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Cos’è la Flat tax: tassazione semplificata
La Flat tax come detto sta ad indicare un sistema di tassazione semplificato in quanto non basato su aliquote progressive: si tratta quindi di semplificare le regole andando a limitare le aliquote previste o, in un ipotetico caso limite, prevedendo un’unica aliquota per tutti.
I vantaggi di una Flat tax sono naturalmente in termini di semplificazione oltre che di efficienza del sistema: eliminando gli scaglioni si andrebbe ad aggredire quel meccanismo perverso ad oggi presente tramite il quale un contribuente evita in tutti i modi di eccedere uno scaglione, tanto in maniera lecita (magari evitando di lavorare di più) quanto in maniera illecita (cercando di non far risultare la parte eccedente lo scaglione di riferimento).
I sostenitori della Flat tax, su tutti Berlusconi e la Lega Nord, asseriscono che vantaggi ve ne sarebbero anche in termini di gettito, che aumenterebbe in maniera sensibile. Chi non vede di buon occhio questo sistema di tassazione sostiene che, al di là della percentuale scelta come aliquota, si potrebbe finire per avvantaggiare esclusivamente la parte di contribuenti che ad oggi eccede le aliquote massima di reddito: come dire che chi è sotto una certa soglia di reddito (e quindi entro una aliquota minore) finirebbe per pagare le stesse tasse senza alcun vantaggio.
Il sistema attuale di aliquote progressive Irpef
L’ordinamento tributario italiano prevede attualmente una progressività delle imposte, vale a dire aliquote Irpef che crescono all’aumentare dell’imponibile, ovvero i redditi che un soggetto produce. Principio questo presente anche nella nostra Costituzione che all’articolo 53 recita: “Tutti sono tenuti a concorrere alle spese pubbliche in ragione della loro capacità contributiva. Il sistema tributario è informato a criteri di progressività“.
Non tutte le imposte italiane presentano il principio della progressività; questa caratteristica è presente per l’Irpef, l’imposta sul reddito delle persone fisiche, che è anche l’imposta principale e dalla quale deriva il maggior gettito fiscale del nostro paese.
L’Irpef è un’ imposta diretta e progressiva, proporzionale all’effettiva entità di tutti i redditi percepiti dal contribuente. Le aliquote previste sono 5 in base ad altrettanti scaglioni di reddito:
- aliquota del 23% per il reddito fino a 15 mila euro l’anno;
- aliquota del 27% per la parte di reddito che va da 15 mila a 28 mila euro;
- aliquota del 38% per la parte di reddito che va da 28 mila a 55 mila euro;
- aliquota del 41% per la parte di reddito che va da 55 mila a 75 mila euro;
- aliquota del 43% per la parte di reddito oltre i 75 mila euro.
Le aliquote sono applicate al reddito imponibile, parametro che si ottiene da tutte le entrate economiche meno gli oneri deducibili.
Flat tax e deduzioni fiscali
Proprio dalla deducibilità di alcune voci si andrebbe a ripristinare il concetto di progressività che, come detto, è presente nella Costituzione italiana e che di conseguenza non può essere abolito facilmente: in che modo si andrebbe a garantire questa progressività su un sistema di tassazione, la Flat Tax, che la deducibilità non la prevede?
Secondo i fautori della Flat tax si può ovviare introducendo un meccanismo di deduzioni e finanche una no tax area andando a prevedere esenzioni totali o maggiori deduzioni per i più poveri. Si andrebbe in questo modo a realizzare comunque una progressività per deduzione e non per scaglioni.
Sistemi di Flat tax sono stati introdotti, nel tempo, in alcuni paesi esteri; soprattutto paesi dell’est Europa ed ex sovietici come le tre repubbliche baltiche (Estonia, Lettonia e Lituania). Anche in Russia ed Ucraina è presente una Flat tax sul reddito così come in Romani e Slovacchia, Macedonia a Albania.