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Base di partenza: il Sistema Spagnolo
Un sistema proporzionale con premio di maggioranza, un po’ come l’attuale Porcellum; doppio turno, soglie di sbarramento e circoscrizioni su base provinciale. Sono questi gli ingredienti che caratterizzano l’ Italicum con la speranza di farne una ricetta vincente.
Un quadro che è mutato diverse volte nel corso del dibattito, durato oltre un anno, che ha visto come base di partenza inizialmente l’accordo tra Renzi e Berlusconi; il cosiddetto Patto del Nazareno, anche se poi i contenuti di quell’accordo restano cosa piuttosto segreta.
Tornando all’ Italicum, va detto che si ispira al modello spagnolo: un sistema elettorale proporzionale ma con diverse rivisitazioni. Prevede una soglia di sbarramento del 3% senza recupero dei voti non utilizzati nelle singole circoscrizioni.
In sostanza, senza entrare troppo nei tecnicismi, un modello che avvantaggia i partiti di dimensioni maggiori e che porta ad un sostanziale bipolarismo. Si considera il sistema spagnolo come un proporzionale con i più alti effetti maggioritari.
Cosa prevede l’ Italicum:
L’ Italicum, nome scelto da Matteo Renzi in persona, partirà dalla base del sistema spagnolo ma ampiamente rivisto per adattarlo alla realtà partitica italiana. È importante specificare che la legge elettorale varrà solo per la Camera dato che sono in atto le riforme per modificare il Senato rendendolo non più direttamente elettivo.
Punto di partenza, un proporzionale il cui calcolo dei voti avverrà su base nazionale, prima differenza con il sistema spagnolo che prevede un conteggio su base provinciale.
Questa sostanziale divergenza servirebbe a favorire in parte i piccoli partiti senza penalizzarli troppo, come avviene in Spagna.
Saranno previsti 100 collegi territoriali, a differenza delle attuali sole 27 circoscrizioni nelle quali viene suddiviso il territorio, e in ogni collegio saranno presentate liste di dimensioni ridotte con mediamente 6 candidati. E qui sulle liste c’è da aprire un altra parentesi.
Preferenze, liste bloccate e alternanza uomo – donna:
Era stato previsto inizialmente di restare con le liste bloccate, come adesso; in sostanza, i candidati sono decisi dai partiti e l’elettore non può scegliere. Dato che il sistema liste bloccate era stato bocciato, come detto, dalla Corte Costituzionale, si è giunti ad un compromesso andando a stabilire che solo i capilista saranno bloccati: dal secondo nome in poi sarà l’elettore a poter esprimere la propria preferenza.
Come per il Porcellum, uno stesso capolista ‘bloccato’ potrà essere inserito in più di un collegio elettorale fino ad un massimo di 10. Ci saranno quindi in totale 100 capilista scelti a monte dai partiti.
Per quanto riguarda le quote rosa e alternanza uomo – donna, nessuno dei due sessi dovrà essere rappresentato con una quota superiore al 50%: nella successione sulle liste, si dovrà alternare un uomo e una donna.
L’elettore, che dovrà esprimere una doppia preferenza, dovrà quindi indicare un candidato uomo e un candidato donna. Anche tra i capilista, non sarà possibile avere più del 40% dello stesso sesso.
Premio di maggioranza e soglie di sbarramento:
Per quanto riguarda l’attribuzione dei seggi, alla lista vincente che supera la soglia del 40% dei voti viene attribuito un premio di maggioranza per raggiungere 340 seggi, ovvero il 55% del totale. I rimanenti 290 seggi saranno distribuiti alle altre liste purchè superino la soglia di sbarramento del 3%.
Nel caso in cui non vi sia una lista in grado di oltrepassare la soglia del 40% per ottenere il premio di maggioranza, si andrà a un secondo turno. Un ballottaggio al quale accederanno le due liste più votate al primo turno.
Tra queste due, la lista che uscirà vincente, ovvero anche solo con un voto in più dell’altra, otterrà il premio di maggioranza. Non saranno possibili apparentamenti di lista tra il primo e il secondo turno. Ciascuna lista dovrà partecipare all’eventuale secondo turno nelle stesse condizioni nelle quali si era presentata al primo.