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Cos’è l’arcobaleno: spiegazione tecnica
L’arcobaleno rappresenta il suggestivo risultato della rifrazione e dispersione della luce nelle gocce di pioggia rimaste in sospensione. Proprio per questo motivo la sua comparsa si verifica al termine di un temporale, anche se a volte è possibile ammirarlo finanche nelle pozzanghere da esso formate.
Si tratta, è bene specificarlo, di un fenomeno ottico, tale da far dipendere la sua posizione da quella del Sole e dal punto di vista in cui è situato l’osservatore. Anche la particolare forma circolare che esso assume ha una spiegazione rigorosamente scientifica che deriva dal fatto che l’angolo in cui l’intensità dei raggi solari riflessi dalle gocce d’acqua raggiunge il suo culmine è di 42° rispetto all’osservatore, rimanendo costante.
I colori dell’arcobaleno sono sette? Non è così
Solitamente, si afferma che i colori dell’arcobaleno siano sette. Si tratta soltanto di una sensazione, perché nella realtà essi sono molti di più. I sette in questione (quali sono i colori dell’arcobaleno? Si tratta di: rosso, arancione, giallo, verde, blu, indaco e viola) rappresentano all’atto pratico semplicemente quelli che sono in grado di essere individuati dall’occhio umano e dal cervello.
I momenti più indicati per ammirarlo
Ammirare un arcobaleno è sempre una esperienza impagabile. Ci sono alcuni momenti in cui la sua visione può mostrarsi ancora più suggestiva: ovvero la mattina e il tardo pomeriggio. In sostanza quando il processo di rifrazione della luce innescato dalla particolare inclinazione dei raggi solari risulta più facile.
Altro elemento da aggiungere e che non tutti conoscono: l’arcobaleno, contrariamente a quanto si crede, può avere luogo anche di notte. In questo caso il fascio di luce percepito dall’occhio umano, e reso possibile dalla luminosità generata dalla Luna, sarà limitato ad un colore bianco.
L’arcobaleno nella storia
Naturalmente l’arcobaleno è stato oggetto di varie interpretazioni nel corso della storia. Ad esempio, i Romani pensavano rappresentasse il cammino intrapreso da Mercurio, messaggero degli dei, mentre per i Nativi Americani era un ponte in grado di condurre all’Aldilà. Non per i Cherokee, però, per i quali rappresentava invece l’orlo del cappotto di Dio. Per Maya e Cristiani il significato dell’arcobaleno era invece da ravvisare nel fatto che gli dei non erano più in preda all’ira.
Non da tutti, però, è considerato un fenomeno positivo. Secondo le antiche popolazioni di Honduras e Nicaragua, ad esempio, esso rappresentava il simbolo del Diavolo e ammirarne uno apriva le porte ad un rapimento tramite sortilegio.