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Bracconaggio e mercato nero dell’avorio nel mondo:
Oltre al fatto terribile già di per sé dell’uccisione ingiustificata di un essere tanto maestoso quanto affascinante vi è il rischio che seguano altri danni. Nei paesi e comunità dove il turismo rappresenta la fonte principale di guadagno, milioni di persone rischiano di perdere il lavoro e dunque il loro sostentamento.
Negli ultimi dieci anni più di mille ranger sono stati uccisi durante la loro missione, lasciando figli senza un padre e mogli senza un marito e un reddito. In Kenya, solo per fare un esempio, il turismo fornisce lavoro a una persona su 4 e sono attualmente rimasti 30.000 elefanti[1].
Dame Daphne Sheldrick, fondatrice del DSWT – The David Sheldrick Wildlife Trust [2]– fondazione che si occupa della tutela e salvaguardia degli elefanti -, dà voce alle sue preoccupazioni “Un mondo senza elefanti è difficile da concepire. La loro estinzione causerà non solo un dolore profondo ma anche una notevole e grave tensione politica ed economica in Africa”[3].
Il direttore inglese del DSWT, Rob Brandford, afferma il ruolo fondamentale del governo del Regno Unito nella risoluzione del problema. “Senza una collaborazione internazionale dei governi ed il rafforzamento delle leggi, la sopravvivenza delle specie è incerta. (…) Infine, la decimazione della popolazione degli elefanti ci colpisce tutti, che sia emozionalmente, economicamente o moralmente[4]”.
Una battaglia dura da portare avanti perché ciò che spinge al massacro degli elefanti è la crescente domanda di avorio destinato al mercato di oggetti religiosi di vari culti. Autorità religiose che però non vedono tutto il sangue versato per la creazione degli oggetti sacri. Un materiale, l’avorio, considerato forse ideale per rappresentare la devozione e la purezza.
La Convenzione cui il Vaticano non ha aderito:
La maggior parte degli elefanti uccisi dunque è legata al prelievo delle zanne e dunque è illegale, visto che nel 1989 la Convenzione sul commercio internazionale delle specie minacciate di estinzione, o CITES[5], approvata oggi da 176 Paesi, ha imposto la messa al bando del commercio di avorio. Convenzione alla quale tuttavia non ha aderito il Vaticano. Sul sito della CITES si possono dunque ben individuare i paesi che hanno sottoscritto l’accordo e l’anno di partecipazione. L’Italia ha aderito nel 1979[6].
Sta però di fatto che la stima degli esemplari uccisi nel 2011 si aggira intorno alle 25.000 unità – su una popolazione di 700.000 elefanti in tutta l’Africa, con il ricavo di anche 5.000 euro per una zanna. Una strage che sembra non trovare fine[7]. E il corpo esanime di ogni animale a terra non è altro che il monumento all’avidità umana. Il giornalista Bryan Christy nel suo reportage racconta che l’avorio prende poi la strada delle Filippine, “dove viene trasformato in croci cattoliche, statuine di santi e via dicendo, per finire esposto in bella vista a casa di qualche devoto collezionista. O viene smistato verso altre destinazioni: la Thailandia, e soprattutto la Cina, per assumere la forma di simboli buddhisti e taoisti”[8]. La Cina è infatti il centro nevralgico di lavorazione dell’avorio. Una volta importato illegalmente è qui che viene lavorato e intagliato per essere immesso sul mercato del lusso.
La strage in Tanzania:
Ma è di pochi mesi fa l’ultima ecatombe di pachidermi. Nello Zimbabwe 81 elefanti sono stati avvelenati col cianuro, messo nelle pozze dove gli animale erano soliti abbeverarsi. Altri animali sono rimasti uccisi e oltre a loro anche i predatori che si nutrono delle carcasse. E la responsabilità di questa strage è anche questa volta, come spesso accade, tutta dell’uomo. I ranger del parco hanno arrestato 9 bracconieri.
Il nuovo ministro dell’ambiente dello Zimbabwe, Saviour Kasukuwere, si è impegnata a rendere le pene detentive per i bracconieri più severe, ma Jerry Gotora, direttore del dipartimento parchi dello Zimbabwe è sconsolato: “Quando abbiamo lasciato l’Hwange National Park domenica, il numero totale di elefanti che erano morti per avvelenamento da cianuro era di 81. Sono morti anche molti altri animali, ma non abbiamo ancora il numero totale”[9].
Dalla Tanzania invece arriva dal Ministro per le risorse naturali e il turismo la proposta di uccidere i bracconieri sul posto. Durante la marcia per gli elefanti Khamis Kagasheki ha detto che il Paese africano ha bisogno di punizioni severe per frenare la caccia di frodo dei pachidermi. Ribadisce dunque la necessità di punire, anche con la morte, chi si permette di uccidere la fauna selvatica del Paese, senza risparmiare delle volte pure i guardiacaccia che si trovano sul loro cammino.
Nonostante la necessità di contenere le pratiche di bracconaggio anche gli ambientalisti hanno contestato la proposta del Ministro tanzanese[10]. Sta di fatto che, secondo il Tanzania Wildlife Research Institute, i bracconieri sono responsabili della morte di 30 elefanti al giorno nel Paese Africano. Dal 2009 al 2011, infine, il 37% di tutte le zanne di elefante sequestrate sono arrivate dalla Tanzania, il principale esportatore al mondo di avorio illegale in questo momento[11].
Distruzione dell’avorio illegale:
E’ di pochissimi giorni fa la notizia che la US Fish and Wildlife Service ( USFWS – agenzia del Dipartimento degli Interni degli Stati Uniti che si occupa della gestione e conservazione della fauna selvatica) ha deciso di dare vita ad un’operazione mediatica senza precedenti: la distruzione dell’avorio illegale[12]. Sei tonnellate di zanne e oggetti d’avorio sequestrati ridotti in polvere. Un messaggio forte per cercare di mettere fine alla richiesta di avorio. Dietro anche all’oggetto più piccolo c’è comunque e sempre un elefante morto.
Già in Gabon l’anno scorso il presidente Ali Bongo Ondimba dimostrò la propria fermezza contro il bracconaggio e il commercio illegale di zanne di elefanti barbaramente uccisi e mutilati. Il 27 giugno 2012 bruciò infatti la riserva di avorio illegale detenuta dal governo: ben 4.825 chili, con 1.293 pezzi di avorio grezzo, per lo più zanne, e 17.730 pezzi di avorio lavorato, per un totale che corrisponde a circa 850 elefanti uccisi[13].
La stessa operazione condotta dagli USA, dice il WWF in un comunicato, dovrebbe essere condotta anche da Gabon, Kenya e Filippine. E per quanto riguarda la nostra penisola la richiesta del WWF è che il governo italiano si adoperi per inviare un messaggio forte a livello Europeo.
E sempre in Europa si trova quella piccola, quanto ricca città alle cui porte si trovano negozi di oggetti sacri che espongono e commerciano articoli in avorio. Aderire al bando dell’avorio sarebbe certo un messaggio positivo ai fedeli. Visto che abbiamo un Papa amante dei social network potrebbe cliccare un “mi piace” e partecipare all’evento. L’invito lo dovrebbe già avere.
[1] http://qn.quotidiano.net/lifestyle/2013/09/24/955083-animali-elefanti-marcia-mondo.shtml
[2] http://www.sheldrickwildlifetrust.org/index.asp
[3] http://qn.quotidiano.net/lifestyle/2013/09/24/955083-animali-elefanti-marcia-mondo.shtml
[4] http://www.cites.org/eng/disc/what.php
[4] http://www.cites.org/eng/disc/parties/alphabet.php
[6] http://www.nationalgeographic.it/dal-giornale/sommari/2012/09/25/foto/national_geographic_italia_ottobre_2012-1277291/1/
[7] http://www.nationalgeographic.it/dal-giornale/sommari/2012/09/25/foto/national_geographic_italia_ottobre_2012-1277291/1/
[8] http://www.greenreport.it/news/aree-protette-e-biodiversita/ecocidio-nello-zimbabwe-81-elefanti-avvelenati-col-cianuro-forse-migliaia-gli-altri-animali/
[9] http://nelcuore.org/blog-associazioni/item/tanzania-il-ministro-contro-i-bracconieri-vanno-uccisi-sul-posto.html
[10] http://www.vetclick.it/bracconaggio-in-tanzania-proposte-pene-severe/11401
[11] http://gaianews.it/ambiente/estinzione-ambiente/distrutti-6-tonnellate-di-avorio-in-usa-wwf-italia-segua-lesempio-48144.html#.UodVs_nXtOm
[12] http://gaianews.it/attualita/bruciato-avorio-illegale-nel-gabon-per-evitare-che-alimentasse-il-commercio-illegale-22643.html#.UodU0_nXtOk