La protesta delle famiglie e la proroga:
Il complesso scolastico, comprensivo di nido, materna ed elementari, era storicamente presente a Roma da oltre 30 anni ed attualmente ospitava 180 bambini, tra cui 17 disabili, e 38 lavoratori.
Lo scorso sabato mattina più di cento famiglie si sono date appuntamento a Tor Carbone e, insieme ai docenti, agli ex-alunni e ai bambini hanno manifestato davanti all’istituto per scongiurarne la chiusura rivolgendosi direttamente all’ufficiale giudiziario incaricato dello sfratto. In questo modo è stato ottenuto un rinvio alla fine di Agosto, ma come ci spiega il Dirigente scolastico Luciano Ferri.
“Se non intervengono le istituzioni, in ogni caso, a Settembre la scuola non riaprirà. Abbiamo chiesto almeno un anno di proroga, il tempo per trovare altri locali pronti ad ospitare questi bambini, ma purtroppo il sindaco non è disponibile e tutti se ne lavano le mani. La situazione è disperata, questo è un mondo che schiaccia le brave persone, io ho sacrificato tutto per questa scuola, ma evidentemente non interessa a nessuno”.
La raccolta di firme: non lasciate i bambini per strada
Su facebook è nato il gruppo “scuola Koala”, che ora raccoglie oltre 700 iscritti tra ex alunni, genitori e personale didattico. Tramite la rete è partita nei una raccolta di firme per sensibilizzare l’attenzione del sindaco ed evitare così lo sfratto dell’istituto.
La protesta attraverso il social network è stata infatti accolta da moltissime persone, che continuano ad esprimere il loro dissenso nei messaggi che da giorni si rincorrono sul web: “la scuola costituisce per i bambini una parte insostituibile della loro vita. Chiudere il Koala significa non aver compreso l’unicità di certi valori, che non riescono a controbilanciare gli interessi dei grandi speculatori, gente miope che considera solo i propri utili”.
Dove attualmente sorge la scuola, infatti, a quanto pare sono ipotizzati alcuni progetti di speculazione edilizia riguardanti il parco dell’Appia Antica, come avremo modo e interesse di verificare in seguito. Nel frattempo riportiamo le parole di Luciano Ferri: “chiediamo solo un anno di proroga, un intervento delle istituzioni il prima possibile per non rimanere in mezzo alla strada”.