Nell’epoca di Internet può sembrare strano, ma esiste un servizio nato nel lontano 1984, apparentemente obsoleto, che continua a resistere imperterrito all’avanzata del tempo.
Stiamo parlando del Televideo, servizio che può essere richiamato tramite un apposito pulsantino del telecomando, caratterizzato da una grafica minimale e polverosa, tanto da apparire un vero e proprio residuato bellico se paragonato alle pagine che compongono i siti web. Eppure il Televideo è vivo e, con tutta evidenza, lotta insieme a qualcuno.
In questo articolo parliamo di:
Cos’è e come funziona il Televideo?
Il Televideo è un segnale digitale il quale viene diffuso sfruttando i tempi morti del segnale televisivo. In sostanza, ogni immagine viene visualizzata con la proiezione sullo schermo di un fascio di elettroni che si muove da un lato all’altro, scendendo gradualmente verso il basso.
Una volta giunto in fondo, il fascio impiega una frazione di tempo la quale non può essere utilizzata per immagini normali, in cui viene trasmesso il segnale televideo. In tal modo è possibile trasmettere 25 pagine al secondo, che si succedono in maniera ciclica.
La Rai continua a puntare sul Televideo: perché?
Nell’epoca di Internet, un sistema come il Televideo sembra un controsenso. Solo apparente, però. Va infatti sottolineato che in Italia esiste una vasta platea, quella formata dagli anziani, che non è molto interessata o avvezza a Internet. Lo dimostra una ricerca effettuata dall’Università Cattolica di Milano, secondo la quale solo il 25% di questa fascia di utenza accede regolarmente al web.
Tale dato va rapportato ad un altro, stavolta relativo alla Rai: l’azienda televisiva pubblica, infatti, ha un 34% di abbonati con oltre 65 anni di età. Proprio in questa fascia si annidano coloro che utilizzano regolarmente Televideo, magari per usufruire dei sottotitoli garantiti dalla pagina 777, o per altri motivi del tutto personali.
Come ad esempio una certa avversione all’utilizzo di strumenti quali lo smartphone per poter avere in tempo reale informazioni tipiche del Televideo, ad esempio quelle politiche o sportive, oppure i palinsesti televisivi.
La storia del Televideo
All’inizio fu il teletext, servizio nato in Inghilterra nel corso degli anni ’70 e sbarcato sulla penisola nel 1984, dopo sette anni di ricerche condotte presso il Centro Ricerche Rai di Torino, il quale preferì il servizio britannico ad uno analogo proposto dalla Francia.
Dopo anni in cui l’incertezza sulla sua reale funzione regnò sovrana, nel 1991 il Televideo fu affidato ad Aldo Belli, con il compito di metterne in rilievo il valore informativo. Una missione che è rimasta la stessa sino ad oggi, con l’accorpamento del servizio a Rai News, diretta da Paolo Di Bella.