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I punti salienti dello Scudo Europeo
Lo Scudo Europeo per i consumatori online rappresenta parte del pacchetto “Nuovo accordo per i consumatori”, e provvede a modificare quattro direttive già esistenti (93/13/Cee del Consiglio, 98/6/CE e 2005/29/Ce e 2011/83/UE del Parlamento europeo e del Consiglio).
Tra i primi effetti quelli che obbligheranno marketplace e servizi comparativi come Amazon o eBay a rendere ufficiali i parametri utilizzati per determinare il posizionamento delle proposte presenti sui loro siti. In tal modo quando essi forniranno informazioni ai consumatori dovranno chiarire se derivino da accordi pubblicitari grazie ai quali le imprese godono di un posizionamento migliore di quello che spetterebbe loro. Bisognerà anche chiarire con esattezza da chi vengano acquistati i beni e se il prezzo è personalizzato.
Il problema delle recensioni finte
Altro aspetto affrontato è poi quello delle recensioni, che dovranno essere se non genuine, perlomeno non ingannevoli. I siti che le propongono (come nel caso di Amazon) dovranno mettere in opera accorgimenti in grado di chiarire che le stesse non siano state truccate in modo da favorire alcuni prodotti a scapito di altri per effetto di accordi commerciali.
Per impedire manomissioni in tal senso sarà anche vietato favorire strategie come l’apposizione di like sui social media da parte di terzi o eliminare recensioni negative che danneggino aziende con cui si siano stipulati accordi.
Il secondary ticketing
Anche l’annosa questione della doppia qualità dei prodotti è affrontata dallo scudo. Come è noto alcuni prodotti vengono commercializzati con lo stesso marchio in diversi Paesi, differendo però a volte per le caratteristiche. Anche questa pratica non sarà più possibile.
Viene poi affrontata la questione del secondary ticketing, ovvero il cosiddetto bagarinaggio online portato avanti dalle aziende che provvedono all’acquisto di grandi quantità di biglietti di eventi sportivi e, soprattutto, di grandi concerti, dai canali ufficiali, rivendendoli poi a prezzi maggiorati rispetto a quelli di partenza, pratica portata avanti per mezzo di bot, ovvero software che permettono di acquistarne pacchetti che eccedono rispetto ai limiti tecnici fissati in partenza dal venditore primario.
Le sanzioni
Lo Scudo Europeo per i consumatori online prevede infine anche sanzioni tese soprattutto a colpire chi si renda protagonista di infrazioni diffuse, ovvero quelle che vanno a danneggiare i consumatori in diversi Paesi dell’UE.
Per cercare di stroncare tali pratiche è prevista una multa che può arrivare anche al 4% del fatturato annuo del commerciante incriminato nell’esercizio finanziario precedente o, nel caso in cui i dati non fossero disponibili, ad un importo forfettario di due milioni di euro.