Disobbedienza civile: un po’ di storia
Essa ha costituito negli ultimi tempi un faro adatto ad illuminare le vie seguite da non pochi, soprattutto dopo gli esempi forniti da uomini come Mahatma Gandhi, Henry David Thoreau e Martin Luther King che ne hanno fatto simbolo di lotta per il progresso civile e per la democrazia, tale da influenzare l’intero pianeta.
La disobbedienza civile è stata oggetto di approfonditi studi da parte soprattutto di sociologi e psicologi, che hanno fornito importanti tracce per rendere comprensibile a tutti questo fenomeno. Sulla base di esse, l’uomo capace soltanto di obbedire e non disobbedire, è indicato come uno schiavo; chi sa soltanto disobbedire e non obbedire è un ribelle; chi disobbedisce in base a convinzioni profonde che interessano la sfera della sua coscienza è un rivoluzionario.
Per disobbedire, inoltre, bisogna saper correre il rischio anche di rimanere soli nelle proprie posizioni, con la possibilità di sbagliare e con la disponibilità a pagare le conseguenze di eventuali propri errori. E il solo coraggio spesso non basta, perchè la capacità di essere coraggiosi è conseguenza del grado di sviluppo di una persona. Soltanto chi è riuscito a svilupparsi come individuo e abbia così acquisito la capacità di pensare e di sentire autonomamente, può possedere anche il coraggio di opporsi al potere, di disobbedire. Anzi: una persona addirittura può diventare più libera attraverso atti di disobbedienza cosciente.
Disobbedienza civile come base per la libertà:
La Storia ci conferma che la lotta contro l’autorità dello Stato spesso ha costituito la base stessa dello sviluppo della libertà e dell’indipendenza dei popoli. Tale lotta ha caratterizzato l’atteggiamento intellettuale degli uomini dell’Illuminismo e la gran parte degli scienziati che hanno migliorato le nostre conoscenze del mondo. Dalla disobbedienza alle autorità vigenti è partorito il nostro Risorgimento, che ci avrebbe portati all’unità d’Italia. Dalla disobbedienza al Fascismo è nata la Resistenza che ci ha resi liberi da ogni forma di totalitarismo, per condurci verso la democrazia di cui attualmente godiamo.
Nel caso della disobbedienza civile da mettere in atto qualora venisse approvata la legge di cui abbiamo trattato all’inizio, c’è poi un’altra considerazione da fare: si tratterebbe di una disobbedienza a una legge praticata per meglio obbedire a leggi di portata superiore sancite dalla Costituzione della Repubblica Italiana.