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Hiv, Aids e modalità di contagio

Nessun rischio di contagio fra i partner se la persona sieropositiva è in terapia da almeno sei mesi e con carica virale non rilevabile. E’ questo il messaggio, frutto di solidissime ricerche, rilanciato con forza lo scorso 12 Novembre in occasione della “Consensus Conference Italiana su UequalsU” (U=U undetectable = untrasmittable, U=U NON rilevabile = NON trasmissibile) organizzata nella capitale presso il Ministero della Salute, promossa da Simit (Società di malattie infettive e tropicali), Icar (Italian Conference on Aids and antiviral Research) e dalle associazioni di pazienti e società civile impegnate nella lotta all’Hiv (Anlaids, Arcigay, Asa, Arcobaleno Aids, Cica, Cnca, Comitato per i Diritti civili delle prostitute, Lila, Mario Mieli, Nadir, Nps Italia, Plus, I Ragazzi della panchina).
Scopo dell’incontro, la stesura di un documento di riferimento per la comunità scientifica, i sanitari, le persone Hiv positive e la divulgazione di questa nuova evidenza scientifica alla popolazione e ai media.

Quando si trasmette il virus Hiv

I risultati degli studi in merito, presentati al congresso mondiale di Amsterdam Aids del 2018, hanno dimostrato in maniera inequivocabile che l’Hiv non viene trasmesso all’interno di coppie in cui un partner è Hiv positivo e uno Hiv negativo se la viremia del partner Hiv positivo non è più determinabile nel sangue, grazie alla corretta assunzione di una efficace terapia antiretrovirale.
La stesura del relativo documento rappresenta un passaggio fondamentale nel combattere discriminazione e pregiudizi, promuovendo al contempo l’accesso al test per l’Hiv, fondamentale per evitare le conseguenze di diagnosi tardive. Come dichiara Anlaids onlus “U=U vuol dire che, in generale, grazie alle terapie la possibilità di trasmettere il virus Hiv è nettamente diminuita.
È necessario continuare a impegnarsi per rendere il Test Hiv un gesto da compiere periodicamente, in maniera responsabile, ma anche affinchè tutte le persone Hiv positive possano continuare ad avere la migliore assistenza sanitaria e la migliore qualità della vita possibile”.

Hiv e aids, i numeri del contagio in Italia

Gli ultimi dati dell’istituto Superiore di Sanità, raccolti da LILA (Lega Italiana per la Lotta contro l’Aids) segnalano, al 31 dicembre 2017, il numero di 3.443 nuove diagnosi di infezione da Hiv, pari a 5,7 nuovi casi per 100.000 residenti. Nel 2017 le regioni con il maggior numero di infezioni da Hiv sono state Lombardia, Lazio, Emilia Romagna.
La maggioranza delle nuove diagnosi di infezione da Hiv è attribuibile a rapporti sessuali non protetti, l’84,3% di tutte le segnalazioni. Nel 2017, i casi più numerosi sono attribuibili a trasmissione eterosessuale (46%, specificamente: 25% maschi e 21% femmine), seguiti dai casi relativi ai maschi che fanno sesso con maschi (38%); le persone che usano sostanze rappresentano il 3% di tutte le segnalazioni.
Nel 2017 le persone che hanno scoperto di essere Hiv positive erano maschi nel 76,2% dei casi. L’età mediana era di 39 anni per i maschi e di 34 anni per le femmine. L’incidenza più alta è stata osservata tra le persone di 25-29 anni (15,9 nuovi casi ogni 100.000 residenti di età 25-29 anni); in questa fascia di età l’incidenza nei maschi è del 22,8 e nelle femmine dell’ 8,8 per 100.000.

Nuove diagnosi di Aids

In questa fascia di età l’incidenza non è cambiata nel tempo. Oltre il 70% dei casi di aids segnalati nel 2017 era costituito da persone che non sapevano di essere Hiv positive. Nel tempo é aumentata la proporzione delle persone con nuova diagnosi di Aids che ignorava la propria positività all’ Hiv e ha scoperto di esserlo nei pochi mesi precedenti la diagnosi di Aids , passando dal 20,5% del 1996 al 73,9% del 2017.
Nel 2017, meno del 20% delle persone diagnosticate con Aids aveva eseguito una terapia antiretrovirale prima della diagnosi di Aids . Nel 2017, ben il 32 % delle persone con una nuova diagnosi di infezione da Hiv aveva eseguito il test Hiv per la presenza di sintomi Hiv -correlati.

HIV e AIDS, oltre al pregiudizio c’è ancora molta confusione

Aids e HIV vengono spesso confusi. Hiv è il nome del virus. Le persone che contraggono il virus Hiv (sieropositive) non sono malate di Aids , anche se sono destinate a diventarlo in assenza di cure adeguate.
L’Hiv è il virus dell’immunodeficienza umana che causa l’Aids, cioè la sindrome dell’immunodeficienza acquisita. La caratteristica dell’Hiv è quella di attaccare il sistema immunitario provocando un deterioramento progressivo delle difese, debilitando quindi l’organismo.
La diagnosi precoce di sieropositività all’Hiv è molto importante, poiché esistono farmaci specifici in grado di inibire l’incidenza del virus e posticipare, anche di molti anni, la manifestazione dell’Aids.

Farmaci per curare l’Hiv

Una persona potrebbe diventare sieropositiva, senza mai sviluppare sintomi. Se il virus non viene curato e la persona si ammala, allora si parla di Aids. Chi ha l’Aids è sieropositivo, ma chi ha l’Hiv non è detto che abbia l’Aids.
Le terapie moderne si basano sui farmaci antiretrovirali, che possono ridurre i livelli di virus nel sangue a livelli così bassi che, appunto, non sono rilevabili, e non possono essere trasferiti a qualcun altro.

Dal 22 al 29 Novembre, settimana europea del test

Dal 22 al 29 novembre torna la European Testing Week, la settimana del test per la diagnosi di Hiv ed epatiti. La Testing week, giunta alla sua settima edizione, è una delle più grandi mobilitazioni europee e mondiali per la salute pubblica: lo scorso anno ha visto l’adesione di oltre 700 realtà di quarantanove paesi tra ONG, servizi, istituzioni pubbliche e private, con migliaia di persone rese finalmente consapevoli del proprio stato di salute.
Come ricorda LILA, che aderisce a questa grande iniziativa ,“sensibilizzare sull’importanza di diagnosi tempestive è fondamentale sia per la salute personale, sia per la prevenzione perché le persone con HIV in trattamento efficace non trasmettono il virus”.
Di uguale importanza è “Spingere le istituzioni e i responsabili della salute pubblica a eliminare tutte le barriere che ostacolano l’accesso ai test, a partire dal divieto per i minorenni”. Ecco tutti gli orari e gli indirizzi messi a disposizione dell’associazione per eseguire il test: https://www.lila.it/it/iniziative/1253-tw2019.

Pubblicato in Focus

Scritto da

Nata a Roma nel 1984. Laureata in Lettere. Blogger e collaboratrice giornalistica

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