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Contro la crisi ecco il mercato senza moneta

“Ridurre i costi”: è la frase che sentiamo dire più spesso da quando è scoppiata la crisi economica. Ci sono alcune associazioni che alle parole  “ridurre i costi” ci aggiungono “utilizzando altre risorse”.
Il tempo, oggetti  di vario genere e la conoscenza sono i mezzi utilizzati per rispolverare l’ antica forma del baratto che, in antichità, veniva usato come scambio commerciale di beni in assenza di moneta e oggi, invece, diventa una modalità di scambio in alternativa alla moneta come avevamo già certificato in passato ( Crisi economica: quando il cittadino si ingegna )
Ha ormai un’ampia diramazione su tutto il territorio nazionale La Banca del Tempo che si fonda, appunto sullo scambio gratuito di tempo. Ciascun socio mette a disposizione qualche ora per dare ad un altro socio una certa competenza; le ore date vengono accreditate o addebitate nella Banca.
Le attività vanno dalle manutenzioni casalinghe al babysitteraggio, dalla cura di piante e animali alle ripetizioni scolastiche. Uno scambio di ore da ricambiare in base alle proprie conoscenze senza uso di moneta.

Forme alternative di mercato:

Sta prendendo sempre più piede anche il servizio del Carpooling: una modalità di trasporto che consiste nella condivisione di automobili private tra un gruppo di persone per ridurre i costi. Questo servizio si è rinnovato nella variante ideata per gli eventi come concerti, mostre, gare sportive ed è diventato “Carpooling Eventi” partito in occasione del Motorshow di Bologna. Si possono quindi dividere le spese del viaggio e usufruire anche di uno sconto da Ticketone per il biglietto d’ingresso all’evento scelto.
A promuovere queste forme di mercato “alternative” c’è anche lo Stato, come nel caso dei gruppi di acquisto solidale.Si tratta di un insieme di persone che decidono di incontrarsi per acquistare all’ ingrosso prodotti alimentari da redistribuirsi.
I gruppi cercano prodotti provenienti da piccoli produttori locali per avere la possibilità di conoscerli direttamente ed evitare anche lo spreco di energia derivante dal trasporto. All’inizio di quest’anno, la Regione Umbria ha trasformato in legge la riduzione di un punto percentuale dell’ Irap per chi compra prodotti alimentari presso i gruppi solidali per almeno il 35% del costo totale delle materie prime.

Il mercato senza moneta:

Negli ultimi anni, si stanno affacciando su internet portali dedicati al baratto che offrono un servizio di scambio tra gli utenti e si ripropongono di diffondere lo spirito di tale modalità economica. Tra i diversi siti, c’è quello di “Senza Moneta”: una proposta che l’Associazione culturale Mana Manà sta promuovendo da tre anni. Abbiamo incontrato il presidente di “Mana Manà” Filippo Dionisio che ha definito “Senza Moneta” “un mercato non mercato in cui non circola denaro e ci si possono scambiare oggetti, conoscenze e capacità, un’opportunità per sperimentare il riuso ed evitare lo spreco”. Gli abbiamo rivolto alcune domande:
Che cos’è e di cosa si occupa Senza Moneta?
“E’ una festa lunga un giorno in cui la gente si incontra, si diverte e alla  fine arriva magari a scambiarsi qualcosa. Non è solo baratto, ma un seme gettato perché le persone tornino a condividere spazi pubblici superando la diffidenza e la paura di incontrarsi. E’ anche una proposta pratica e praticabile, senza sacrifici, di ecologia dei comportamenti: ci insegna a consumare e usare oggetti con maggiore consapevolezza e ci fa scoprire la superficialità del buttar via. Ma soprattutto è l’occasione per sperimentare per un giorno (poi chissà…) come lo scambio possa sostituirsi in molti casi al denaro, generando risparmio e relazioni allo stesso tempo. Lo slogan di SenzaMoneta è: ‘Una giornata Senza Moneta è tutt’altro che povera’.”
Come funziona?
“Le regole sono semplicissime: tra chi dà e chi riceve non deve passare denaro; il prezzo di mercato non conta, si decide al momento dello scambio. Partecipare è semplice: basta avere qualcosa da scambiare come oggetti, conoscenze, capacità; niente immondizia, si porta solo merce in buono stato. La qualità del mercato la fa chi partecipa; si portano anche altre persone, più gente, più scambi, più divertimento.”

Le iniziative per un mercato senza moneta:

Quali sono le vostre iniziative e come si può aderire?
“Attualmente da un lato stiamo realizzando a Torino il progetto ‘Senza Moneta per la Città di Torino’ con il sostegno della città, in accordo con la Compagnia di San Paolo nell’ ambito del programma ‘Più Spazio più Tempo’ e prevede l’organizzazione di una serie di ‘giornate Senza Moneta’ in diversi quartieri della periferia metropolitana. Dall’altro, stiamo ultimando un vero e proprio kit per la trasferibilità delle capacità organizzative legate a Senza Moneta che sarà disponibile gratuitamente online tra poco e sarà utile guida per l’organizzazione complessiva della proposta, replicabile così negli spazi che si riterranno interessanti per un mercato dello scambio: il cortile di casa, la scuola, lo spazio pubblico grande o piccolo che sia. Per aderire all’iniziativa ed essere aggiornati sugli eventi basta contattarci tramite mail  o cercare il nostro gruppo facebook  “Senza moneta – Quelli che fanno cambio.”
Quante adesioni avete?
“A Torino, dove l’idea è nata, abbiamo realizzato eventi a cui hanno partecipato migliaia di persone, abbiamo collaborato con una cinquantina di associazioni sul territorio, abbiamo un gruppo di persone già molto fidelizzate che si divertono e per questo ci chiedono di fare altri Senza Moneta. La mailing ha circa un migliaio di contatti mentre il gruppo su facebook conta 650 persone.”

Sostenere le forme di mercato alternative:

Che tipo di risultati avete ottenuto finora?
“Abbiamo lanciato l’idea, l’abbiamo messa in discussione al nostro interno per migliorarla, l’abbiamo quindi riproposta per consolidarla, ora stiamo cercando di radicarla e diffonderla il più possibile. Siamo molto fieri del fatto che ci stanno chiedendo di ripetere la proposta in altre parti d’Italia. C’è stato già un Senza Moneta in versione basca a Bilbao proposto da persone che avevano vissuto un mercato a Torino. Insomma poco alla volta, perché siamo un’associazione di volontari e siamo molto contenti di quello che abbiamo fatto finora in collettivo.”
Per concludere, perchè sostenere  le forme di mercato alternative?
“Forme di mercato alternative, dunque perché ‘ciò che si deve fare è dare l’opportunità alle persone di uscire dalla condizione di grande povertà nella quale versano con le loro forze. In tal modo esse conservano la loro dignità e acquistano fiducia in sé stesse’ come dice il premio Nobel per la pace Muhammad Yunus, noto come ‘il banchiere dei poveri’, perché ha istituzionalizzato i piccoli prestiti che hanno consentito di creare sviluppo economico e sociale  dal basso.”

Pubblicato in Focus

Scritto da

Giornalista professionista in radio e sul web. "E' un mestiere, ma non come tanti; è un atteggiamento verso la vita".

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