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Scelta delle notizie da pubblicare
Secondo John Naisbitt (Megatrends, Sperling & Kupfer editori 1954) lo spazio in un giornale è fisso e limitato dalle pagine, pertanto la scelta delle notizie da pubblicare ha maggiore o minore rilevanza secondo l’ottica della direzione che, al contempo, deve tener conto dei lettori che seguono fedelmente e da tempo la testata giornalistica, soddisfatti del taglio e della presentazione grafica, oltre che concordare con l’impostazione politica o culturale.
Questo perché in base alla rilevanza della notizia, e maggiormente nell’approfondimento o nel commento, qualsiasi comunicazione sviluppa idee, consensi o critiche. In sostanza la conoscenza crea opinione e un veicolo d’informazione destinato al pubblico (i lettori) genera opinione pubblica (favorevole o contraria).
Ruolo dell’opinione pubblica su un dato argomento
Secondo la formula di Mario Del Vescovo (Principi di doxologia, edizioni università Pro Deo, anno accademico 1948-49) maggiore è il numero delle persone che costituiscono un determinato pubblico (i lettori di quel giornale, per esempio), l’ampiezza data ad un particolare evento (spazio sulle pagine) e la ripetizione nel tempo, e tanto maggiore sarà la possibilità ed estensione dell’opinione pubblica sull’argomento.
Questo avviene perché secondo Federico Augusto Perini-Bembo (un maestro della demodoxalogia) l’informazione è, nel contempo, anche formazione (Appunti di emodossologia generale e principi di effemerocritica, anno accademico 1949/1950 università internazionale Pro Deo [ora Luiss]).
Tipologie di giornali esistenti
I giornali quotidiani possono essere tabloid, tradizionali o altro. La pagina di un tabloid ha, in centimetri quadrati, meno spazio rispetto alle pagine di un quotidiano tradizionale ma spesso ha più pagine. Un titolo a tutta evidenza di un tabloid può avere sei colonne mentre in un quotidiano tradizionale ne avrà otto ma, in sostanza, è la percentuale occupata dal titolo, dall’articolo e (quando c’è) dalla foto – rispetto all’intera pagina – che colpisce la vista del lettore contribuendo a segnalare l’importanza dell’evento.
Pertanto nei quotidiani (così come nella radiotelevisione) è significativa la dimensione dell’impatto data dal numero delle colonne del giornale (o dai minuti del telegiornale). Quello che fa la differenza è la collocazione editoriale dei giornali sotto osservazione. Ai fini della media statistica non potranno, in nessun caso, essere sommati, per esempio, i risultati avuti dall’indagine su L’Unità con quelli del Corriere della Sera.
La tiratura dei giornali in edicola
Per grandi linee essi potranno essere accorpati per area: giornali di destra, di sinistra oppure quotidiani ufficialmente non schierati. Prendiamo i cosiddetti non schierati, anche se di tendenza politica o economica, a diffusione su tutto il territorio nazionale e con una tiratura (stampa, non copie vendute) giornaliera non inferiore alle duecentomila copie.
La tiratura è obbligatoriamente indicata nella gerenza, un riquadro che riporta anche il direttore, la proprietà del giornale, i garanti, ecc. Essendo una cifra che può cambiare a seconda degli eventi e delle giornate, e dovendo avere per i fini euristici dei dati stabili e sicuri prenderemo quelli ufficiali forniti dalla pubblicazione della presidenza del Consiglio dei ministri, anche se riferiti all’anno precedente.
In che modo i giornali influenzano i lettori su un tema?
Per esempio il Corriere della Sera è suddiviso in otto settori (primo piano, politica, esteri, cronache, economia, cultura, spettacoli, sport), più o meno analogamente come negli altri quotidiani. Non prendiamo in esame (salvo speciali motivi d’indagine) le pagine dedicate alla cronaca della città, i magazine o gli allegati in genere.
Alla prima pagina del giornale attribuiremo il valore di 50, alla pagina tre del giornale (a destra) il valore 49, alla pagina due (a sinistra) 48, alla pagina cinque (a destra) 47, alla pagina quattro (a sinistra) 46, e così via sino all’ultima pagina di quel settore.
Moltiplicando il coefficiente della pagina per il numero delle copie stampate e dello spazio occupato in centimetri (con differenziazione tra testo e titolo) avremo l’indicazione dell’influenza di quel dato argomento trattato dal giornale. Da qui partiremo per le nostre elaborazioni. Per applicare il metodo inde occorre, oltre alla conoscenza della disciplina demodoxalogica, numerose esercitazioni che in sede di trattazione non è possibile esplicitare.
di Giulio D’Orazio – Sociologo, decano dei demodoxaloghi