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Lavoro di Tagesmutter in Italia:
In Italia il fenomeno si sta diffondendo soprattutto nelle grandi città (principalmente del nord) anche per ovviare alla carenza di posti negli asili nido comunali; una sorta di scuola in miniatura che al tempo stesso offre al bambino la possibilità di un distacco più graduale e meno traumatico dalla famiglia, oltre ad una maggiore comodità poiché offre un servizio più flessibile e differenziato in base alle esigenze dei singoli genitori.
Le Tagesmutter sono operatrici appositamente formate che professionalmente, in collegamento con organismi della cooperazione sociale o di utilità non lucrativi, forniscono educazione e cura a uno o più bambini presso il proprio domicilio o altro ambiente adeguato ad offrire cure familiari.
I bambini sono affidati in modo stabile e continuativo alle Tagesmutter; è necessaria infatti, la presenza di un piano educativo da portare avanti per un tot di mesi oltre al fatto di creare un gruppo piuttosto ristretto (non più di 5 o 6 bambini) e di possedere determinati requisiti da un punto di vista logistico (la casa della Tagesmutter deve rispettare parametri stabiliti).
Questo naturalmente in via generale; perché poi, nello specifico, ogni regione agisce in modo indipendente. In Italia il fenomeno Tagesmutter ha toccato solo alcune regioni (considerando anche quelle che ne hanno fatto uso solamente a livello sperimentale); si parte dal Trentino Alto Adige (Donne e lavoro: benvenuti a Bolzano, la provincia dei miracoli) dove il servizio è presente da oltre 10 anni, e si prosegue con Piemonte, Lazio, Veneto, Emilia Romagna, Calabria e Lombardia.
Regioni e normative diverse:
Non ovunque, come detto, l’esito è stato il medesimo; nel Lazio ad esempio, la sperimentazione partita, nel 2009, si è arenata nel 2011 per mancanza di fondi ed attualmente non ci sono normative a regolamentare l’attività di Tagesmutter.
In Emilia Romagna dopo una fase di sperimentazione il fenomeno Tagesmutter è stato messo in soffitta nel 2012 dalla nuova giunta regionale poiché ritenuto non funzionante; non è mai decollato del tutto, dicono, dato che le famiglie preferiscono affidare i propri bambini ai nidi. Un problema culturale probabilmente, tanto che l’attività di Tagesmutter sembra funzionare perfettamente solo in Trentino- Alto-Adige, notoriamente una regione non del tutto affine alla cultura ed al modo di vivere italiano.
L’esempio di Trento e Bolzano:
Le province autonome di Trento e Bolzano hanno fatto da apripista al servizio e sono a tutt’oggi un esempio di funzionalità dello stesso; lì, come detto, vi sono stati i primi esempi di Tagesmutter all’italiana. È il 2002 quando entra in vigore una legge provinciale che va a definire e regolamentare il servizio andando inoltre ad identificare la Tagesmutter come figura professionale riconosciuta e abilitata a fornire il servizio in collegamento con un ente gestore.
In quella regione la Tagesmutter è un lavoro regolato previo corso di formazione e certificazione oltre che controllato; non vi è lavoro nero poiché le Tagersmutter sono pagate in parte dalla provincia ed in parte dalla famiglia fruitrice del servizio.
Tutto insomma sembra funzionare in maniera perfetta e secondo meccanismi impeccabili; ma solo in Trentino-Alto-Adige. Il resto di Italia, come sempre, è più restio ai cambiamenti e presenta meccanismi più farraginosi e maggiormente inclini ad incepparsi.