Cosa prevede la legge in caso di ritardo dell’aereo:
La carta dei diritti dei passeggeri (che solo i viaggiatori più smaliziati continuano a richiedere ai desks informativi dell’aeroporto) prevede infatti che in caso di ritardo la compagnia aerea debba offrire pasti e bevande in relazione alla durata dell’attesa, due chiamate telefoniche o messaggi via telex, fax o e-mail, e perfino l’adeguata sistemazione in albergo ed il trasporto da e per l’aeroporto qualora siano necessari uno o più pernottamenti. Il diritto all’assistenza viene riconosciuto al passeggero in base alla tratta (intracomunitaria o internazionale) e alla distanza percorsa.
Ebbene, nel caso di voli intracomunitari inferiori o pari a 1500 km, come per il volo Easyjet 0909 in questione, l’assistenza al passeggero è garantita qualora il ritardo sia di almeno due ore. Considerando che il volo sarebbe dovuto atterrare alle 18, ed è invece atterrato a Roma alle 20.05, il ritardo superiore alle due ore avrebbe dovuto garantire ai passeggeri l’assistenza prevista dalla Carta dei Diritti; tradotto in termini pratici, Easyjet avrebbe dovuto offrire un panino e una bevanda a circa 100 passeggeri, per una spesa di quasi 1.000 euro, centesimo più, centesimo meno.
Se le compagnie non forniscono assistenza ai passeggeri:
Tuttavia, alle ore 18,10 gli schermi del terminal aeroportuale segnalavano l’apertura delle procedure di imbarco per il volo in questione, inizialmente previste per le 16.15, per un totale di 1 ora e 55 minuti di ritardo. Ed effettivamente, avvicinandoci al gate di imbarco, abbiamo potuto verificare che gli operatori Easyjet stavano controllando biglietto e documento dei passeggeri, avviando le procedure; il tutto al di sotto delle due ore canoniche previste dalla Carta dei Diritti del passeggero per ottenere assistenza dalla compagnia aerea.
Peraltro, dopo qualche minuto in fila notavamo qualche anomalia; gli operatori del vettore aereo stavano effettivamente avviando le procedure di imbarco, che tuttavia apparivano “fittizie”. I passeggeri a cui venivano “strappati” i biglietti non guadagnavano nè l’accesso all’aeromobile nè tantomeno al bus di trasporto, bensì venivano semplicemente fatti accomodare al di là di una transenna mentre a poche centinaia di metri, al di là della vetrata, erano ben visibili a tutti le operazioni di pulizia dell’aeromobile ancora in atto. E difatti alle ore 18.35 tutti i passeggeri si trovavano ancora in terra, chi al di fuori della transenna e chi già al di là della medesima, ma pur sempre in terra. In conclusione, il volo in questione atterrava a Roma Fiumicino alle 20.05.
In sostanza il dubbio ingenerato dalla bizzarra procedura seguita da Easyjet è il seguente: non è che l’ “imbarco fittizio” ha la sola funzione di evitare l’offerta di assistenza ai passeggeri? Moltiplicando il costo dell’assistenza per i numerosi voli in ritardo, si otterrebbe una cifra su base annua di importo non del tutto trascurabile. O forse si è trattato solamente di un caso curioso?