Al termine dei pasti capita piuttosto di frequente di notare come tantissime persone abbiano l’abitudine di sorseggiare un liquore digestivo piuttosto che un amaro. In Italia è quasi una tradizione e, spesso e volentieri, si tratta di un’abitudine che è stata ribattezzata con l’appellativo di “ammazzacaffè”.
Ebbene, in realtà in questo caso stiamo facendo riferimento a una realtà in tutto e per tutto made in Italy, il cui obiettivo principale è quello di stimolare e favorire in modo adeguato l’attività digestiva. A maggior ragione si tratta di un’abitudine che ricorre dopo dei pasti particolarmente lunghi e pesanti. Basti pensare, ad esempio, alle principali ricorrenze o festività, in cui capita piuttosto di frequente di fare dei pasti particolarmente ricchi.
In questo articolo parliamo di:
Le grappe
La grappa viene considerata piuttosto di frequente un ottimo digestivo, al pari un po’ di tutti gli altri distillati e alcolici che vengono consumati alla fine di un pasto. È abbastanza facile intuire, infatti, quando si consumano dei pasti particolarmente ricchi e abbondanti, si sente quasi l’esigenza di sorseggiare una bevanda che possa garantire e stimolare la digestione, in maniera tale da riprendersi il prima possibile da quella fastidiosa sensazione di pienezza e di torpore.
Questo articolo permette di scoprire se la grappa fa digerire davvero e quali sono le reali proprietà digestive di questa bevanda. In effetti, la grappa non ha un potere digestivo, come peraltro buona parte degli amari e dei digestivi, che tanti nutrizionisti sottolineano come non servano a nulla per superare quella fase di torpore successiva a una colossale mangiata.
L’amaro
Si tratta di un digestivo post pasto che viene sfruttato soprattutto per via delle sue proprietà tipicamente eupeptiche. Non solo, dato che viene spesso impiegato anche alla stregua di vero e proprio aperitivo, in maniera tale da ottenere l’effetto di liberare lo stomaco. La ricetta che permette di creare l’amaro prevede sostanzialmente l’uso di elementi vegetali, che sono oggetto di apposita distillazione e poi di procedure di mescolamento con alcol e altre tipologie di distillati.
La realizzazione di un amaro, come si può facilmente intuire, prevede non una, ma ben due fasi di lavorazione. La prima fase è quella legata all’infusione di erbe e di radici polverizzate che vengono mantenute in macerazione per svariati mesi. La seconda fase è quella relativa alla distillazione, che serve a decantare l’infusione che viene ottenuta mediante la prima fase. Tra gli amari maggiormente apprezzati e famosi troviamo certamente il Fernet Branca.
I liquori digestivi
Va detto che i liquori digestivi vengono sfruttati da numerosi secoli con un intento tipicamente medico e curativo. Si tratta di sostanze alcoliche che vengono ottenute partendo da degli ingredienti vegetali, che vengono mischiati con zuccheri e aromi. I liquori digestivi vengono realizzati andando a miscelare l’acqua fredda oppure l’acqua calda con le varie sostanze che vengono ottenute, tramite estrazione, dalle erbe piuttosto che dalla frutta. Queste sostanze vengono sciolte in precedenza all’interno di un’apposita soluzione che è formata da zucchero, acqua e alcol puro. Tra i liquori digestivi maggiormente conosciuti e apprezzati troviamo il Rosolio, che viene realizzato estraendolo dai petali di rosa, e il Gran Marnier, che invece viene estratto dalle arance.
Il distillato
Si tratta di una delle bevande alcoliche che sono nate nell’antichità. Non è un caso, infatti, che due popoli come gli antichi egizi e i babilonesi cominciarono a lavorare il vino con la distillazione, in maniera tale da poter ricavare vari gradi alcolici. In questo caso, il distillato è nato da una lavorazione in vari passaggi. Non può mancare una fase dedicata alla fermentazione, che si svolge mediante i lieviti dei cereali, tuberi, radici, frutta o vino. L’altra fase ha ad oggetto la distillazione del composto, in cui però non vengono aggiunti gli aromi e nemmeno gli zuccheri.