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Ordinanze comunali e divieti: addio ai sindaci sceriffo

Estate, tempo di divieti, o almeno lo era stata quella del 2009, famosa come la stagione del “non si può”. Anche quest’anno la “bella stagione” inizia a fare capolino, ma forse la situazione è cambiata.
Come dimenticare l’ordinanza del sindaco di Ravenna sulle multe a chi ascolta musica in spiaggia? Oppure il divieto di utilizzare zoccoli a Capri perché troppo rumorosi, o ancora quello di evitare la costruzione di castelli di sabbia in spiaggia ad Eraclea, nel veneziano, perché gioco rumoroso che potrebbe recare disturbo agli altri bagnanti?
Sono solo alcuni divieti resi possibili dal pacchetto sicurezza che ha conferito più poteri agli amministratori locali. Quest’anno la Consulta boccia quella legge (n. 125/2008) nella parte in cui consente al sindaco di adottare provvedimenti “a contenuto normativo ed efficacia a tempo indeterminato” per prevenire ed eliminare gravi pericoli che minacciano la sicurezza urbana, anche al di fuori dei casi di “contingibilità e urgenza”.

Lavavetri, accattonaggio e prostituzione

I giudici decidono di bocciarla perché vìola gli articoli 3, 23 e 97 della Costituzione, riguardanti il principio di uguaglianza, la riserva di legge e il principio di legalità in materia di sanzioni amministrative. La sentenza del 7 Aprile della Consulta ha così trascinato nel nulla le ordinanze emesse in virtù della disposizione di legge censurata. Tutte quelle, cioè, adottate senza una reale urgenza e con una efficacia senza limiti di tempo. È il caso, ad esempio, dei provvedimenti sui lavavetri, sull’accattonaggio o sulle lucciole.
Ad esprimersi subito dopo la bocciatura, è stato il Codacons che sostiene come sia evidente che ora tutte le persone multate in base a queste ordinanze, abbiano il diritto a vedere annullate le sanzioni comminate. Inoltre, secondo l’ associazione dei consumatori, i comuni non potranno più procedere ad emanare nuovi verbali di accertamento per questo tipo di infrazioni.

Una legge per ogni ordinanza dei sindaci

Per il Codacons era già di tutta evidenza che un sindaco, fino a che non cambierà la Costituzione vigente, non può sostituirsi al Parlamento italiano stabilendo una sanzione per qualcosa che è legale in tutto il resto d’Italia.
E proprio per questo motivo, per l’associazione non basterà aggirare l’ostacolo, facendo una legge sul potere dei sindaci al posto di un decreto amministrativo – come proposto dal ministro dell’Interno Roberto Maroni – ma occorrerà fare una legge per ognuna delle ordinanze dei sindaci: una legge sulla prostituzione, una sull’accattonaggio e via di seguito.
Il numero uno del Viminale avrebbe infatti intenzione di proporre, entro fine maggio, al Consiglio dei Ministri, un “pacchetto” organico di provvedimenti per tutelare sempre di più l’incolumità dei cittadini e il decoro delle città con una legge specifica per la sicurezza urbana. Obiettivo è contenere in un testo unico tutte le norme oggi distribuite in vari provvedimenti di legge e decreti.

Così i Sindaci aggirano la decisione della Consulta

In questo modo, si potrebbe risolvere la censura della Corte costituzionale, ma non solo. Per il ministro Maroni, il vero obiettivo della proposta di legge sarebbe quello di dare organicità a tanti singoli provvedimenti, evitando conflitti tra i vari livelli amministrativi – anzitutto con le Regioni, che hanno poteri in materia di sicurezza – e assegnando un ruolo, anche sul fronte della prevenzione, alle Province, oltre che ovviamente a Stato e Comuni.
Nel frattempo, dopo la bocciatura della Consulta, si cerca di correre subito ai ripari per mantenere in vigore le misure emanate. Aggirare l’ostacolo in qualche modo si può: firmando provvedimenti a tempo determinato.
E’ quello che ha fatto il sindaco di Vicenza Achille Variati che, dopo aver incassato il nulla osta del prefetto Melchiorre Fallica, ha firmato le due misure anti lucciole e anti accattoni che dureranno il tempo della “bella stagione” (scadranno infatti il 30 settembre). Lo stesso ha fatto il sindaco di Viareggio Luca Lunardini che ha firmato un’ordinanza in materia di contrasto alla prostituzione su strada, su tutto il territorio comunale, entrata in vigore dal 30 aprile fino al 30 ottobre 2011.

Le ordinanze più strane di Italia

Per quelli che pensavano di dire addio al divieto di zoccoli a Capri, alla costruzione dei castelli di sabbia ad Eraclea, o alla musica da spiaggia a Ravenna (e questo solo per citarne alcuni dei più curiosi), c’è ancora da aspettare.
A volte, invece, si può sperare in un semplice dietro-front come è accaduto a Vicenza dove tre anni fa, un uomo che leggeva un libro sdraiato sul prato è stato multato di 50 euro, poi il Comune l’ha “perdonato” e ha deciso di permettere a tutti i cittadini di stendersi sull’erba.
Che sia aggirare l’ ostacolo, attendere la proposta del ministro Maroni, o fare dietrofront, si può dire che la vicenda dei “sindaci-sceriffo” è ancora tutta in divenire, almeno per il momento.

Pubblicato in Focus

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Giornalista professionista in radio e sul web. "E' un mestiere, ma non come tanti; è un atteggiamento verso la vita".

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