra i soggetti preposti per l’acquisto del credito del consumatore che volesse eventualmente cederlo. Quanto sono preparate ad oggi?
Le banche che dovrebbero acquistare il credito non sanno da dove iniziare
Ad oggi gli istituti bancari che si sono lanciati bel business (perché, per loro, di questo si tratta) sono due: i principali di Italia. Ebbene, ancora non sembrano saperne molto. Proviamo a contattare il primo e ci rechiamo in filiale, nel centro di Roma: prendiamo appuntamento e quando arriviamo sul posto diciamo il motivo della visita. Ci accolgono con una risata fragorosa accompagnata da “notizie sul bonus del 110%? Noi ne sappiamo meno di voi” (la nostra visita si è tenuta ad inizio settembre, ndr).
Parte quindi una telefonata tra l’operatrice che ci ha accolto in banca ed un numero interno che dovrebbe, a quanto ci dicono, saperne qualcosa: andrà a finire che saremo noi a dare qualche informazione a loro, soprattutto quella finale relativa alla possibilità di inserire, nei lavori trainati, anche gli infissi. Ecco allora che l’operatrice della banca ci congeda con un “ma davvero si possono fare anche gli infissi? Ottimo, anche io li devo fare a casa mia!”
E noi che avevamo preso appuntamento ed eravamo venuti fino a Roma centro, con tutti i disagi legati alla mobilità, per avere informazioni. Né ci va meglio l’incontro con l’altra grande banca che dovrebbe (il condizionale, a questo punto, è d’obbligo) acquistare il credito: alle prime due mail di richiesta non ci rispondono neanche, malgrado le pubblicità che campeggiano su tutti i giornali. Proviamo quindi a contattare per telefono, ci dicono che ancora ne sanno poco e che sarebbe meglio riprovare più avanti. Almeno ci siamo risparmiati la visita.
Professionisti, tecnici e ditte di ristrutturazioni
Abbiamo provato anche a contattare diverse aziende e ditte di ristrutturazione, geometri, architetti, ingegneri per chiedere informazioni: il risultato non è stato molto migliore di quello delle banche. Il mantra è che nessuno ha ancora chiaro quello che sarà il meccanismo del bonus 110, che finchè non si muoveranno i primi arditi, pionieri, ad esplorare un terreno nuovo, gli altri non faranno un passo.
Si teme che qualcosa possa cambiare nel corso del tempo, che la normativa muti e chi anticipa i soldi si ritrovi, come si dice in questi casi, con il tradizionale cerino in mano. C’è chi, con riferimento al bonus 110%, ci parla di caos totale, chi addirittura di fumo negli occhi; alcune aziende ci dicono che sembra esser stato strutturato appositamente per far si che in pochissimi riescano ad accedervi. E questi pochissimi lo faranno, ovviamente, a fatica, a seguito di un iter tortuoso.
In sostanza i soggetti che abbiamo provato a contattare ci fanno capire che converrebbe fare i lavori senza usufruire del bonus 110%, con modalità tradizionali “tanto non riuscirà mai ad ottenerlo”. Molto poco incoraggiante.
Le criticità della cessione del credito
Si perchè il fulcro è proprio la cessione di questo credito da parte del proprietario. Quello che si ottiene è uno sconto sul prezzo dei lavori, cifra che dovrebbe essere anticipata dalla ditta stessa in attesa poi di rivalersi presso un ente di credito o sullo Stato.
Come se non bastasse, la ditta dovrebbe rendere al cliente il 10%, visto che il bonus che egli cede è del 110%; tante complessità che hanno suscitato più di un punto interrogativo e di un dubbio su quello che potrebbe essere il reale funzionamento di questo strumento presentato come rivoluzionario (ed indubbiamente appare tale); ma che, nel concreto, potrebbe essere una montagna da scalare la cui vetta sarà raggiunta da pochissimi fortunati.