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Come regolarizzare lavoratori stranieri non in regola:
Un provvedimento discusso ed atteso da molti anche in virtù del particolare interesse che suscita la questione: ma andiamo a vedere meglio e nei dettagli tecnici come funzionerà la sanatoria o regolarizzazione dei lavoratori stranieri in nero.
Il provvedimento è rivolto ai datori di lavoro che alla data del 9 agosto 2012 occupano da almeno 3 mesi (quindi a partire dall’ 8 maggio) ed in maniera irregolare lavoratori stranieri non in regola: lavoratori stranieri che a loro volta, per essere coinvolti nella sanatoria, devono essere presenti sul territorio italiano (con o senza titolo di soggiorno) almeno dal 31 dicembre 2011.
Un passaggio controverso quest’ultimo poiché se lo straniero è presente sul territorio in maniera irregolare non può essere facile attestarne la presenza a partire dal 31 dicembre 2011: tale attestazione deve avvenire da parte dello straniero tramite documentazione da “organismo pubblico” la cui attendibilità sarà verificata di volta in volta dagli uffici. La regolarizzazione sarà esclusa per gli stranieri che:
- risultino espulsi per motivi di ordine pubblico o di sicurezza o per motivi di prevenzione del terrorismo;
- risultino segnalati anche a livello internazionale come non ammissibile in Italia;
- siano comunque considerati una minaccia per l’ordine pubblico o la sicurezza dello Stato italiano o di altro Stato dell’area Schengen a prescindere da un provvedimento di espulsione;
- risultino condannati anche con sentenza non definitiva o patteggiata per uno dei reati per i quali l’articolo 380 del Codice di procedura penale prevede l’arresto obbligatorio in fragranza.
Obblighi del datore di lavoro:
Da parte sua il datore di lavoro che vorrà regolamentare la posizione di un lavoratore in nero dovrà sborsare la cifra forfettaria di 1000 euro (per ciascun lavoratore da regolarizzare) più almeno 6 mesi di contributi previdenziali. Anche in questo caso sono esclusi dal provvedimento i datori di lavoro che:
- risultino condannati anche con sentenza non definitiva o patteggiata negli ultimi cinque anni per reati connessi all’occupazione illegale di stranieri, all’intermediazione illecita ed allo sfruttamento lavorativo, al favoreggiamento dell’immigrazione clandestina o allo sfruttamento della prostituzione o di minori da impiegare in attività illecite;
- abbiano avviato in passato procedure di emersione fatto richiesta di assunzione dall’estero di cittadini stranieri senza successivamente procedere alla sottoscrizione del contratto di soggiorno o alla successiva assunzione del lavoratore straniero (salvo cause di forza maggiore non imputabili al datore di lavoro).
Le norme UE contro l’impiego di lavoratori irregolari:
La presentazione della domanda di regolarizzazione (allo Sportello Unico per l’Immigrazione) spetta al datore di lavoro e può essere presentata dal 15 settembre al 15 ottobre 2012.
Ricordiamo che il Decreto Legislativo in questione è in attuazione della direttiva 2009/52/CE volta a rafforzare la cooperazione tra Stati membri nella lotta contro l’immigrazione illegale ed introduce norme minime relative a sanzioni e a provvedimenti nei confronti di datori di lavoro che impiegano cittadini di Paesi terzi il cui soggiorno è irregolare.
Tale decreto va ad introdurre sanzioni più dure (saranno previste aggravanti per le quali le pene già esistenti vengono aumentate da un terzo alla metà) per chi dà lavoro a immigrati irregolari oltre a dare la possibilità (e questa è la vera novità del provvedimento) agli stranieri vittime di sfruttamento di denunciare i loro aguzzini ottenendo in cambio un permesso di soggiorno della durata di sei mesi, rinnovabile fino al periodo necessario per la definizione del procedimento penale a carico del datore di lavoro. In sostanza, una sorta di premio per i lavoratori irregolari che denunceranno il datore che li occupa in nero.
Il provvedimento è stato concepito in maniera tale da convincere i datori di lavoro, proprio in virtù di quest’ultimo un punto che andrebbe a dare ai lavoratori irregolari un’arma verso il datore stesso, di quanto sia meglio aderire alla sanatoria per evitare di incorrere in pene e sanzioni piuttosto pesanti.