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Le sorti della guerra nel Luglio 1943
Nel luglio del ’43 come detto, la Seconda Guerra Mondiale era ancora in pieno svolgimento: alcuni mesi prima tutte le forze alleate erano sembrate concordi sull’importanza di impegnare la Germania nazista aprendo un altro fronte da qualche parte in Europa.
La guerra era ormai in corso da 4 anni e il principale baluardo all’avanzata nazifascista era stata fino ad allora l’ Unione Sovietica. Al riguardo, Stalin, segretario generale del Partito Comunista dell’Urss e leader del paese sovietico, auspicava già da mesi l’apertura di un secondo fronte da parte degli Alleati in qualche punto dell’Europa; il tutto naturalmente per dare un po’ di respiro alla resistenza sovietica.
L’idea di uno sbarco in Sicilia fu deciso nel gennaio 1943 alla Conferenza di Casablanca dopo che se ne era già parlato l’anno precedente, nel 1942, a Londra.
Preparazione dello sbarco in Sicilia
Lo sbarco in Sicilia venne preceduto e favorito da un paio di avvenimenti storici che contribuirono alla riuscita dell’operazione:
- L’operazione Torch, nel novembre del 1942: una grande operazione di sbarco in Marocco e Algeria delle truppe alleate. L’operazione fu un successo e dopo l’invasione di Marocco e Algeria le truppe alletate anglo-americane si accingevano a conquistare l’Africa settentrionale avanzando verso la Tunisia.
- La seconda battaglia di El Alamein, in Egitto (23 ottobre – 3 novembre 1942), durante la quale le truppe italo – tedesche furono sconfitte dall’ armata britannica guidata dal generale Montgomery.
Con in nord Africa ormai prossimo a essere conquistato si poteva pensare alle mosse successive e, soprattutto, era il momento buono per un’operazione in Sicilia, la più grande isola del Mediterraneo e porta di ingresso in Italia che si trovava ad appena 130 km dalla Tunisia.
La conquista dell’isola, ora possibile da un punto di vista logistico, poteva essere un colpo non da poco alla fortezza europea del nazifascismo.
Operazione Husky, lo Sbarco degli Alleati
L’operazione aeronavale che prese il nome di Hasky fu, come detto, molto rapida ed efficace: lo sbarco in Sicilia avvenne nella notte tra il 9 e il 10 luglio 1943 in un’area compresa tra Licata e Siracusa.
La Sicilia rappresentò una porta di ingresso per le truppe alleate: oltre ai circa 180mila soldati di cui sopra, l’operazione Husky vide l’impiego di 4000 aerei da combattimento e da trasporto, 285 navi da guerra, due portaerei e 2.775 unità di trasporto; inoltre per la prima volta comparvero il DUKW, camion anfibio a sei ruote, ed il LST, mezzo da sbarco per i carri armati.
Grazie a questa forza imponente, in 39 giorni la Sicilia fu liberata: la campagna militare che fece seguito allo sbarco andò avanti per due anni rendendo l’Italia un vero e proprio campo di battaglia fino al 25 aprile del 1945, giorno della Liberazione e data in cui gli Alleati entrarono a Roma liberandola dall’occupazione nazista.
Uno dei periodi più drammatici della storia italiana, con una popolazione stremata dai bombardamenti alleati e stretta tra i due fuochi degli occupanti nazisti e delle truppe alleate.
Sbarco in Sicilia e ruolo della Mafia
In riferimento ai risvolti poco noti che potrebbero esserci dietro allo sbarco in Sicilia del luglio 1943, qualcuno tende a mettere in relazione quell’avvenimento storico con la mafia; si pensa che l’organizzazione criminale presente sul territorio siciliano favorì lo sbarco degli Alleati e a supporto di questa teoria vi sarebbero prove di rapporti molto saldi, in quel periodo, tra militari americani e mafia siciliana.
La stessa Commissione Parlamentare Antimafia del 4 febbraio del 1976 accertò che alcuni esponenti dell’esercito statunitense erano stati inviati in Sicilia prima dell’operazione Husky per preparare l’isola allo sbarco oltre che per prendere contatti con gli uomini di cosa nostra.
Quale sia stato l’effettivo ruolo della mafia nello sbarco alleato in Sicilia ancora non è del tutto chiaro: certo è che una ricostruzione simile non sorprenderebbe affatto. D’altra parte le guerre si vincono anche stringendo patti e sodalizi poco consoni.
E la Storia, quella che si studia sui libri e viene tramandata, è scritta dai vincitori come noto e rischia spesso di omettere passaggi che potrebbero apparire troppo compromettenti.