In questo articolo parliamo di:
Cos’è il ravvedimento operoso: definizione
Introdotto dall‘art. 13 del D.Lgs. n. 472/1997, il ravvedimento operoso rappresenta lo strumento attraverso il quale il contribuente può spontaneamente sanare irregolarità o omissioni tributarie, quali il mancato o insufficiente versamento di imposte e tributi. Si tratta quindi di una procedura che permette ai contribuenti di regolarizzare la propria posizione fiscale versando, oltre all’imposta dovuta e agli interessi maturati, una sanzione ridotta rispetto a quella ordinaria. Tale procedura può essere attivata in caso di omesso o insufficiente versamento, nonché in caso di dichiarazioni errate o incomplete
Le recenti riforme normative, in particolare quelle del biennio 2015-2016, hanno ulteriormente ampliato le possibilità di applicazione di tale istituto, rendendolo ancora più vantaggioso per i contribuenti. Con l’entrata in vigore della riforma delle sanzioni tributarie a partire dal 1° settembre 2024, sono state introdotte ulteriori agevolazioni per coloro che regolarizzano le omissioni dichiarative.
Come funziona il ravvedimento operoso
Per avvalersi del ravvedimento operoso, il contribuente deve presentare un modello F24 e provvedere al versamento delle somme dovute. L’importo complessivo da versare è costituito dall’imposta omessa o versata in misura insufficiente, dagli interessi maturati e dalla sanzione ridotta. Quali sono i Vantaggi?
Il principale punto favorevole del ravvedimento operoso consiste nella possibilità di limitare l’importo delle sanzioni applicabili. Inoltre, consente di evitare le procedure di accertamento da parte dell’Agenzia delle Entrate e di regolarizzare la propria posizione fiscale in modo semplice e celere.
Quando è possibile ricorrere al ravvedimento operoso?
Il contribuente può avvalersi del ravvedimento operoso fino a quando non sia intervenuto un atto di accertamento da parte della Amministrazione finanziaria. È pertanto fondamentale agire tempestivamente per beneficiare di tale opportunità. Si può ricorrere al ravvedimento nei casi di:
- Omissioni di versamenti: quando non si è pagata un’imposta dovuta.
- Versamenti insufficienti: quando si paga una somma inferiore a quella effettivamente dovuta.
- Dichiarazioni errate o incomplete: quando si presenta una dichiarazione dei redditi non corretta.
Il ravvedimento operoso si configura come uno strumento essenziale per i contribuenti che desiderino sanare eventuali irregolarità commesse in materia tributaria: tuttavia, è opportuno sottolineare che la disciplina è complessa e soggetta a frequenti modifiche normative; per portarla avanti è consigliabile rivolgersi a un professionista del settore per una consulenza personalizzata e per una corretta applicazione della normativa vigente.
Sanzioni dovute con il ravvedimento
Per avvalersi del ravvedimento operoso, il contribuente deve procedere spontaneamente al pagamento di:
- Imposta dovuta: l’intero ammontare dell’imposta omessa o versata in misura insufficiente.
- Interessi: gli interessi maturati dal giorno in cui l’imposta doveva essere versata fino al giorno del pagamento.
- Sanzione ridotta: una sanzione amministrativa di importo inferiore rispetto a quella che sarebbe stata applicata in caso di accertamento da parte dell’Agenzia delle Entrate.
Ravvedimento operoso e ravvedimento speciale: differenze
Il ravvedimento operoso ordinario differisce dal ravvedimento speciale, introdotto dalla Legge di Bilancio 2023. Quest’ultimo, esteso anche al periodo d’imposta 2022 dal Decreto Milleproroghe, consente di regolarizzare le dichiarazioni presentate per gli anni d’imposta 2021, 2022 e precedenti, permettendo ai contribuenti di sanare irregolarità o omissioni e di beneficiare di una riduzione delle sanzioni pari a un diciottesimo del minimo.