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Tassa patrimoniale cos’è
Imposta patrimoniale o tassa patrimoniale, la si chiami come si vuole, non prevede nulla di buono: si parla di una tassa che colpisce il patrimonio, sia mobile che immobile, dei contribuenti. Chi viene colpito da questa imposta è una persona fisica o anche una persona giuridica, come società, cooperative ecc…
La tassa patrimoniale torna spesso di moda, in Italia se ne è avuto riscontro soprattutto con governi di centrosinistra: non a caso viene vista come un’operazione con la quale si va a scaricare sulle spalle dei ricchi quelli che sono debiti fatti dallo Stato. Nei casi limite la patrimoniale può prendere sembianze ancora più spettrali come per il prelievo forzoso, sperimentato dagli italiani (non ci siamo fatti mancare nulla….) con Giuliano Amato, nel 1992.
Imposta patrimoniale cosa prevede
La patrimoniale è una tassa che può essere di due diverse tipologie: “una tantum” se applicata una sola volta; o periodica, se ripetuta nel tempo con cadenza frequente. La patrimoniale è più propriamente un’imposta, dato che non viene erogato in cambio un servizio immediato.
In Italia esistono imposte patrimoniali periodiche, un esempio concreto è dato dall’Imu, l’imposta sulla abitazione che va a colpire i proprietari di case (attualmente, dalla seconda casa in poi, l’Imu non grava sulla prima casa). Stessa cosa dicasi per la tassa di successione, che va a gravare sempre su un patrimonio.
Per alcuni la patrimoniale è una tassa equa, dato che l’obiettivo è quello di redistribuire il reddito in modo uniforme (ne sono esclusi non a caso i meno abbienti); per altri è un’ingiustizia, visto che va a tassare il patrimonio già assoggettato a tassazione o accumulato attraverso redditi a loro volta già tassati.
Patrimoniale, tassa ingiusta?
Spesso viene vista come una tassa equa, paragonata quasi ad una Robin Hood tax, con l’illusione di rubare ai ricchi per dare ai poveri. Nell’immaginario collettivo si immaginano i ricchi politici colpiti nel loro patrimonio. Nella realtà l’imposta patrimoniale va a gravare su famiglie e soggetti di ogni genere, a seconda della tipologia prevista; come nel caso della tassa sugli immobili o sulle successioni. Senza poi voler arrivare al sopra citato prelievo forzoso dai conti correnti.
La differenza con altre tasse, come ad esempio l’Irpef (imposta sui redditi di persone fisiche), è data dal fatto che viene applicata a chi ha qualcosa; in sostanza se non si possiedono beni mobili o immobili è difficile che si possa essere colpiti da patrimoniale. Il tutto partendo da una constatazione ovvia ma che, spesso, soprattutto in Italia non risponde sempre a verità: ovvero, chi non ha una casa deve essere più povero di chi ne ha una intestata. Una affermazione che non tiene conto dei tanti ingegnosi espedienti che gli evasori fiscali riescono a mettere in piedi.
Può essere utile una patrimoniale?
Come sempre nelle crisi si ricorre all’idea di stangare il patrimonio: una tassa impopolare tra i cittadini dato che non sempre il possesso di casa o macchina è sinonimo di ricchezza. Solitamente si procede tassando patrimoni oltre ad una certa soglia.
In sostanza si parla di una tassa (imposta, per la precisione) che nell’immediato può sortire effetti ma che a lungo termine può rivelarsi un boomerang: in un momento nel quale è necessario ripartire, quello che occorre è fare in modo che i consumi tornino a crescere e l’economia a salire. Stangare i consumatori significa porre un freno a questa ripresa, togliere soldi ai consumatori portando ad una ulteriore contrazione futura. Il tutto senza contare che, come ricordato sopra, tra tasse sulla casa e sulle successioni, di patrimoniali già ne paghiamo. Non certamente la soluzione migliore per ripartire dopo una crisi enorme quale quella legata al Coronavirus.