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Economia collaborativa o Sharing Economy: i modelli più diffusi

Negli ultimi anni si sta facendo prepotentemente strada, anche in Italia, il concetto di economia collaborativa o sharing economy. Un termine che racchiude molte caratteristiche alla base del quale vi è una serie di interscambi di servizi tra varie aziende prettamente private. Se viene eseguita al meglio, essa può diventare un’ottima occasione di crescita per una determinata impresa.
Si basa sul principio della condivisione, dal quale scaturisce la cosiddetta sharing economy. Nel corso degli ultimi anni, questo metodo si è maggiormente diffuso grazie all’avvento di nuovi software, quali ad esempio le applicazioni per i dispositivi mobili e le piattaforme che possono risultare molto utili sul Web.
Ovviamente, per sfruttare al meglio l’economia collaborativa bisogna essere molto preparati e attenti ai vari trend del mercato. Se si è in grado di scegliere i rapporti giusti, il sistema può condurre a grossi benefici che restano impressi nel tempo.

L’economia collaborativa nella storia:

È giunto il momento di segnalare alcuni cenni storici riguardanti l’economia collaborativa. In realtà, questo metodo è sempre esistito anche se con denominazioni differenti.
Un tempo, essa poteva essere chiamata come scambio reciproco o baratto, ma il principio in base al quale il mezzo viene adottato è sempre lo stesso. Si può anche dire che sul concetto di economia collaborativa si è fondato tutto il commercio. In particolare, in un periodo come questo di profonda crisi finanziaria, gli scambi giusti aiutano una società a sopravvivere per un arco di tempo più ampio, e magari a rimettere a posto i propri conti in banca.
Tale metodo viene adoperato in diversi campi dell’economia, dal campo immobiliare ai vari servizi di tutti i giorni, passando anche per piccole e medie imprese.

Il supporto degli strumenti multimediali: la Sharing Economy

Come già accennato in precedenza, l’economia collaborativa sta trovando un terreno fertile grazie all’ausilio delle app per smartphone e tablet e dei vari siti Internet di settore. Sono due i livelli attraverso i quali può essere introdotto tale sistema:Sharing Economy

  1. Il primo prevede l’intervento delle imprese dai maggiori fatturati, che possono realizzare reti di scambi anche con i loro stessi impiegati.

  2. Il secondo grado riguarda la collaborazione tra lavoratori privati, con la chance di creare nuove opportunità reali di guadagno e di miglioramento sociale.

Nelle imprese di ogni genere, l’economia collaborativa può portare a vantaggi sostanziali se viene messa in atto nel modo migliore. Prima di tutto, è possibile guadagnare molto tempo, dato che si può trovare un partner molto rapidamente e i bisogni possono essere soddisfatti direttamente sul Web.
Inoltre, le attività dell’azienda non subiscono alcun tipo di rallentamento e possono proseguire con tranquillità. Il metodo serve anche a rendere maggiormente ampia la rete professionale, con la chance di creare progetti e di confrontarsi sulle varie idee da mettere in pratica. Si continua così ad operare senza mai perdere di vista la tendenza degli ultimi tempi e con l’opportunità di creare nuovi posti di lavoro.
Il giro di affari può quindi diventare davvero molto interessante per una qualsiasi società, con la visibilità che aumenta grazie all’aiuto di Internet e i finanziamenti sempre più possibili.

I principali esempi di economia collaborativa:

Adesso vediamo quali possono essere considerati come esempi più interessanti di economia collaborativa.

  • La prima tipologia è quella del car pooling, attraverso il quale è possibile ottenere un passaggio dalle varie vetture con facilità e rapidità. LaCrowdfunding piattaforma di questo genere più conosciuta in assoluto è senza ombra di dubbio BlaBlaCar. Inoltre, il car pooling può essere adoperato nel caso in cui un collega di lavoro ha bisogno di ricevere un passaggio per la propria sede, oppure per vari appuntamenti lavorativi di una certa entità.
  • Il secondo esempio interessante è costituito dal coworking. Si tratta di un sistema mediante il quale vari lavoratori autonomi possono condividere un ufficio o un qualsiasi luogo di lavoro. Generalmente, esso viene praticato da coloro che non possiedono grandi disponibilità economiche e non possono permettersi il pagamento di un affitto piuttosto elevato.
  • Infine, ecco il crowdfunding. Bisogna avere un’idea, lanciare un servizio o un prodotto su un sito apposito e intraprendere una campagna, attraverso la quale le persone che visualizzano il progetto possono collaborare economicamente. Si tratta di un sistema basato prettamente sulla fiducia che può consentire ad un’azienda di risparmiare anche ingenti somme di denaro, facendo sentire il popolo del Web partecipe di un’operazione ben più ampia.
Pubblicato in Focus

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Scrittore, giornalista, ricercatore di verità - "Certe verità sono più pronti a dirle i matti che i savi..."

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