In questo articolo parliamo di:
Cattiva informazione e propaganda sui Referendum:
Ma d’altra parte quello di politicizzare ogni dibattito ed ideologizzare il più possibile ciascuna situazione è, da anni, uno sport tutto italiano nel quale eccelliamo: una sorta di ‘divide et impera’ rivisitato e corretto in salsa moderna per riuscire sempre e nonostante tutto ad esercitare un controllo sulla pubblica opinione.
Ma tant’è: accade (da una parte e dall’altra) per i politici, abili come pochi altri a cavalcare l’onda popolare nonchè a salire e scendere dai vari carri dei vincitori (almeno fino a che sono tali); accade soprattutto per l’informazione ed i mass media, in questo sempre meno liberi ed imparziali.
Gli stessi giornali tendono a ridurre tutto ad una contesa tra opposte fazioni (a ciascuno la propria, direbbe qualcuno) dividendosi equamente l’elettorato: ma i giornali d’altra parte vanno venduti ed a comandare, come noto, sono spesso gli investitori: i lettori si adeguino senza troppo storie.
Unica eccezione (e, forse, speranza) sembra arrivare proprio dai cittadini: a supporto di questo ci piace citare quanto accaduto in alcune piazze italiane dove, una volta appreso l’esito del referendum, la gente che si è ritrovata per festeggiare non ha voluto che i politici di turno si improvvisassero in comizi andando in questo modo a ‘mettere il cappello’ su una vittoria popolare.
Questi cittadini hanno probabilmente compreso il reale significato di quanto accaduto (comunque la si pensi ed in qualunque modo si abbia votato) e non hanno accettato di ridurre il tutto ad una semplice contesa politica.
Non era un voto politico:
Ma l’esito del referendum ha dimostrato ancora una volta questa inclinazione tutta italiana nel valutare le cose: gli argomenti trattati dalla consultazione erano di notevole importanza e non certo assimilabili ad un colore politico piuttosto che ad un altro o ad una ideologia (termine desueto, ce ne rendiamo conto) più che ad un’altra.
Per dirla in sintesi, se tra cent’ anni non ci saranno i politici che oggi governano o sono all’opposizione (a meno di improbabili clonazioni, non si sa mai), viceversa i temi per i quali si è votato avranno un riverbero sul futuro del nostro paese per molto tempo a venire: la scelta dell’approvvigionamento energetico per soddisfare i bisogni del paese non è un tema di poco conto, come probabilmente non lo è la sicurezza delle future generazioni su questione piuttosto delicate (leggasi nucleare con i vari annessi).
L’ideologizzazione ad ogni costo
Malgrado questo si è comunque tentato di ideologizzare il voto del referendum facendo leva più sulla pancia dell’ opinione pubblica più che sulla testa. Quello dell’ideologizzazione ad ogni costo e del radicamento del confronto tendendo a creare opinioni opposte è, come detto, un vecchio vizio italiano nonché un astuto stratagemma cui ricorrere per far presa più efficacemente sull’opinione pubblica. Per vincere, come noto, occorre prima di tutto individuare il nemico contro cui si combatte: se non esiste, lo si crea.
Un diversivo per ridurre la contesa su un piano strettamente politico ed ideologico: lo sanno bene gli stessi politici, spesso abili fomentatori delle piazze stesse; e lo hanno capito anche gli organi di informazione, che cavalcano l’onda e da questo infinito dibattito polarizzato traggono indubbi vantaggi e riscontri di vario tipo.