L’incendio scoppiato nello stabilimento di trattamento dei rifiuti in via Salaria 981, quartiere situato nella periferia nord-orientale di Roma, ha dato la stura a rinnovate polemiche. La questione dello smaltimento dei rifiuti, ormai da anni, provoca veri e propri conflitti tra popolazioni residenti e politica, con le prime apertamente contrarie all’apertura di siti in cui vengano trattati i rifiuti.
Qualcuno non ha remore nel definire le proteste in questione come il prodotto più evidente di una vera e propria ideologia, definita Nimby (“Not in my back yard”, traducibile con “Non nel mio cortile”), ma il problema è sempre più evidente, se solo si pensa alle polemiche sorte all’interno della maggioranza che sostiene il governo quando il Vice Premier e Ministro degli Interni, Matteo Salvini, ha affermato di voler rilanciare i termovalorizzatori installandone uno in ogni provincia.
Una idea subito bocciata dal M5S, che della lotta a queste strutture ha fatto una vera e propria bandiera ideologica cui non sembra interessato a rinunciare. Fatto sta che l’emergenza rifiuti a Roma è un qualcosa che si registra ormai da anni.
In questo articolo parliamo di:
Cosa sono i TMB
TMB è l’acronimo di Trattamento Meccanico Biologico, ovvero la tecnologia di trattamento a freddo dei rifiuti indifferenziati tesa a sfruttare l’abbinamento di processi meccanici e biologici come la digestione anaerobica e il compostaggio. In sostanza i macchinari impiegati nel procedimento vanno a separare la frazione umida (ovvero il materiale organico che occorre bioessicare) da quella secca (la carta, la plastica, il vetro, gli inerti).
La seconda parte può a sua volta essere parzialmente riciclata oppure usata al fine di produrre combustibile derivato dai rifiuti (CDR) rimuovendo tutto ciò che non può essere impiegato all’uopo, con tutti i vantaggi del caso in termini di ciclo virtuoso.
Perché le polemiche sui TMB
A Roma esistono altri tre impianti per il TMB, oltre a quello del Salario. Due si trovano a Malagrotta e sono detenuti dal Consorzio Lazio Rifiuti (Colari), società di Manlio Cerroni. L’altro, anch’esso pubblico come quello del Salario si trova a Rocca Cencia. Tutti, più o meno, sono ormai da anni al centro di furiose polemiche, oltre che di vere e proprie denunce.
Il motivo della sempre più forte contrarietà delle popolazioni locali è il fatto che questi impianti, almeno sulla base di quanto asserito dalle comunità interessate, sarebbero nulla più che semplici discariche. A dare un sostegno di non poco conto a queste accuse è peraltro l’ARPA (Agenzia Regionale per la Protezione Ambientale) del Lazio che in un suo rapporto ha affermato, senza possibilità di infingimenti, che il TMB Salario non tratta i rifiuti, ma è solo una tappa del loro spostamento.
L’enorme quantità di rifiuti
Inoltre all’interno del sito l’etichettatura avverrebbe in modo scorretto, sino a produrre più scarto che rifiuti lavorati. Da aggiungere poi chi ne sostiene la totale inadeguatezza in termini di riciclo dei metalli, che ammonterebbero allo 0,4% contro la norma del 5%.
Come ultimo appunto, non è possibile fare manutenzione a causa della enorme quantità di rifiuti che vi permangono. In queste condizioni non desta assolutamente stupore la contrarietà dei residenti, più volte espressa anche alle istituzioni interessate.