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Gli ecommerce più popolari in Italia
Leggendo i dati dal sito della Casaleggio associati, spesso presa a riferimento in quanto fonte molto autorevole in materia di web, il 2015 è stato l’anno di una grande ripartenza in termini di siti ecommerce in Italia.
Sarebbero più che raddoppiati secondo questo studio, portando ad un fatturato globale di 29 miliardi. Il dato è alimentato anche da operatori esteri medio grossi che scelgono l’Italia come sede del proprio business.
In sostanza anche grandi nomi che spuntano nel novero degli ecommerce italiani. A lottare con questi colossi, piccole realtà italiane che, spesso e volentieri, riescono a tenergli testa. Un po’ come la storia di Davide contro Golia.
Cosmetica, wellness e bellezza: il boom italiano
Non solo Amazon, Ebay, Kindle, Trenitalia, Zalando, Trivago e chi più ne ha più ne metta. Ma anche piccole realtà che riescono, sgomitando, a ritagliarsi un posto importante tra gli ecommerce italiani.
Nel settore della bellezza, wellness e cosmetica, ovvero uno dei comparti che tira di più in rete, si trovano molte realtà italiane che riescono a ‘fare le scarpe’ ai grossi ecommerce stranieri. Come nel caso di Nandida.com ad esempio, azienda italiana al 100% che focalizza i propri sforzi nel cercare di lanciare il made in Italy.
Modelli di business coraggiosi che vanno a inserirsi in un contesto, quello del wellness per l’appunto, che storicamente vede il nostro paese molto apprezzato anche all’estero. E che per questo riescono a posizionarsi più che discretamente nella classifica virtuale degli ecommerce di successo.
Avviare un ecommerce in Italia
Ecco perché sempre più aziende italiane scelgono di avviare un ecommerce piuttosto che non un negozio vero e proprio. Che d’altra parte si tratta di un modo più semplice per lanciare una attività.
La normativa per aprire un sito ecommerce in Italia, in base alla direttiva CE n.31 del 2003 stabilisce che si possa avviare un ecommerce senza autorizzazioni preventive, fermi restando i requisiti professionali per svolgere attività specifiche.
Un ecommerce che generi un giro di affari fino a 5.000 euro può esercitare l’attività in modo libero come vendita online occasionale; superato il requisito di occasionalità occorre mettersi in regola aprendo regolare partita iva e adempiendo a tutti i requisiti previsti dalla legge.
Che, comunque, è sempre più comodo e immediato rispetto ad aprire una attività vera e propria; anche qui va letta la scelta di molti imprenditori italiani di buttarsi sull’ecommerce.