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Addio al bicameralismo perfetto:
La riforma Boschi approvata in queste ultime ore intende modificare ed integrare la riforma del Titolo V del marzo 2001, che a suo tempo introdusse il Federalismo.
Nel dettaglio, la riforma elimina definitivamente il bicameralismo perfetto, apportando significativi cambiamenti ai poteri del Senato. Ma, non solo: la riforma prende di mira anche le Province ed il Cnel, che verranno eliminati insieme ad alcune materie di competenza concorrente tra Stato e Regioni.
Più nel dettaglio, la novità principale riguarderà la Camera, i cui deputati restano 630, sempre eletti a suffragio universale. Ciò che cambia, invece, è che spetterà solo alla Camera votare la fiducia.
Oggetto di modifiche sarà anche il Senato. Si continuerà ancora a parlare di Senato della Repubblica, ma i suoi componenti saranno solo 95 (anzichè 315 attuali), eletti dai Consigli Regionali. A questi si aggiungeranno 5 senatori che, invece, dovranno essere nominati dal Capo dello Stato. Questi ultimi 5 senatori resteranno in carica per 7 anni.
L’iter delle leggi nel nuovo Parlamento:
Ed ancora, sempre restando nell’ambito del Senato della Repubblica, secondo la riforma Boschi quest’ultimo avrà competenza legislativa piena esclusivamente in materia di leggi costituzionali e riforme.
In merito al processo di approvazione delle leggi ordinarie, invece, il Senato della Repubblica potrà solamente chiedere alla Camera di modificarle. Si tratta, però, solo di un invito, poiché la Camera non sarà tenuta ad assecondare la richiesta del Senato.
Viceversa, qualora la richiesta di modifica del Senato riguarderà una legge relativa ai rapporti Stato-Regioni, la Camera potrà respingerla solamente a maggioranza assoluta.
Composizione ed elezione del nuovo Senato:
Sempre in tema di Senato, i 95 senatori verranno eletti dai consigli Regionali con metodo proporzionale, scegliendoli tra i loro componenti. I Consigli Regionali continueranno, ovviamente, ad essere eletti dai cittadini. Per ciascuna Regione, un senatore indicato dovrà essere un sindaco.
I senatori verranno infine ripartiti tra le Regioni in considerazione del loro peso demografico. Secondo la riforma, i senatori nominati non potranno essere arrestati né sottoposti ad intercettazioni, se non con l’autorizzazione del Senato. Quindi, potranno godere delle stesse tutele riconosciute ai deputati.
Elezione del Presidente della Repubblica:
Per l’elezione del Presidente della Repubblica voteranno le camere in seduta comune. Non parteciperanno i delegati regionali. Necessaria la maggioranza dei due terzi fino al quarto scrutinio; dal quinto in poi sarà necessaria la maggioranza dei tre quinti. A partire dal nono scrutinio basterà la maggioranza assoluta.
Attualmente, lo ricordiamo, è necessario ottenere i due terzi dei voti fino al terzo scrutinio; dal quarto scrutinio è sufficiente la maggioranza assoluta
Le competenze che tornano allo Stato:
Con la riforma costituzionale, diverse materie ad oggi competenza delle regioni tornano nelle mani dello Stato. Tra queste: l’ambiente; la gestione di porti e aeroporti, trasporti e navigazione; produzione e distribuzione dell’energia, politiche per l’occupazione, sicurezza sul lavoro, ordinamento delle professioni; infrastrutture strategiche ed il sistema nazionale di protezione civile.