La storia della Festa del Lavoro
La Festa del Lavoro affonda le sue radici nella seconda metà del XIX secolo, ovvero nel pieno degli anni in cui le maestranze operaie lottavano per ottenere la riduzione dell’orario di lavoro ad 8 ore, in un momento in cui esso poteva prolungarsi anche in maniera intollerabile. Una lotta che vide protagonista in particolare l’Internazionale Socialista, ovvero l’organizzazione transnazionale che riuniva le varie anime della sinistra dell’epoca, comprese le federazioni sindacali.
Lotta sfociata nei fatti di sangue di Haymarket, ove il 3 maggio del 1886 i lavoratori in sciopero di fronte alla fabbrica McCormick, da due giorni, furono vittime di colpi di fucile sparati dalla polizia locale, che provocarono l’uccisione di due di loro (secondo altre fonti, sarebbero stato quattro).
Gli incidenti innescati dai fatti di Haymarket si propagarono poi in gran parte degli Stati Uniti, in particolare a Chicago, ove lo scoppio di una bomba contro i poliziotti fu seguita dalla condanna a morte comminata a otto anarchici, nonostante l’assenza di prove a loro carico. Proprio il ricordo dei cosiddetti “martiri di Chicago” fu posto da allora a base del 1° Maggio.
Una ricorrenza sempre attuale
Nonostante il passare del tempo, la Festa del 1° Maggio ha conservato praticamente intatto il suo fascino ed anzi, rinforzato il suo appeal proprio in considerazione del fatto che la trasformazione in atto nel mondo del lavoro sembra rendere ancora attuali le richieste elaborate agli albori della Rivoluzione Industriale.
I problemi innescati dall’automazione, in particolare, hanno fatto riemergere proprio il tema della riduzione dell’orario di lavoro come possibile antidoto ai problemi che potrebbero conseguirne. Nel nostro Paese è stato il Presidente dell’INPS, Pasquale Tridico, a rilanciare l’idea di procedere in tal senso a parità di retribuzione, rilanciando una discussione che è ormai di vecchia data, considerato come in tanti l’abbiano affrontata nei decenni passati.
Una discussione che è naturalmente destinata a tornare di attualità proprio perché la scomparsa di tanti lavori in virtù dell’impiego massiccio di macchine (leggi: Antichi mestieri a rischio scomparsa) potrebbe alla fine innescare una vera e propria crisi di sistema, ove il tema non venisse affrontato per tempo.